
“Dopo aver toccato il fondo si scava”. Si può riassumere così il pensiero delle associazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec in merito all’atteggiamento della ditta Baldassarri Cavi Spa in cui nei giorni scorsi si è verificato un nuovo, l’ennesimo, infortunio sul lavoro. Proprio per oggi (18 ottobre) le sigle sindacali avevano indetto uno sciopero di otto ore per protestare contro questa situazione che ha visto, dal 2017 ad oggi, oltre 40 episodi.
“Lo sciopero – commenta in una nota Andrea Satti di Femca Cisl Toscana nord – serve a dire basta ad un azienda che dopo la chiusura del sito di San Donato, convogliando quei macchinari all’interno dei siti di Marlia e Lammari, non basa più la sua attività lavorativa sul rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Dalle assemblee straordinarie di ieri e soprattutto dalla grande partecipazione dei lavoratori allo sciopero di oggi, al quale i dipendenti hanno aderito in maniera quasi totale, si denota una forte presa di posizione di tutte le maestranze. Non è concepibile, alle soglie del 2020, non aver la certezza di tornare a casa da lavoro nella solita condizione dalla quale vi si è usciti”.
“I lavoratori della Baldassarri Cavi oggi hanno detto definitivamente basta – insiste Satti -. Ribadiamo la nostra volontà di intraprendere un percorso su ambiente, salute e sicurezza, che diventi il più virtuoso possibile. Un percorso che deve essere affrontato assieme. Eppure l’azienda continua a dimostrare chi è: in barba alle vigenti normative, in pieno stile anti-sindacale, costringe i lavoratori con contratti somministrati a tempo determinato, a doppi turni, per sopperire alle assenze dovute dallo sciopero in atto, contravvenendo anche alla regola dell’obbligo di 11 ore di stacco tra un turno e l’altro”.