Rifiuti non ritirati, odissea per un’utente

“Nonostante mail e segnalazioni per una settimana il sacco del multimateriale è rimasto al cancello”
Ancora polemiche sulla raccolta dei rifiuti in città. A scrivere è una utente, che racconta la propria ‘odissea’ settimanale.
“La vicenda ha inizio lunedì sera – spiega la signora – quando finalmente porto fuori il nuovo saccone giallo del multimateriale, assai voluminoso dato che il Sistema Ambiente ha deciso di ritirare una sola volta alla settimana proprio i rifiuti più ingombranti. Saluto con una certa soddisfazione il flacone della varichina che campeggia tra gli altri rifiuti di plastica: bye bye, a non più rivederci. Ma martedì mattina, all’ora di pranzo il mio saccone è sempre lì, ad ingombrarmi il passaggio davanti al cancello. Strano. Forse passano più tardi oggi. A sera, quando torno, non c’è più dubbio: il saccone non è stato ritirato. Perché? mi chiedo. Forse domani. Ma mercoledì c’è ancora: il flacone di varichina mi guarda e ride. Forse ho sbagliato qualcosa io? E vabbè… Telefoniamo”.
“Al telefono la voce registrata – spiega ancora l’utente – dice che la mia è la decima chiamata in lista di attesa: mi armo di santa pazienza e aspetto. 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1… Finalmente tocca a me. Ma invece della voce viva ecco che cade la linea… Ma come, è più di mezz’ora che aspetto! Riprovo subito: occupato. Allora mi decido a scrivere all’indirizzo mail indicato dal nastro registrato. Il messaggio è semplice: spiego il problema, chiedo che, se ho sbagliato qualcosa io,mi lascino una comunicazione per non sbagliare più, se invece è un errore dell’operatore, che il saccone venga ritirato prima del prossimo martedì, evitandomi di tenere davanti al cancello i rifiuti di 15 giorni. Esco di casa e do un’occhiata al bottiglione di Ace: Caro mio, domani te ne vai! Ma giovedì Il mio bottiglione è sempre lì che troneggia, re di sacchetti e rifiuti, ghigna sinistro e mi dice: Io sono qua, 1 a 0 per me!”.
“Qualcosa non ha funzionato – prosegue l’utente – eppure altre volte ho fatto alcune segnalazioni e il Sistema Ambiente mi era sembrato ben organizzato. Pazienza, riprovo a chiamare; però stavolta mi faccio furba e chiamo alle 13,30, tra una forchettata e l’altra di spaghetti: infatti oggi la mia chiamata è la quinta in lista d’attesa. 5, 4, 3, 2, 1… La mia chiamata è la prossima e sarà risposta appena possibile… Ma che lingua parlano? Visto che il nastro registrato è destinato, purtroppo, a moltissime orecchie, che almeno sia in lingua italiana corretta: alla sua chiamata sarà data risposta… A casa mia si dice così. Il povero cittadino deve pure ascoltare mille volte espressioni sgrammaticate… Finalmente la mia chiamata è risposta: una voce reale e anche gentile. Spiego il problema, chiedo cosa posso aver sbagliato. Una signorina mi rassicura: si tratta certamente di un errore dell’operatore che non ha visto il sacco. Ma come ha fatto a non vederlo, penso tra me e me, che è enorme… Mah, misteri. La signorina mi spiega anche che non danno risposta alle mail… Già, penso ancora, quando un indirizzo mail è info ecc… è logico per il cittadino non attendersi risposta… Comunque, via, non sottilizziamo, è tutto a posto: la signorina mi dice che farà lei la segnalazione e la questione sarà risolta. Uscendo infatti dico al mio bottiglione che siamo 1 a 1, ma che sono certa che la partita finisca qui”.
“E invece… – dice ancora – venerdì il saccone mi ride decisamente in faccia: 2 a 1! Stavolta mi arrabbio, aspetto le 13,30 e, dopo la solita attesa, aggredisco la malcapitata signorina: la quale si affretta a dirmi che certo, ho ragione, che continui a tenere esposto il saccone fuori (e per forza, dove me lo devo mettere, intanto già sta crescendo il suo biondo fratello di questa settimana che mi occupa mezza cucina…). Do nuovamente l’indirizzo, sono davvero infuriata, le dico anche la bella cifra annuale che pago al Sistema Ambiente. La signorina capisce tutto e di tutto sembra davvero rammaricata… Tiro giù convinta che questa sia la volta buona. Finalmente il bottiglione se ne va. Però, mi dico, è brutto che si debba sempre gridare, per farsi ascoltare. Arriva il sabato della definitiva sconfitta: sul mio saccone, lavato dall’acquazzone di venerdì, scorrazzano allegre le formiche… Oddio! Per un attimo mi viene in mente che per motivi oscuri e misteriosi, i sacconi del multimateriale non mi siano più ritirati: una gialla montagna davanti al cancello, una punizione kafkiana, tanto incomprensibile quanto maleodorante”.
“Mi viene un’ideaccia – conclude – e se caricassi in macchina sacco, con bottiglione e formiche, e lo depositassi davanti al cancello di via delle Tagliate? Così lunedì se lo trovano lì vuoi vedere che in qualche modo lo smaltiscono… Ma poi mi vergogno della mia reazione poco civile. E preferisco la tastiera del computer“.