Condannato per associazione a delinquere dimentica l’obbligo di dichiare il patrimonio: di nuovo nei guai

Un commerciante di auto usate dovrà scontare un’altra condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione e pagare 14mila euro di sanzione
Condannato per associazione a delinquere, in passato, omette di comunicare alla Guardia di finanza le variazioni patrimoniali e becca un’altra condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione e 14mila euro di sanzione.
Lo scorso anno la corte d’Appello di Firenze aveva confermato la precedente condanna del tribunale nei confronti di un commerciante di origini campane che anni fa era stato condannato a Napoli per associazione a delinquere finalizzata al contrabbando per la quale era tenuto anche a comunicare, per dieci anni, al nucleo di polizia tributaria del luogo di dimora abituale, tutte le variazioni, nella entità e nella composizione, del patrimonio concernenti elementi di valore superiori ai 10mila euro l’anno.
L’uomo, che possiede una rivendita di auto usate in Lucchesia, aveva quindi l’obbligo di comunicazione delle sue variazioni di patrimonio ma secondo i giudici della Cassazione che lo hanno condannato in via definitiva nei giorni scorsi, il commerciante per due anni non avrebbe ottemperato a tale obbligo. Da qui la condanna ora passata in giudicato per il 50enne.
Per gli ermellini “l’obbligo di comunicazione delle variazioni patrimoniali non involge gli atti che abbiano ad oggetto i beni destinati al soddisfacimento dei bisogni quotidiani, come espressamente indicato dall’articolo 30 della legge 646 del 1982. La deroga all’obbligo non può essere invocata in funzione scriminante delle omissioni per le quali è intervenuta condanna, atteso che le variazioni nell’entità e nella composizione del patrimonio hanno riguardato lo svolgimento di una consistente attività commerciale. A nulla, ovviamente, può rilevare che dall’attività commerciale il ricorrente abbia tratto anche la fonte di reddito per il sostentamento suo e del suo nucleo familiare”.