Muore a 20 anni per un tumore non diagnosticato: medico condannato

L’accusa è omicidio colposo: per i giudice non dispose l’esame istologico dopo averle asportato un neo
Non aveva ancora compiuto 20 anni quando un tumore l’ha uccisa in poco più di un anno. Dal suo decesso però è venuta fuori una causa penale per omicidio colposo nei confronti del medico, 54enne della Lucchesia, che secondo i giudici non ha riconosciuto il carattere maligno del neo asportato non chiedendo nemmeno l’esame istologico e di fatto impedendo la cura tempestiva alla giovane ragazza che a un anno dall’operazione poi perse la vita per le note complicanze di questo tipo di malattie infernali.
Il medico lucchese, che lavorava in provincia di Pisa, dove è avvenuto il decesso all’ospedale di Pontedera nel 2011, è stato condannato per il delitto di omicidio colposo con sentenza del tribunale di Pisa nel 2013 alla pena di 8 mesi di reclusione, confermata dalla sentenza della corte d’Appello di Firenze nel 2015 e dalla Cassazione, definitivamente, nel 2016. Si legge in sentenza: “Il 27 gennaio 2010, a seguito della ricomparsa del nevo sul dorso e di linfoadenopatie ascellari a sinistra, la paziente veniva sottoposta a biopsia la quale evidenziava la presenza di metastasi da melanoma. Il 18 febbraio 2010 la ragazza veniva sottoposta ad intervento chirurgico di exeresi di losanga di cute sul dorso e linfoadenectomia ascellare. Il 2 aprile 2010 l’escissione è stata allargata ma, nonostante il trattamento con interferone, radioterapia e chemioterapia, la paziente decedeva il 18 aprile 2011”. I familiari della ragazza deceduta avevano chiesto all’Asl Toscana nord ovest 3 milioni di euro di risarcimento e l’azienda sanitaria dopo la sentenza definitiva di condanna ha chiesto e ottenuto una transazione proponendo circa 2 milioni di euro che sono stati pagati per intero lo stesso anno. Ma nessuna cifra potrà mai risarcire o riparare tragedie simili. La ragazza poteva sottoporsi a cure tempestive e nessuno saprà mai come sarebbe andata a finire e quanto sarebbe riuscita a sopravvivere o a guarire. La Procura ha ritenuto sussistenti la colpa grave ed il nesso causale nella condotta del sanitario per aver diagnosticato il neo come benigno omettendo di eseguire l’esame istologico. Perentoria infatti la sentenza di condanna: “In tal modo, il convenuto ha rimosso la sola parte del nevo eccedente in superficie senza estrarlo in profondità, consentendone così e favorendo la malattia secondaria al melanoma”.
Restava da definire ancora la quota che il medico doveva pagare alla Regione Toscana. Ne è nata una causa davanti alla corte dei Conti di Firenze nella quale la Regione per conto dell’Asl ha chiesto al medico 360mila euro di danno erariale. Nelle scorse settimane la causa è giunta a sentenza perché il dottore dopo aver chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato dalla magistratura contabile appena ricevuta comunicazione nei mesi scorsi ha avuto accesso dai giudici alla definizione del giudizio che prevede il versamento entro 30 giorni del 20 per cento della cifra richiesta. Ad ottobre scorso il medico ha quindi pagato 72mila euro alla Regione e il giudizio è stato quindi definito con sentenza pubblicata nei giorni scorsi. I 360mila euro richiesti erano la cifra che l’Asl aveva dovuto pagare, il resto lo aveva pagato l’assicurazione dell’azienda sanitaria. Si legge infatti in sentenza: “La somma determinata con il decreto n. 24/2021, pari ad euro 72.000 è stata tempestivamente versata dal convenuto il primo ottobre 2021, come si evince dalla disposizione di bonifico in pari data e dalla nota del successivo 11 ottobre, con la quale il dirigente responsabile del settore contabilità della Regione Toscana ha dato atto dell’intervenuta riscossione, confermando l’accreditamento della somma presso la tesoreria. Pertanto, il giudizio deve essere dichiarato definito”. Il medico è stato anche condannato alle spese di lite del giudizio conclusosi davanti ai giudici della corte dei Conti di Firenze.