Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca

24 gennaio 2022 | 09:02
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Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca
Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca
Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca
Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca
Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca
Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca

Il grido di rabbia di lavoratori e disoccupati: “Lo Stato ci manda a morire uccisi mentre si lavora senza compenso”

Giovane morto l’ultimo giorno di stage a Udine, monta la protesta anche a Lucca.

I ragazzi, i lavoratori, i disoccupati e gli studenti della provincia di Lucca hanno affisso striscioni e manifesti alle porte degli istituti tecnici e professionali che utilizzano l’alternanza scuola lavoro. La protesta è a firma del gruppo ‘Lavoratori e disoccupati della provincia di Lucca’

“Il nostro messaggio – dicono li organizzatori della protesta – lanciato dalle sedi di Pertini, Carrara, Fermi e Nottolini è semplice quanto pieno di rabbia: Lorenzo Parelli, studente diciottenne di un istituto tecnico di Udine non è morto accidentalmente, è stato ucciso e gli assassini sono i padroni, Confindustria, lo Stato e tutti i partiti di destra e sinistra responsabili come il Pd che ha siglato l’alternanza con imprese e sindacati confederali complici. Lo Stato ci manda a morire uccisi mentre si lavora senza compenso in posti senza sicurezza sul lavoro. Dopo 2 anni di pandemia e gioventù sacrificata un bel premio per un ragazzo come noi, ucciso insieme ai 4 morti sul lavoro al giorno che ci sono in Italia”.

“Ma quale Pnrr, ma quale Next Generation Eu – proseguono – ma quale ripresa e resilienza, dov’è l’attenzione alla salute, al reddito, al futuro e alla sicurezza della nuova generazione se si manda a morire un diciottenne in una carpenteria? Solidarietà agli studenti romani che domenica si sono diretti – per Lorenzo – verso il ministero dell’istruzione e hanno affrontato le cariche della polizia. Alziamo il grido di noi studenti lavoratori, giovani disoccupati, famiglie e ragazzi di provincia che si battono per la fine del mese, per la dignità della propria istruzione, per la propria piccola attività, per la propria vita”.