Morto in carpenteria l’ultimo giorno di stage, striscioni di protesta sulle scuole di Lucca






Il grido di rabbia di lavoratori e disoccupati: “Lo Stato ci manda a morire uccisi mentre si lavora senza compenso”
Giovane morto l’ultimo giorno di stage a Udine, monta la protesta anche a Lucca.
I ragazzi, i lavoratori, i disoccupati e gli studenti della provincia di Lucca hanno affisso striscioni e manifesti alle porte degli istituti tecnici e professionali che utilizzano l’alternanza scuola lavoro. La protesta è a firma del gruppo ‘Lavoratori e disoccupati della provincia di Lucca’
“Il nostro messaggio – dicono li organizzatori della protesta – lanciato dalle sedi di Pertini, Carrara, Fermi e Nottolini è semplice quanto pieno di rabbia: Lorenzo Parelli, studente diciottenne di un istituto tecnico di Udine non è morto accidentalmente, è stato ucciso e gli assassini sono i padroni, Confindustria, lo Stato e tutti i partiti di destra e sinistra responsabili come il Pd che ha siglato l’alternanza con imprese e sindacati confederali complici. Lo Stato ci manda a morire uccisi mentre si lavora senza compenso in posti senza sicurezza sul lavoro. Dopo 2 anni di pandemia e gioventù sacrificata un bel premio per un ragazzo come noi, ucciso insieme ai 4 morti sul lavoro al giorno che ci sono in Italia”.
“Ma quale Pnrr, ma quale Next Generation Eu – proseguono – ma quale ripresa e resilienza, dov’è l’attenzione alla salute, al reddito, al futuro e alla sicurezza della nuova generazione se si manda a morire un diciottenne in una carpenteria? Solidarietà agli studenti romani che domenica si sono diretti – per Lorenzo – verso il ministero dell’istruzione e hanno affrontato le cariche della polizia. Alziamo il grido di noi studenti lavoratori, giovani disoccupati, famiglie e ragazzi di provincia che si battono per la fine del mese, per la dignità della propria istruzione, per la propria piccola attività, per la propria vita”.