Green pass nei negozi, monta la protesta. E il cartello promette consulenza in caso di multe ai clienti

25 gennaio 2022 | 18:32
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Green pass nei negozi, monta la protesta. E il cartello promette consulenza in caso di multe ai clienti
Green pass nei negozi, monta la protesta. E il cartello promette consulenza in caso di multe ai clienti
Green pass nei negozi, monta la protesta. E il cartello promette consulenza in caso di multe ai clienti
Green pass nei negozi, monta la protesta. E il cartello promette consulenza in caso di multe ai clienti
Green pass nei negozi, monta la protesta. E il cartello promette consulenza in caso di multe ai clienti

Alcune attività hanno scelto di esporre i manifesti in cui si sottolinea che nessuna legge impedisce di usufruire dei servizi presenti nei negozi e invita a non pagare subito le eventuali sanzioni

Protestano alcuni commercianti lucchesi, costretti tra pochi giorni a controllare il green pass ai clienti che entreranno nelle loro attività commerciali. Nel frattempo qualcuno ha già pensato a delle contromisure e in vetrina ha esposto un volantino scaricato direttamente dal sito tuteladirittosoggettivo.it, in cui è elencato un vademecum per i clienti che, fermati dalle autorità, si trovano sprovvisti dei documenti necessari per accedere. Una delle prime attività a Lucca ad esporre questo manifesto è NaturPlus Bio Store in via Vittorio Veneto.

In attesa del primo febbraio, giorno in cui diventerà obbligatorio mostrare il green pass per accedere alle attività commerciali, alcuni negozi hanno cercato di opporre alla norma, una sorta di disobbedienza civile. Sul vademecum destinato ai clienti posto al di fuori dell’attività commerciale, vi sono elencati otto punti, il primo, più importante cita in grassetto:“Nessuna legge vigente ti impedisce di usufruire di questo servizio”.

Nei punti successivi viene illustrato ai clienti il comportamento che devono tenere in caso che venissero fermati dalle autorità: al punto due si raccomanda, nei confronti delle forze dell’ordine di mantenere disponibilità, cortesia, rispetto e collaborazione. Al tre si ricorda che qualsiasi ordine dato a voce non ha alcuna validità, poi si aggiunge che se viene compilato un verbale di accertamento, se possibile inserire la frase al punto uno, nelle dichiarazioni. Si invita inoltre a non pagare immediatamente il verbale, “a meno che non vogliate regalare i soldi al Comune” (cita testualmente la locandina), ma di metterlo in un cassetto per 90 giorni in attesa che arrivi la reale sanzione amministrativa. Nel caso giungesse realmente, all’ultimo punto c’è scritto che il titolare dell’esercizio offrirà servizio di cortesia su come impugnare la sanzione, aggiungendo che tutte le multe elargite a questo proposito sono tutte nulle. Nell’ultima parte della locandina c’è un qr code che scansionato porta al sito tuteladirittosoggettivo.it.

Per cercare di capire come funziona il servizio messo a disposizione da questa pagina web, abbiamo controllato il contenuto del canale. Il sito si presenta abbastanza scarno, con solo tre articoli datati presenti sull’home page e l’immancabile tasto per lasciare una donazione. Uno degli articoli spiega come riaprire la propria attività e al suo interno si possono scaricare alcuni documenti, tra cui il vademecum per i clienti descritto prima, il vademecum per le aperture delle attività commerciali e i cartelli da apporre fuori dall’esercizio.

In realtà, anche questo sito, come molti altri che fanno parte della galassia no vax si presenta scarno alla luce del sole, ma brulica di attività nei gruppi privati e nei canali Telegram. Ed è proprio il servizio di messaggistica istantanea russo, che è stato scelto per mettere in contatto le categorie colpite dalla normativa sanitaria. Infatti nella pagina “contatti” è possibile trovare il link a diversi tipi di chat, una dedicata ai comuni cittadini, una per i gestori di attività commerciali, una per i dipendenti, una per i docenti e operatori scolastici e una per i dipendenti sanitari e liberi professionisti, sempre in materie sanitarie.

Se si scava ancora più a fondo e si accede a uno dei gruppi Telegram, come ad esempio quello degli esercenti, si arriva sul gruppo chiamato Libera coscienza attività commerciali e si ha un iniziale idea della portata del fenomeno. Il gruppo dei titolari di attività conta più di 4mila membri, quello dei comuni cittadini quasi 17 mila. Il primo messaggio che si apre davanti ai nostri occhi cita: “Attenzione. Questa non è una bacheca di annunci o un salottino per le chiacchiere… è una chat operativa dove vengono fornite informazioni e materiale per tentare di contrastare l’operato illegittimo del governo e portarlo in tribunale con le denunce…”.

Molte delle persone all’interno della chat chiedono consigli su come muoversi, altri aiuto per accedere a servizi senza poter esporre il green pass, altre ancora esprimono il loro sostegno agli amministratori del gruppo e all’immenso lavoro che stanno facendo. Le richieste sono molte e l’alto numero dei partecipanti unito alle numerose domande, non rende intuitiva la navigazione nella chat. Le discussioni si svolgono in un clima di sostegno reciproco e le maggior parte riguardano questioni legali, infatti è possibile scaricare anche dei pdf di documenti già precompilati in cui, ad esempio, si può denunciare coloro che obbligano i minorenni ad indossare la mascherina a scuola.
Si tratta quindi di una chat, che ha come tema, quello di creare una protesta giudiziaria di fronte alle normative che obbligano all’esposizione del green pass per accedere alle varie attività. In attesa dell’entrata in vigore dell’obbligo anche per l’ingresso a tutte le attività commerciali, alcuni negozianti hanno pensato di combattere le restrizioni attraverso l’interpretazione giuridica degli atti e il ricorso ad eventuali sanzioni che dovrebbero arrivare. Il vademecum esposto sulle vetrine si rivolge ai clienti che vorranno accedere all’esercizio, occorre però ricordare, che le multe non riguardano solo l’esercizio commerciale inadempiente, ma anche tutti coloro che si trovano al loro interno senza essere in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa sanitaria.