È morto Raffaello Pantaleoni: una vita dedicata alla polizia




Si è spento ieri sera all’ospedale San Luca: i funerali il 23 novembre nella chiesa di Sorbano
È morto ieri, 20 novembre, in tarda serata il sovrintendente capo Raffaello Pantaleoni, padre dell’ispettore Gianluca Pantaleoni.
Il poliziotto in pensione, 81 anni, si è spento per insufficienza respiratoria alle 20,15 in una camera dell’ospedale San Luca di Lucca dove si trovava da alcuni giorni ricoverato per il decorso di una grave malattia che non lascia alternative.
Una vita dedicata alla famiglia ed alla polizia di Stato, che tanto amava.
Si era arruolato nel 1962 nel corpo delle guardie di pubblica sicurezza. La passione per le moto lo aveva, poi, portato ad entrare nella polizia stradale dove aveva frequentato il corso di specializzazione al Caps di Cesena, poi su strada e sempre nel settore operativo.
Nella sua carriera ha svolto servizi specifici in diverse province del nord Italia per il contrasto alla criminalità e nello specifico contro la nota banda Cavallero, poi sul confine a Domodossola per contrastare il contrabbando, poi in tutta la Sardegna contro il banditismo, ma soprattutto a Nuoro per il noto criminale Graziano Mesina.
Nel 1970 era arrivato al distaccamento della polizia stradale di Montecatini terme oggi denominata sottosezione dove per lunghi anni si renderà attivo sia alla salvaguardia della sicurezza stradale sia contro la criminalità. Raffaello Pantaleoni era scampato dalla morte in diverse occasioni, tra le quali il 23 ottobre 1976 a ridosso di un conflitto a fuoco con il bandito Vallanzasca in cui perse la vita il suo collega Bruno Lucchesied il 29 dicembre del 1982 in cui a seguito di un incidente stradale per lo scoppiò di una cisterna rimase carbonizzato il collega Carlo Nannini.
Una volta in congedo, per molto tempo, ha svolto la mansione di autista personale dell’allora vescovo, monsignor Italo Castellani.
I funerali saranno celebrati mercoledì (23 novembre) alle 15,30, nella chiesa di Sorbano del Vescovo.