Gare “pilotate” per cantieri stradali e lavori nei cimiteri, due lucchesi condannati per corruzione e turbativa d’asta

13 gennaio 2023 | 13:14
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Gare “pilotate” per cantieri stradali e lavori nei cimiteri, due lucchesi condannati per corruzione e turbativa d’asta

Quattro anni e 6 mesi per l’ex capo delle opere pubbliche del Comune di Pescia e per il responsabile di una ditta edile

Gare d’appalto per lavori stradali, interventi in somma urgenza e perfino manutenzioni ai cimiteri “pilotate”. Il processo nato dall’operazione denominata Coffee break ha portato a 4 le condanne definitive per corruzione e turbativa d’asta. La corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Renzo Giuntoli, 75 anni, ex sindaco di Pescia ed ex dirigente regionale e di partito, prima nel Pc e poi Pds, condannato a 4 anni di reclusione, per corruzione e turbativa d’asta. Quattro anni e sei mesi invece per il lucchese Luciano Bianchi, 67 anni, all’epoca capo delle opere pubbliche e protezione civile del Comune di Pescia, anche lui accusato di corruzione e turbativa d’asta. Lorenzo Lenzi, 53 anni, all’epoca dei fatti responsabile dell’area tecnica del Comune di Uzzano, e poi dirigente del Comune di Ponte Buggianese, condannato a 4 anni e 6 mesi, per corruzione, concussione e turbativa d’asta. Luca Marchi, 57 anni, di Montecarlo di Lucca, della ditta Costruire Srl, condannato a 4 anni e sei mesi per corruzione in concorso e turbativa d’asta. Tutti e 4 avevano scelto il rito del patteggiamento davanti al gip di Pistoia, insieme ad altre 8 persone che erano state condannate e pene inferiori e che non fanno parte di questa sentenza della Cassazione pubblicata  ieri (12 gennaio).

Si legge nella sentenza degli ermellini: “Alla declaratoria di inammissibilità dei ricorsi consegue la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e ciascuno della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende”. I giudici di Pistoia nel 2021 avevano indagato 23 persone tra la Toscana e l’Emilia Romagna ipotizzando a vario titolo reati di corruzione. La polizia aveva eseguito 19 misure cautelari. Otto riguardavano persone finite in carcere, tre agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e 8 obblighi di dimora. Le indagini erano poi andate avanti per due anni e erano partite da Uzzano e da Pescia. Gli imputati secondo l’accusa si mettevano d’accordo per pilotare gare d’appalto per lavori stradali, interventi d’urgenza su frane e manutenzione dei cimiteri. “Il giro di tangenti funzionava con un meccanismo collaudato – spiegava all’epoca del blitz il procuratore Tommaso Coletta – ci si accorda tra pubblico ufficiale che intende inserirsi nella compagine criminosa, e l’intermediario faccendiere delle imprese che corrompeva per avere lavori dal Comune e poi imprese compiacenti che si prestavano a offrire ribassi pilotati in modo da indirizzare poi la gara verso un’unica impresa che sarebbe stata poi quella che avrebbe vinto”. Per 4 imputati ora il procedimento giudiziario a loro carico per corruzione e turbativa d’asta è giunto al termine.
(La foto è d’archivio e non è riferita all’indagine dell’articolo)