Aggredita e afferrata alla gola dal marito davanti agli occhi del figlio: “Disse che ci avrebbe ammazzati”

Il racconto di una donna vittima di maltrattamenti: “L’ho denunciato per il bene del mio bambino”. Ma il coniuge nega tutto
Marito allontanato da casa col divieto di avvicinamento e contatto sotto qualsiasi forma nei confronti della moglie e del figlio minore e in tutti i luoghi da loro frequentati abitualmente, ora tocca ai giudici prendere ulteriori decisioni. Tutto è iniziato a novembre scorso quando i carabinieri sono stati chiamati per un intervento in casa dei coniugi lucchesi, ma di origini partenopee, per una lite che aveva costretto madre e figlio a chiudersi a chiave in una stanza dell’abitazione dalla quale era riuscita a contattare telefonicamente prima il 112 e poi il fratello e la cognata che abitano in zona.
La donna era stata poi trasportata insieme al figlio di 7 anni in ospedale perché lei aveva un ginocchio gonfio e il bimbo piangeva a dirotto ed erano entrambi in stato di agitazione. Ne è venuto fuori un duplice percorso giudiziario, uno penale per stabilire i fatti alla luce delle denunce presentate e uno civile per la tutela dei diritti del minore. Le versioni fornite ai giudici dai due coniugi, in fase di separazione, sono contrastanti e non convergono su nulla. Quindi nel frattempo sono scattate tutte le misure di protezione nei confronti della donna e del figlio in attesa che i giudici facciano chiarezza e prendano ulteriori decisioni. Soprattutto per tutelare gli interessi del bambino a prescindere dagli esiti processuali di tipo penale perchè è chiaro che si tratta comunque di un rapporto coniugale di grande conflittualità e con una separazione già avviata.
Per la donna l’uomo da quando ha ricevuto la lettera del suo avvocato per l’avvio della separazione avrebbe iniziato a dare in escandescenza, si legge nel verbale: “Si stava in casa però si facevano vite separate, la situazione è peggiorata da quando è arrivata la lettera dell’avvocato, da lì mio marito ha iniziato a diventare violento e a offendere, ed una volta mi ha preso per la gola, ciò è successo diverse volte sino a che alla terza volta il bimbo mi ha detto che non ce la faceva più invitandomi a chiamare i carabinieri e ha preso il telefono e io così ho chiamato carabinieri, ci sono anche delle registrazioni in cui mio marito dice che avrebbe ammazzato tutti e che io sarei stata l’ultima ad essere stata ammazzata. Tutto ciò è successo davanti al bimbo che è terrorizzato e non dormiva più. Sono stata anche chiamata dalle maestre che mi hanno detto che il bimbo piangeva e non era sereno”. Completamente opposta la versione dell’uomo che pur ammettendo la conflittualità e la richiesta di separazione da parte della moglie ai giudici ha dichiarato tutt’altro: “ Mi dispiace che siamo arrivati a questo punto qua io non pensavo di arrivare a questo punto, io ho fatto tanto per arrivare sino a dove siamo arrivati ora e mi dispiace che la mia moglie dica queste bugie sulla nostra famiglia e sui nostro figlio”. Insomma una situazione complessa, difficile e ovviamente anche pericolosa. Compito dei giudici stabilire la verità dei fatti da un punto di vista penale e assumere le decisioni necessarie anche da quello civile in questo caso nell’interesse primario del bambino. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.