Commissionano una rapina per recuperare il denaro di un prestito: condannati gli esecutori materiali

10 agosto 2023 | 15:24
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Commissionano una rapina per recuperare il denaro di un prestito: condannati gli esecutori materiali

La Cassazione conferma la pena di 3 anni e 4 mesi a due dei tre componenti della banda

Commissionarono una rapina a tre cittadini stranieri per recuperare il denaro prestato a una famiglia di Capannori, la Cassazione chiude il cerchio giudiziario sulle condanne agli esecutori materiali rigettando i ricorsi.

Forse un vecchio dissapore relativo a un debito in denaro a aveva portato una coppia a ingaggiare una banda composta da tre cittadini dominicani per compiere due rapine tra maggio e giugno del 2016 ai danni di due coniugi di Capannori. Prima erano stati arrestai gli esecutori e l’anno successivo i mandanti nell’operazione Santo Domingo della polizia cittadina coordinata dalla procura della Repubblica.

I mandanti erano stati condannati a due anni e due mesi di reclusione e 600 euro di multa ciascuno, pena divenuta poi definitiva e ora la suprema corte di Cassazione ha confermato, nei giorni scorsi, la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per rapina aggravata in concorso nei confronti di due dei tre esecutori materiali tutti residenti nel savonese. I tre dominicani, su indicazioni della coppia che conosceva bene le vittime, per ben due volte fecero irruzione (tra marzo e giugno del 2016) nell’abitazione dei coniugi (muratore lui, estetista lei) a Capannori, e alla presenza peraltro dei figli minori, facendosi consegnare complessivamente circa 11mila euro, sotto varie minacce, tra cui quella addirittura di dare fuoco alla casa qualora non avessero consegnato il denaro.

Le indicazioni fornite dalle vittime, le descrizioni dei rapinatori, dell’autovettura usata per la fuga, le attività investigative poste in essere, le perquisizioni effettuate nel corso dell’indagine, consentirono di identificare i colpevoli, riconosciuti anche tramite rilievi fotografici: i tre dominicani quali autori materiali, avrebbero agito dietro pagamento di un compenso, e la coppia italiana, mandante delle rapine commissionate, forse, avrebbe messo in atto il piano criminale per qualche conto in sospeso, dai tempi in cui una delle vittime e i mandanti stessi si erano conosciuti nella Repubblica Dominicana dove avevano vissuto per un certo periodo. Pare infatti che si fosse un prestito di denaro non restituito dalla coppia di Capannori e le rapine dovevano servire a rientrare del credito e dare una lezione ai coniugi insolventi.

Scrivono gli ermellini in sentenza: “Invero, la Corte territoriale ha dato conto, con motivazione logica e priva di incongruenze, della credibilità intrinseca del narrato dei due coimputati, dal quale risulta una confessione piena in ordine all’incarico attribuito agli imputati e alle concordate modalità attuative della rapina. Le dichiarazioni dei coimputati chiamanti in correità risultano, inoltre, corredate da plurimi elementi di riscontro con cui il ricorso non si confronta. Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende”.

Il rocambolesco caso giudiziario è ora terminato.