Polveri sottili, in un anno nella Piana 61 sforamenti dei livelli di guardia

Male anche Lucca con i 37 superamenti rilevati alla stazione Arpat di San Micheletto

In Toscana la qualità dell’ambiente ‘regge’ nonostante l’estremizzazione dei fenomeni climatici ma se è vero che il dato regionale è in miglioramento lo stesso non si può dire per la piana di Lucca. Stando ai dati raccolti nell’annuario di Arpat, che riportano i dati raccolti nel 2022, infatti, la Lucchesia si conferma maglia nera per gli sforamenti dei livelli giornalieri di Pm10 e Pm2,5.

Nello specifico, a guardare i dati del 2022 si evince che alla centralina di Capannori si sono registrati per 61 sforamenti dei livelli massimi di polvere sottili in un anno. Il dato peggiore rilevato in Toscana. Male anche Lucca, nel raffronto fra i dati rilevati da centraline in contesto urbano e quindi volte a monitorare soprattutto gli effetti del traffico: stando ai dati pubblicati da Arpat gli sforamenti dei livelli di Pm10 registrati alla centralina di San Micheletto sono stati 37.

I rilievi effettuati a livello regionale mostrano complessivamente un progressivo miglioramento della qualità dell’aria (riduzione graduale negli ultimi dieci anni delle concentrazioni di polveri sottili, del biossido d’azoto e di altri inquinanti, grazie alle varie azioni di mitigazione intraprese), nonostante persistano alcune criticità localizzate. Anche la qualità delle acque superficiali mostra un miglioramento, con alti e bassi spesso collegati alla riduzione o sostituzione di molte sostanze impiegate nell’agricoltura o nell’industria. Arpat, l’Agenzia di protezione ambientale della Toscana, controlla anche le attività produttive ed anche questo monitoraggio mostra una progressione verso modelli di produzione più rispettosi dell’ambiente grazie all’adozione di nuove tecnologie per l’abbattimento degli inquinanti e all’introduzione di sistemi di gestione ambientale.

“Il quadro che emerge dai dati Arpat – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani – ci impone di lavorare sempre di più per la nostra Toscana che, tuttavia, risulta complessivamente una tra le regioni italiane meglio tenute e gestite. I dati illustrati oggi evidenziano nuove sfide ambientali, ad esempio quelle legate ai cambiamento climatici. Pensiamo alle ‘bombe d’acqua’, impattanti non solo per quanto riguarda la difesa del suolo, ma anche le quello che poi portano al mare. Dobbiamo affrontare queste novità con lungimiranza, come abbiamo già fatto per quanto riguarda il consumo di suolo, tutelando il territorio con il ‘consumo zero’ e la salvaguardia delle aree boscate, ricordo infatti che siamo la regione italiana con più superficie boscata in proporzione all’estensione e alla popolazione. Certo emergono delle criticità locali, penso alle pm10 e all’azoto, ma nel complesso la qualità dell’ambiente è sotto controllo e vediamo una Toscana che le problematiche con risposte politiche mirate, come ad esempio il potenziamento ferroviario, la rete delle tranvie, gli incentivi per la mobilità ciclabile. Tutte queste azioni oggi mostrano i loro frutti”.  “Il funzionamento di Arpat – aggiunge Giani – pur nel rispetto della reciproca autonomia, è una delle priorità della Regione Toscana. Continueremo a sostenere il suo lavoro di assoluta qualità e professionalità e per questo faremo il possibile per dare seguito alle richieste di potenziamento dell’organico, pur in un’ottica complessiva che deve tener conto anche delle richieste di tutti gli altri organismi regionale”.

“L’annuario dei dati ambientali – aggiunge il direttore generale di Arpat Rubellini – è lo strumento essenziale di conoscenza dello stato di salute del territorio toscano. Frutto del lavoro di analisi, controllo e monitoraggio, l’Annuario assolve a una funzione strategica che la legge assegna all’Agenzia in termini di informazione per la conoscenza dello stato dell’ambiente. Quello che emerge dall’Annuario è un quadro di sostanziale stabilità della qualità ambientale in Toscana rispetto agli indicatori presenti delle matrici ambientali, ma siamo consapevoli che siamo di fronte a nuove sfide come il cambiamento climatico e la transizione energetica, che ci impongono con urgenza di analizzare le possibili correlazioni tra lo stato delle matrici ambientali e gli impatti legati al cambiamento climatico. Incendi, alluvioni, invasioni di specie aliene, siccità prolungate sono tutte facce della stessa medaglia: un clima ormai pericolosamente avviato verso l’estremizzazione di tutti i suoi fenomeni. Agenzie tecnico scientifiche come la nostra hanno il compito di raccogliere e certificare i dati che sono necessari per mettere a punto le politiche di lotta ed adattamento ai nuovi fenomeni”.

L’annuario 2023 è consultabile sul sito di Arpat (clicca qui).

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