Al teatro Puccini di Altopascio “L’importanza di chiamarsi Ernesto” apre la stagione con un successo

23 novembre 2014 | 09:29
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Al teatro Puccini di Altopascio “L’importanza di chiamarsi Ernesto” apre la stagione con un successo

Si è alzato in grande stile il sipario sulla stagione di prosa 2014-2015 al Puccini di Altopascio, che ha esordito con L’importanza di chiamarsi Ernesto. Il testo teatrale, rappresentato per la prima volta a Londra il 14 febbraio 1895 è l’ultima delle sette commedie scritte da Oscar Wilde che costò all’irriverente autore britannico la pubblica accusa di sodomia. Lo spettacolo tradotto da Masolino D’Amico per il pubblico italiano, oltre ad avvalersi della presenza della grande Lucia Poli, è autografato da Geppy Gleijeses, una delle anime capocomicali più carismatiche del teatro italiano contemporaneo, qui anche in veste d’attore nel ruolo di Jack. Grazie ad un bellissimo sodalizio professionale ed affettivo, il regista napoletano impreziosisce la pièce con la luminosa presenza di Marianella Bargilli, già vincitrice del premio Chianciano Terme per il ruolo di Eliza Doolittle in Pigmalione di George Bernard Shaw.

L’attrice nata a Cecina, è bravissima nell’interpretazione di Algernon, fratello del baldanzoso Jack e ricorda per fascino ed affinità estetica l’indimenticabile Julie Andrews in Victor Victoria, pellicola del 1982 di Blake Edwards vicenda anche questa sulle ingannevoli apparenze. È proprio Algernon il personaggio a cui Wilde affida “le battute più pungenti e geniali”, in quanto specchio  del suo autore e perfetta cartina al tornasole del marciume seppur elegantemente celato dell’età vittoriana.

Veronica Bernardini