“Lo chiamavano parafango”, al McCulloghs l’ultimo disco di Stefano Nottoli

Il cantautore Stefano Nottoli compone colonne sonore da destinare ai cortometraggi del sodale Stefano Nicoli, studia il pianoforte classico cercando di carpirne ogni segreto, insegna scienze alle scuole superiori. Insomma la vita di Stefano Nottoli è intensa e piena di idee, per non farsi mancare niente è bastata l’ennesima illuminazione: scrivere e cantare canzoni, passando dai “ritagli di tempo”, suo primo lavoro, fino ad arrivare al concept album Lo chiamavano Parafango che verrà presentato sabato (21 febbraio) alle 22 al McCulloughs Irish Pub di Lucca. Un disco che parla de passato, eppure risulta attuale come non mai,Stefano come un moderno cantastorie ci racconta la storia di Parafango, un bambino che nasce nel manicomio del paese da madre nota e padre incerto nel periodo relativo alla fine della secondo guerra mondiale. Cresce durante la ricostruzione dove i sogni potevano ancora essere realizzati, così decide di diventare un campione di ciclismo. L’amore per una giovane circense lo distoglie dai suoi sogni e da quel momento molte vicende seguono nella vita di Parafango, fino all’incontro dell’amore eterno con una bellissima donna che lo porterà via per “sempre”. Lo chiamavano Parafango è un vero e proprio racconto in musica, un viaggio fatto di sogni di biciclette, amori bizzarri, donne-uomini e uomini-donne, per danzare, brindare alla faccia di chi ci tiene con un piede nel bene e uno nel male, tra un po’ lavoro e la paura di perderlo. La musica di Nottoli è sempre funzionale al racconto, per questo la sua dimensione privilegiata è quella del live, un live fatto di ritmi incalzanti, morbidi ballate e musiche dove non ci si può astenersi dall’alzarsi in piedi e ballare, proprio come in un vera e propria festa paesana.