Fondazione Ragghianti, 4 nuove mostre dedicate alla grafica




I più grandi nomi dell’avanguardia futurista, le geometrie luminose del design made in Italy e, ovviamente, la storia della città raccontata attravverso il talento delle nostre eccellenze tra cui un maestro Puccini completamente inedito. Sono ben quattro le mostre in programma alla Fondazione Ragghianti che, dopo un 2017 ricco di eventi e di recenti soddisfazioni, per il nuovo anno parte già carica di grinta e di impegni superlativi che non smetteranno certo di far parlare di sè. Le esposizioni, che si terranno durante tutto l’arco dell’anno a partire dal mese di febbraio, sono state presentate questa mattina (30 novembre) alla presenza del direttore Paolo Bolpagni, del presidente Giorgio Tori e di Alberto Fontana della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che ancora una volta è stata un supporto importante per le attività.
Ma le mostre, in realtà, non sono soltanto quattro: come già stato ampiamente annunciato, infatti, la Fondazione fino al 7 gennaio ospiterà anche le magnifiche opere di Mario Nigro che in primavera coloreranno le pareti di Locarno, in Svizzera. Una mostra, quella di Nigro, che ha riscosso grande successo non solo dal punto di vista dei biglietti ma anche in libreria: il catalogo, esposto proprio lo scorso 27 novembre a Milano dal direttore della Fondazione, vanta di essere tra i 300 libri d’arte più venduti in Italia con una tiratura già quasi sold out.
“La Fondazione non è solo una fabbrica di mostre ma anche un centro studi, – ha voluto ricordare con orgoglio il presidente – un luogo in cui la didattica e gli approfondimenti sono di estrema importanza e, proprio per questo, cerchiamo sempre di proporre cose mai viste. La prima mostra in programma, dedicata all’arte dell’incisione in epoca futurista, è la prima in Italia e dopo Lucca molto probabilmente sarà esposta a Londra. Ma la Fondazione non è solo importante a livello internazionale: con la mostra di Puccini, su cui puntiamo molto, speriamo di stringere rapporti ancora più intensi con la nostra città”.
Le mostre, anche a detta di Alberto Fontana della Fondazione Cassa di Risparmio, riescono a legare sia un pubblico locale che internazionale, a cui comunque verrà dedicato buona parte del budget e della comunicazione marketing.
Ma vediamo gli eventi nel dettaglio: il programma aprirà le danze con Il segno dell’avanguardia. I Futuristi e l’incisione – in mostra dal 23 febbraio al 15 aprile – a cura di Giorgio Marini e Francesco Parisi. La rassegna raccoglierà opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune esposte addirittura per la prima volta, proponendo un’indagine approfondita che, dalla fine del 19esimo secolo, con il Simbolismo, arriva al Prefuturismo e infine al pieno Futurismo, sino alle sue ultime ed estreme propaggini del dopoguerra.
La mostra più vasta e impegnativa del 2018 sarà sicuramente quella su Giacomo Puccini e le arti visive in Italia nei primi decenni del Novecento – in mostra nel vasto periodo che va dal 18 maggio al 23 settembre – realizzata in occasione del 160esimo anniversario della nascita del maestro, in collaborazione sinergica con numerosi enti e istituzioni, con il contributo di importanti studiosi del tema come Fabio Benzi, tra i massimi esperti internazionali di questo periodo storico.
“L’obiettivo – ha spiegato il direttore Bompagni – sarà di ricostruire non soltanto i rapporti tra Puccini e i pittori e scultori del proprio tempo, ma soprattutto l’influenza che il compositore e il suo mondo espressivo esercitarono sulle arti, delineando – secondo uno sguardo critico inedito – un’estetica in cui l’elemento musicale giocava un ruolo fondamentale”.
Sculture, spartiti, quadri…per un Puccini mai visto che verrà svelato prossimamente. Il programma continuerà – dalla metà di ottobre alla fine di novembre – con un omaggio a Silvio Coppola, uno dei protagonisti del design italiano dagli anni Sessanta fino alla morte nel 1985, di cui la Fondazione conserva un nucleo di opere che testimoniano le sue ricerche visive in ambito astrattista e l’utilizzo di materiali non convenzionali. Coppola, tra l’altro, è anche l’ideatore del simbolo della Fondazione, che ricordiamo è stata fondata ormai nel lontano 1981. A chiudere il 2018, sempre negli spazi del mezzanino, un’esposizione che racconta la storia della stamperia Litografia Angeli (dalla metà di dicembre 2018 alla fine di gennaio del 2019), nata a Lucca nel 1948 in via della Zecca con Giulio Angeli e portata poi avanti, fino al 2011, dal figlio Giuliano in via San Giorgio. Con la famiglia Angeli lavorarono, tra gli altri, Sebastian Matta, Ennio Morlotti, Mino Maccari, Ernesto Treccani, Primo Conti e l’amatissimo Antonio Possenti. Un tuffo nel passato per capire come nasce la litografia e valorizzare la storia della nostra città e delle sue vicende artistiche.
Ma oltre alle mostre c’è molto di più: alla Fondazione proseguirà infatti, intensificandosi ulteriormente, l’attività didattica, così come saranno riproposte le borse di studio per giovani ricercatori chiamati a studiare la figura e l’immane opera di Carlo Ludovico Ragghianti, avvalendosi della straordinaria mole di documenti conservati dalla Fondazione, in fase di sempre più spedita inventariazione. E inoltre libri, conferenze, proiezioni, e il restyling della rivista Luk, in una veste tipografica rinnovata. Nel corso del 2018 sarà inoltre pubblicato, tra gli altri, un libro che dà seguito alla mostra che ha inaugurato il 2017, Una storia d’arte. La Fondazione Ragghianti e Lucca 1981-2017, con studi e materiali fotografici, archivistici e testuali raccolti per l’occasione. Nell’attesa di vedere esposto il nuovo programma, Intanto, il 2017 chiude con il convegno organizzato con l’Università di Pisa, il 14 e il 15 dicembre, Carlo Ludovico Ragghianti e l’arte in Italia tra le due guerre. Nuove ricerche intorno e a partire dalla mostra del 1967 Arte moderna in Italia 1915-1935. Due giornate di studio – la prima che si tiene a Lucca, alla Fondazione Ragghianti e la seconda a Pisa, al Centro Congressi Le Benedettine – che tornano a riflettere sul contesto che portò all’ideazione di quella grande antologica retrospettiva, nonché sui dibattiti da essa scaturiti, sulle scelte curatoriali operate da Ragghianti e sull’importanza dell’approccio da lui avuto nella rivalutazione e nella revisione di un preciso momento della storia artistica italiana. Quattro mostre completamente diverse tra loro sia per dimensione che per argomento ma legate da un unico, importante, immenso filo rosso tutto da scoprire.
Giulia Prete