





Quarant’anni di carriera e non sentirli affatto. Anzi. I Toto tornano ad infiammare il palcoscenico del Lucca Summer Festival con il loro 40 Trips around the sun tour, la celebrazione perfetta di un percorso lungo, composto da momenti di splendore e travaglio (la progressiva dipartita di troppi membri della famiglia Porcaro, su tutti). Così, dopo il successo raccolto a Marostica e Roma, la band da quaranta milioni di album venduti nel mondo si è affacciata anche sul pubblico di piazza Napoleone – circa 5mila i presenti – per elargire pezzi di vecchie favole musicali doverosamente issati su dal passato – Africa, Hold the line, Rosanna – e per dichiarare, al contempo, che l’attuale formazione è in grado di aprire un capitolo nuovo nella storia della band.
La squadra viaggia in automatico: c’è la voce penetrante di Joseph Williams che si mescola sapientemente al piano di Dominique Taplin. E poi i due Steve, Porcaro (alla tastiera) e Lukather (alla chitarra), pronti a disegnare trame che restano indelebilmente scolpite nel cuore degli spettatori.
Il tutto, per due ore di un concerto epocale e composito, segmentato com’è in sezioni che aprono maniglie del cuore e della mente. La prima parte è rock puro e potente: chitarre, batterie e bassi hanno subito il loro bel da fare, perché tra i pezzi d’apertura c’è una tracimante versione di Hold the line. Il pubblico salta, canta, riprende con gli smartphone le star sul palco: Lucca diventa il contenitore giusto per mettere insieme e shakerare generazioni con venti o trent’anni di differenza, accomunate dall’amore per quella che Van Halen definì “la migliore band del mondo”.
La scaletta è pensata per raccontare tutte le fasi che hanno segnato la lunga vita del gruppo, dagli esordi fino all’ultimo album, uscito nel 2015. La prima parte sfuma con il cult Rosanna e la gente accorsa in piazza – tantissimi gli anglosassoni – che intona ogni strofa. Poi si passa alla parte acustica della serata, quella capace di innescare brividi e detonare emozioni. Spicca una coinvolgente cover di Human Nature, di quel Michael Jackson con cui i Toto hanno sempre avuto un rapporto privilegiato (impossibile dimenticare il decisivo contributo alla realizzazione di Thriller, ndr), così come il tributo a George Harrison, con una rivisitazione di While my guitar gently sleeps. Irresistibile per i fan anche Stop loving you, cantata a pieni polmoni da tutta la piazza. Il pezzo finale è ovviamente Africa, la summa della carriera dei Toto: non convinceva tutti i membri della band, ma alla fine è diventata la loro canzone manifesto.
Oggi i Toto, che salutano Lucca con una versione di Home of the braves tirata allo spasmo, dimostrano una volta di più come la musica di qualità sappia attraversare il tempo e lo spazio per uscirne indenne. Prova ne sia il miliardo di visualizzazioni in streaming dei loro brani e le recenti cover dei loro pezzi più noti da parte delle nuove generazioni di artisti.
Paolo Lazzari
Le foto di Andrea Simi