Psichiatria e neuroscienze, convenzione fra Imt e Fondazione Brf

Siglato l’accordo di collaborazione per la ricerca scientifica
Combattere le malattie psichiatriche, investendo nella ricerca applicata e nella divulgazione della conoscenza. Questi gli obiettivi della convenzione stipulata stamattina (27 gennaio), fra la Fondazione Brf e la scuola Imt Alti Studi di Lucca, centro di ricerca d’avanguardia internazionale. Un accordo che apre nuovi importanti scenari nella clinica. E che vede, come protagonista, la nostra città: Lucca.
Si tratta di un traguardo raggiunto dopo un lungo percorso condiviso: “Insieme alla Brf abbiamo iniziato con la lotta alla stigmatizzazione delle malattie psichiatriche, attraverso la conoscenza: l’unica arma contro i pregiudizi – spiega Pietro Pietrini, professore di biochimica clinica e biologia molecolare e presidente dell’Imt -. Ne sono nate varie iniziative, fra cui la ben nota settimana del cervello, nel mese di marzo, che Lucca ospiterà per la quinta volta nell’anno corrente. Con questa convenzione – continua – vogliamo rendere più forte il nostro sodalizio, con la scelta di agire concretamente nella ricerca applicata: facciamo neuroscienze da molto tempo, studiando le basi cerebrali del comportamento umano e delle funzioni cognitive e fisiologiche, e insieme alla Fondazione vogliamo capire cosa succede quando le patologie alterano queste funzioni”, spiega.
“Ma investiremo anche nell’insegnamento: con corsi di formazione specifici, e di divulgazione aperta al grande pubblico. Perché – puntualizza – questa è la terza missione dell’università: avere rapporti col territorio, portando fuori dagli atenei il frutto della conoscenza”.
Un’azione congiunta e determinata, quindi, quella che si apre con la stipula della convenzione fra Imt e Brf: per coniugare una conoscenza scientifica di altissimo livello e la sua applicazione alla clinica, lavorando direttamente sui pazienti con l’utilizzo delle nuove tecnologie. “Questo è da sempre lo spirito della Brf Onlus, unire conoscenza e applicazione, lavorando sia sulla diagnosi che sul trattamento”, afferma Armando Piccini, suo presidente.
Una linea che la fondazione persegue fin dalla nascita, organizzando convegni, seminari scientifici e di divulgazione. E portando avanti numerosi progetti di ricerca, finalizzati ad incrementare le conoscenze sul cervello, sulle patologie mentali e sulle nuove frontiere dei trattamenti.
Come quello attualmente in corso, sul bipolarismo: “L’idea è che, soprattutto nel disturbo bipolare – spiega Mauro Mauri, responsabile delle ricerche per la Brf – si alternino due fasi, una di depressione e l’altra di eccitamento, e ci siano preventivamente all’insorgenza di questi episodi, manifestazioni neurovegetative non visibili clinicamente. Dal punto di vista comportamentale-continua- il soggetto appare normale: dopo un po’ esplode l’episodio. Noi-continua- stiamo cercando di approfondire ciò che precede l’esplosione: movimenti legati alla frequenza cardiaca, all’alterazione della sudorazione, del ritmo sonno veglia. Con l’obiettivo di poterlo anticipare, creando un enorme vantaggio nel suo trattamento, per il soggetto e la famiglia. Tutto ciò – conclude – mediante un braccialetto elettronico, un orologio applicato al polso che offriremo gratuitamente ai pazienti”.
Ma questo è solo l’ultimo di molti progetti, tutti incentrati sulla stessa idea di fondo: comunicare e intervenire sul territorio, utilizzando nuovi devices tecnologici di alto livello. Il lavoro pilota, attualmente sotto indagine statistica, riguarda le dipendenze comportamentali di ragazzi: studenti lucchesi delle medie e superiori, di cui almeno un quarto ha manifestato dipendenza dalla rete, e un 40% ansia e preoccupazione in assenza di connessione.
“Vorremmo ampliare il raggio d’azione anche sulle scuole di Massa e Livorno: sempre concentrandoci sulle dipendenze comportamentali più comuni al giorno d’oggi”, aggiunge Mauri. Di notevole importanza infine, anche lo studio condotto insieme alla regione Lazio e la casa farmaceutica Baxter, per la creazione di un protocollo di trattamento integrato su pazienti oncologici. L’obiettivo: migliorarne la qualità e le prospettive di vita, nonché avere uno specifico impatto sulla malattia.
“Insieme al Campus Biomedico di Roma – aggiunge infine il responsabile della Fondazione – abbiamo inoltre applicato la stimolazione magnetica transcranica su circa duecento soggetti con lieve alterazione del sistema cognitivo. Ma non ci fermeremo qui: abbiamo altre attività in serbo, fra cui aprire insieme all’Imt degli ambulatori specializzati su patologie psichiatriche, che possano integrare l’offerta pubblica su Lucca. Mettendo anche a disposizione soggetti per la ricerca all’università di alti studi”.
Imt e Brf Onlus, insomma, da oggi insieme per il futuro della ricerca, della sua applicazione clinica, della divulgazione scientifica e dell’utilizzo di tecnologie sempre più all’avanguardia contro le malattie neuropsichiatriche. Ma anche per offrire un futuro con maggiori prospettive ai laureati italiani.
Da tre anni la fondazione bandisce infatti la borsa di studio di 10000 euro Antonio Gatto, istituita dal dottor Gatto e famiglia, in ricordo del figlio scomparso cinque anni fa: “Vogliamo contribuire alla ricerca, nella speranza di combattere i mali incurabili, ed aiutare i nostri giovani ricercatori nel loro percorso lavorativo”, spiega il fratello. Un cammino particolarmente arduo in Italia, come testimoniano le fughe all’estero dei giovani: “per questo mi ritengo davvero fortunata”, afferma la terza vincitrice della borsa, Rachele Butti, laureata a Pisa in farmacia con una tesi sperimentale sull’alzheimer. “L’abbiamo scelta per il suo entusiasmo, le competenze e il prestigio del suo lavoro finale- afferma orgoglioso Piccini -. Nutriamo davvero una grande stima in questa ragazza, che sono certo apporterà stimoli inaspettati e interessanti al nostro lavoro”.