Orto Botanico, un volume per raccontare i 200 anni del ‘museo a cielo aperto’ della città

A oggi il giardino ‘prezioso’ accoglie 35 mila persone l’anno
Un orto prezioso. È questo il titolo del volume dedicato al ‘museo a cielo aperto‘ di Lucca, pubblicato da Maria Pacini Fazzi editore due anni dopo il bicentenario della sua fondazione voluta, nel 1820 da due donne d’eccezione: Elisa Bonaparte Baciocchi e Maria Luisa Borbone. Un gioiello nel cuore della città che ad oggi conta 35 mila presenze l’anno, frutto di un lavoro di rivalorizzazione portato avanti nel tempo. Tempo che viene raccontato, scandito e dettagliato nel libro patrocinato dal Comune di Lucca e curato da Paolo Emilio Tomei, socio ordinario dell’Accademia lucchese di scienze, lettere e arti con contributi di esperti e professionisti.
“L’orto botanico oggi è uno dei maggiori musei lucchesi – ricorda il sindaco Alessandro Tambellini -. Da parte nostra c’è stata la volontà, in questi anni, di dare una struttura a questo luogo di arte, scienza e bellezza nato duecento anni fa come supporto alla facoltà di medicina. È da qui che parte la storia raccontata nel volume, che guarda a quello che è stato e quello che è l’orto botanico oggi: un luogo di ricerca, grazie anche all’inserimento della figura di una curatrice, Alessandra Sani, un luogo accessibile a tutti, un luogo didattico, con decine di studenti che ogni giorno vengono a riscoprire le bellezze naturali di uno dei pochissimi orti botanici rimasti comunali in Italia. Insomma abbiamo creato i presupposti perché l’Orto prosegua in modo proficuo la sua missione anche in futuro”.
Il libro vede i contributi di Ilaria Bonini, Guido Cattolica, Massimo Giambastiani, Iacopo Lazzareschi Cervelli, Angelo Lippi, Cristina Marinari, Graziella Menichini, Mariella Morotti, Roberto Narducci, Rosa Romiti, Alessandra Sani, Maria Elena Seghieri, Paolo Emilio Tomei, Giovanna Zellini.
“I testi analizzano la storia dei precursori della scienza botanica al Lucca dal XVI secolo, la fondazione e i primi sviluppi dell’istituzione scientifica e le vicissitudini nel corso del XIX secolo anche attraverso le biografie dei direttori, dei botanici e dei collaboratori che la curarono e frequentarono – ha spiegato il presidente dell’Accademia lucchese di scienze, lettere e arti Raffaello Nardi, ringraziando gli autori e il Comune -. Sono analizzate le collezioni museali ancora presenti, la storia della biblioteca e le collezioni di piante vive e le attività che ancora oggi animano l’istituzione didattica e museale. L’ultima parte del volume raccoglie una sintesi dei cataloghi storici che documentano la nascita e lo sviluppo delle collezioni fra 1820 e 1905 con una parte dedicata alle varietà di frutta coltivate e vendute del vivaio dell’Orto”.
“Questo libro segna un momento conclusivo – con il bicentenario – ma anche un nuovo inizio, con l’avvio degli iter per raggiungere nuovi riconoscimenti a livello regionale – spiega la curatrice dell’Orto Alessandra Sani -. A marzo abbiamo ottenuto il riconoscimento della soprintendenza come ‘bene di valore culturale’, le scuole ci stanno cercando e abbiamo attivato diversi progetti con loro, il lavoro di ricerca scientifica non si è mai fermato”.