Un Batoni inedito in mostra a San Franceschetto con due tele acquistate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

17 giugno 2022 | 13:42
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Prometeo e Atalanta saranno visitabili ogni week end dalle 10 alle 19 a partire da domani (sabato 18 giugno) fino a domenica 2 ottobre all’interno della chiesa di San Franceschetto

Un giovane artista lucchese, perfezionista, protagonista indiscusso della scena europea 700esca. I committenti si lamentavano sempre dei suoi ritardi, ma lui non era mai soddisfatto delle proprie opere, che ritoccava fino allo stremo. Per infondere alle pennellate una naturalezza e una gentilezza ineguagliate. Pompeo Batoni, figlio di un orafo lucchese, aveva appena 30 anni quando realizzò due dei suoi più importanti e inediti lavori: le tele raffiguranti Prometeo e Atalanta, ispirate alle Metamorfosi di Ovidio. Commissionati per un eminente cittadino lucchese, dopo tanto tempo lontani dalla loro terra natia finalmente i capolavori tornano a Lucca grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio che le ha recentemente acquistate, proprio con l’obiettivo di restituirle al territorio.

Le opere saranno esposte gratuitamente al pubblico da domani (sabato 18 giugno) a domenica 2 ottobre all’interno della chiesa di San Franceschetto, nella mostra Prometeo e Atalanta. Pompeo Batoni torna a Lucca, visitabile da venerdì a domenica dalle 10 alle 19. A presentarla oggi (venerdì 17 giugno) sono stati il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Marcello Bertocchini, e Liliana Barroero, curatrice del catalogo.

i quadri di Pompeo Batoni acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Luccai quadri di Pompeo Batoni acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

“Ce l’abbiamo fatta a riportare queste due opere a Lucca. Batoni, uno dei principali autori della nostra terra, le ha realizzate quasi 300 anni fa, e in questo modo possono ritornare in quella che lui considerava la sua patria” afferma Marcello Bertocchini.

 I dipinti faranno parte della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che le ha recentemente acquistati presso un antiquario di Milano per un prezzo complessivo di un milione e mezzo. Un investimento ingente e frutto di una trattativa durata mesi, che rientra negli obiettivi culturali della fondazione: sostenere il patrimonio del territorio e arricchirlo. “Speriamo – aggiunge Marcello Bertocchini – che tutti i lucchesi e anche i turisti che si trovano a passare qua, possano venire a vendere queste due straordinarie opere”.

Allestite nella chiesa di San Franceschetto in piazza San Francesco, Prometeo e Atalanta sono corredate da un catalogo sia in lingua inglese che in lingua italiana edito da Pacini Fazzi Editore, a cura della professoressa Liliana Borroero.

“Sono due opere meravigliose, che si inseriscono all’interno di una produzione di Batoni per la sua città natale – spiega Liliana Borroero – Il soggetto dei miti è tratto dalle metamorfosi di Ovidio, mentre dal punto di vista della iconografia, Batoni si era ispirato a due sarcofagi romani che si trovavano a Roma. Infatti il giovane artista, all’epoca 30enne, si guadagnava da vivere disegnando le antichità romane per i viaggiatori”.

“Questo studio delle antichità romane – continua la professoressa – gli forniva molte idee per la sua produzione, che poi arricchiva proprio con la conoscenza profonda della tradizione pittorica, da Annibale Carracci a Lanfranco, da Raffaello che era il suo mito,  aCorreggio. Artisti che sono modelli per tutti i pittori a loro contemporanei, ma Batoni aveva la genialità di creare una sintesi differente nell’uso della pennellata e nella stesura del colore, di una naturalezza e gentilezza veramente ineguagliate. Come dimostrano questi due dipinti: capolavori assoluti di un Batoni poco più che 30enne”.

Le opere

Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo e Atalanta piange Meleagro morentesono i soggetti dei due dipinti, concepiti fin dall’inizio in pendant e desunti dall’artista dalle Metamorfosi di Ovidio. Essi costituiscono una testimonianza importante della passione per i temi mitologici di Pompeo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), per lo più conosciuto come ritrattista, oltre che prove notevoli della sua prima maturità, quando era diviso tra gli studi condotti a Roma e le committenze della sua città natale, cui rimase sempre profondamente legato.

Non appena acquisite, la fondazione mette immediatamente in mostra queste due tele, limpide e brillanti, per condividere, come sempre, la bellezza della propria collezione con tutta la comunità.

Batoni torna a Lucca poiché i dipinti furono infatti realizzati per un eminente cittadino del territorio lucchese, il marchese Lodovico Sardini, tra il 1740 e il 1743. Una fitta corrispondenza tra il mecenate e l’artista, ancora oggi esistente, racconta la loro lunga fase esecutiva. Ereditate poi da Elisa Sardini, le opere furono possedute per discendenza dai conti Minutoli-Tegrimi, fino ad arrivare, a partire dal 2002, sul mercato antiquario, rischiando quindi finire per sempre lontano da Lucca. E provvidenziale è stato in tal senso l’acquisto da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Nella tela Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo,Pompeo Batoni affronta il tema della genesi della vita attraverso un soggetto mai trattato in pittura, come lui stesso ricorda orgogliosamente, e lo interpreta a partire dall’iconografia classica di un gruppo di sarcofagi di epoca romana raffiguranti il mito di Prometeo. Nell’opera il titano Prometeo, l’amico dell’uomo, eroe generoso e nobile, siede di fronte alla statua in creta che sta modellando: un esempio della bellezza ideale giovanile probabilmente ispirata ad una statua antica molto celebre all’epoca, l’Antinoo del Belvedere. Minerva invece, in piedi di fianco a lui, è rappresentata con una farfalla, simbolo dell’anima che viene infusa nella figura.

Anche Atlanta piange Meleagro morente, che invece raffigura il dramma della morte, contiene un riferimento all’iconografia classica da subito riconoscibile: il celebre Sarcofago di Meleagro che nel ‘700 apparteneva alla collezione Borghese e che oggi è conservato al Louvre. Rispetto al modello antico, l’artista traduce il dramma in un’atmosfera più serena, eliminando il particolare delle Moire assetate di vendetta e le figure devastate dal dolore intorno al letto di morte di Meleagro, che conferiscono alla rappresentazione sul sarcofago un’intensità e un pathos che chiaramente l’artista intende mitigare nel quadro, proponendo una versione più consona alla propria cifra stilistica.

Bellezza, appartenenza e identità sono gli elementi che da sempre ispirano le scelte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca nella costituzione di una raccolta d’arte che è sì privata, ma riunita per conservare un corpus di opere in grado di rappresentare attraverso i secoli le vicende artistiche, e non solo, della comunità e del suo territorio. Proprio nello spirito di condivisione, che è connaturato alla nascita della raccolta.