‘Si può, si deve’: la storia privata di Mario Ciancarella si intreccia con i misteri italiani

Un titolo che è l'imperativo morale dell'ufficiale radiato con un decreto falsificato dall'Aeronautica per screditare le sue affermazioni. E che ha finalmente riunito tutta la famiglia

Non poteva essere una presentazione come tante. Era inevitabile che l’appuntamento di venerdì scorso (15 dicembre) a Lucca Libri, per la ‘prima ufficiale’ di Si può, si deve di Mario Ciancarella fosse uno di quei momenti dalle forti emozioni.

Nella ‘libreria di famiglia’, quel Caffè Letterario di viale Regina Margherita che è la diretta derivazione della Libreria San Giusto rilevata da Mario Ciancarella negli anni Ottanta si è vissuto anche un pezzo di storia d’Italia attraverso l’autobiografia dell’“ufficiale democratico che ha sfidato l’infedeltà di Stato”, come recita dil sottotitolo del volume edito da Pigreco Edizioni.

Con la moderazione della figlia, Talitha Ciancarella e gli interventi di Luciano Luciani e dell’editore Guido Farinella si è ripercorsa, nel dettaglio, la vicenda dell’ufficiale dell’Accademia Aeronautica che, guidato dalla Costituzione, cercò di portare anche all’intero delle forze armate istanze di trasparenza e di democrazia. E che per questo, dopo essere stato testimone diretto di circostanze relative alla strage del Monte Serra e dopo aver ricevuto informazioni da un testimone oculare (Mario Alberto Dettori, poi morto in quello che è stato archiviato come suicidio) sulla strage di Ustica fu poi radiato per insubordinazione con un decreto presidenziale che solo negli ultimi anni si è dimostrato falso, in quanto la firma dell’allora presidente Pertini è stata riconosciuta come apocrifa.

Inevitabile che la biografia di Ciancarella, oltre che incrociare un pezzo di storia di vicende non certo edificanti (fra queste anche la morte di Emanuele Scieri, vittima di ‘nonnismo’ in una caserma di paracadutisti nel 1999) diventi anche storia privata e personale, di violenze (raccontate senza fronzoli nel libro) e privazioni, di fermate e ripartenze.

Dopo la radiazione, infatti, Ciancarella iniziò a lavorare al mercato del pesce, fino a quando non ricevette, ha raccontato nella presentazione, la ‘chiamata’ di monsignor Agresti, che lo convinse e lo aiutò a rilevare quella che era la ‘libreria dei preti’, che era a un passo dalla chiusura. “Voglio che sia – gli disse l’arcivescovo – un luogo e uno snodo di persone e idee, non solo la libreria dei preti e delle suore. E solo un cattocomunistaccio come te ci può riuscire”.

Da San Giusto a Lucca Libri, dunque, passando per un secondo arresto proprio per il ‘caso Scieri’ davanti agli occhi della figlia e ancora accuse di follia e di mitomania da parte di chi, come la storia ha dimostrato, probabilmente voleva nascondere delle verità scomode.

Ecco allora che trova un senso il titolo del libro, l’imperativo morale Si può, si deve, che ancora una volta echeggia le parole di monsignor Agresti a Ciancarella: “Se non dai tutto – gli disse – è come non aver dato nulla”.

E Mario ci ha messo tutto, anche il rischio di perdere l’amore della famiglia. Lo ha spiegato bene, per la prima volta, in chiusura di presentazione Sasha, il figlio primogenito, nato prima di Leonardo e Talitha che, per fare carriera militare ha ‘confessato’ di essere stato convinto a ‘tradire’ il genitore radiato. Dopo aver raccontato una storia di distanze e riavvicinamenti, di incomprensioni e di scuse, ha commosso tutti chiudendo con parole che spiegano anch’esse il senso di un libro, che è poi il senso della vita di Mario Ciancarella: “Grazie, comandante, ci hai riportato a casa. Malconci, ma a casa”.

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