Musei del sorriso, si chiude con il botto la seconda edizione del festival. E si pensa già al 2024
La manifestazione si è sviluppata in 45 eventi con la presenza 7000 persone
Musei del sorriso, si è conclusa la seconda edizione del festival diffuso che ha lo scopo di far conoscere e vivere le realtà del Sistema museale territoriale della provincia di Lucca. In questo 2023, c’è stato un ottimo riscontro di pubblico che ha stupito gli stessi organizzatori.


“L’edizione di quest’anno ci ha dato tante soddisfazioni – dichiara Alessandro Colombini, presidente del sistema museale territoriale -. Quarantacinque eventi nei 32 musei che fanno parte della nostra rete, per un totale di 7000 spettatori. E’ sicuramente un grande risultato per la seconda edizione del festival, nella quale abbiamo voluto riprendere i temi affrontati anche nella prima edizione e quindi cercare degli spettacoli teatrali, delle occasioni di incontri culturali che potessero sposarsi con ognuno dei nostri musei, che rappresentano”.
“I musei rappresentano una parte importante della nostra identità – aggiunge Colombini -, si parte dalla Garfagnana, passando dalla media valle, la piana di lucca, fino alla Versilia, con tutta una serie di tematiche che rappresentano l’essenza della nostra cultura, delle nostre tradizioni e del nostro patrimonio, che è veramente straordinario. Lo scopo è quello di fare si che i nostri musei diventino sempre di più un motore culturale. Non soltanto un bel luogo dove si espongono collezioni eccezionali, ma anche e soprattutto, un luogo dove si fa cultura. Per questo dobbiamo ringraziare il lavoro fatto dall’ufficio cultura della Provincia di Lucca, che ha organizzato tutti gli eventi, insieme a Toscana Spettacolo e al contributo essenziale della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. L’idea è quella di andare già ad organizzare gli eventi del prossimo anno. Sicuramente faremmo tesoro di questa esperienza”.
Il Festival è organizzato dalla rete di musei aderenti al Sistema Museale territoriale, coordinati dalla Fondazione Paolo Cresci, in collaborazione con altri partners strategici: la Fondazione Toscana Spettacolo, l’Ufficio politiche scolastiche, culturali e della comunicazione istituzionale, della Provincia di Lucca e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
“Negli ultimi due mesi si sono svolte attività laboratoriali che nascevano nell’ambito della rete museale – spiega Ave Marchi, presidente della Fondazione Paolo Cresci -. Questo ha dato modo di mettere bene a fuoco che, se questa stagione estiva viene prolungata almeno due mesi dall’inizio della scuola, è possibile fare focus direttamente sulla scuola e sulle attività laboratoriale. La varietà delle forme che il festival del sorriso ha assunto in Versilia, invece che in Val di Lima, piuttosto che a Lucca o sulla piana, rappresenta bene la ricchezza culturale di un territorio esteso, molto variegato su cui con la rete si può lavorare in maniera molto efficace. Soprattutto la dove le attività del museo già esisteva e ha avuto più occasioni di pubblicizzazione”.
“Il pubblico poi è il più diversificato – prosegue Ave Marchi -, più di quanto si poteva immaginare e abbiamo trovato molte persone del territorio che hanno seguito le attività, in Versilia si è tenuta anche una visita guidata al cimitero monumentale di Pietrasanta. Perché in un cimitero monumentale, un percorso minimo su opere d’arte celebrative, ha costituito un angolatura interessante sulla cultura locale”.
Sempre a Pietrasanta, nell’ambito del Festival Musei del Sorriso si è tenuta la prima marcia della poesia dedicata al Carducci e che, con tutta probabilità, verrà ripetuta anche nel 2024.
“Io sostengo che la rete museale è una sorta di caleidoscopio che si adatta bene alla dimensione più specifica dei singoli territorio. Quindi dove l’adesione di un museo ce l’ha consentito, non solo sono state messe a norma le dimensioni di sicurezza per il museo stesso, ma addirittura al museo è stata consegnata una stampante 3D utilissima nelle attività laboratoriali, così come la presenza di alcuni degli attori, di Toscana Spettacolo e di lettori, ha costituito un’altra forma di essere museo legato al territorio”.