La carta diventa materiale per realizzare abiti di alta moda, LuBiCa presenta l’arte di James Dimech e la sua collezione ispirata al ‘cappellaio matto’

3 settembre 2024 | 13:44
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Una collezione di 8 abiti per rispondere al tema della biennale del ‘Qui ed ora: domani’. Dimach ha realizzato anche un abito per lo scambio culturale con un festival in Tasmania

Lucca Biannale Cartasia mostra la sezione Fashion Art, la carta e il cartone diventano materiali per creazioni sartoriali di alta moda. Un materiale che diventa un’alternativa ecologica e sostenibile rispetto alla tradizionale produzione tessile.

Per conoscere meglio il mondo della carta legato alla fashion art, abbiamo chiesto a James Dimech, architetto, design e creatore di origami, che utilizza la carta per realizzare abiti. A LuBiCa James Dimech ha portato una collezione di abiti ispirai al celebre romanzo di Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie. Ma oggi il vero protagonista è un abito realizzato in occasione di uno scambio culturale con il festival Paper of skin in Tasmania, creato appositamente da James Dimech per l’occasione e indossato dall’attrice Siria Tasselli.

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“Fin da quando andavo a scuola ha avuto la passione per la carta – spiega l’artista maltese -, anche se poi sono diventato architetto d’interni. Ho sempre lavorato la carta in generale, utilizzandone vari tipi in particolare riciclata da scarti di stamperia. L’altra mia passione è la moda, ho quindi tentato di abbinarli insieme. A me non piace solo fare abiti in carta, mi piace vestire con la carta e lavorarla non è facile, perché la carta non si piega come un tessuto.”

“Il tema della Biennale di quest’anno è Qui ed ora: domani, io ho voluto introdurre nelle mie opere la figura del ‘cappellaio matto’. Il cappellaio matto nel romanzo Alice nel paese delle meraviglie è un simbolo dell’orologio e del tempo ed ha un’idea del tempo più bizzarra di quella che abbiamo noi ogni giorno. Il cappellaio se ne frega di più del tempo rispetto a come facciamo noi. Così ho deciso di abbinare questo tema al tema della Biennale ed infatti gli otto abiti realizzati hanno tutti un cappello”.

Le creazioni di James Dimach hanno uno stile eclettico e sono ricche di dettagli, in cui si nota la particolare attenzione dell’artista.

“E’ difficile poter dire quanto ci metto a realizzare un vestito così – spiega James Dimach -, perché questa non è la mia attività principale e mi dedico alla realizzazione di un vestito solo nel tempo libero. Quello che mi fa impiegare più tempo è il montaggio, perché le parti sono piccoli origami e piccole pieghe che poi vengono attaccati insieme. Non si fanno in un unico giorno, di solito ci impiego tante notti, invece di dormire se mi viene in mente qualcosa proseguo a lavorare fino a che non lo finisco”.

La carta viene considerata un materiale fragile, se viene bagnata poi ancora di più, però i vestiti di James Dimach sono lavabili e molto resistenti.

“Questi vestiti sono stati realizzati con l’intento di essere indossati – aggiunge l’artista -. Quando lavoro io cerco di vestire le forme, se combini la carta con le forme umane è importante scegliere anche la carta giusta (in questo caso carta di sughero e carta di cera d’api ndr). C’è la carta più robusta che può essere utilizzata ad esempio su una gonna che sta dritta. Invece sul pezzo di sopra, il corpetto, ci vuole una carta che stia più morbida. Con il tempo impari sempre meglio e invece di mettere tu la carta al posto giusto è la carta stessa che ti mostra il modo migliore per essere impiegata. Si deve muovere secondo le piegature che si hanno, ma non è affatto fragile”.

Dopo lo shooting fotografico, la modella e attrice Siria Tasselli, ci ha raccontato le sensazioni avuto nell’indossare l’abito: “La sensazione è di avere indosso qualcosa di pesante, ma non difficile da portare, ma proprio che ti sta addosso, che ti avvolge. Questo modello è molto vaporoso e a livello di portabilità si sente che è un materiale diverso rispetto al cotone e la seta, ma non cambia molto”.

Lo utilizzeresti per una serata di gala? “Certo, perché no, se ci fosse l’occasione lo indosserei volentieri. Soprattutto un modello come questo”.