La struttura di Massa Macinaia ha adottato da subito misure stringenti: ecco come ha lavorato
Un fiore all’occhiello che spunta – grazie all’applicazione tempestiva di tutte le tutele necessarie – in un contesto ampiamente flagellato: la Rsa Carlo Marianetti di Massa Macinaia non registra nemmeno un caso di positività al Covid19, tra ospiti (14 in tutto) e operatori sanitari (19 persone impiegate). La struttura – che è composta da una Rsa e da un centro diurno – è gestita da La Cerchia, una società cooperativa sociale onlus che da oltre quarant’anni opera sul territorio, assieme alla Misericordia di Massa Macinaia.
La notizia è di quelle dirompenti, considerato il terribile sprofondo in cui versano decine di realtà simili, in tutto il resto d’Italia. Come è stato possibile evitare uno scenario di contagio, assicurando la salute collettiva, lo spiegano Claudia Codeluppi e Silvia Cristofani, rispettivamente coordinatrice e vice coordinatrice della Rsa.
“La parola d’ordine – argomenta Codeluppi – è stata rispetto. Rispetto delle normative seguite alla lettera e rispetto del prossimo. Consideriamo le persone che assistiamo (l’età media si colloca tra gli 85 ed i 90 anni, ndr) come nostri nonni. Per questo conduciamo una vita controllata in modo da tutelare loro, che sono in età avanzata e presentano diverse patologie, e noi”.
Nei giorni scorsi tutti si sono sottoposti agli esami sierologici sul coronavirus effettuati dall’azienda ospedaliera: i risultati, arrivati il giorno di Pasquetta, raccontano un successo che passa per la cultura della prevenzione. “Significa – prosegue la coordinatrice – che abbiamo lavorato bene. Un record, il nostro, che è stato possibile anche grazie alla chiusura totale della struttura ad ogni accesso esterno”.
La Carlo Marianetti ha pertanto sospeso il servizio di accoglienza diurno, non consente l’accesso ad esterni, si è dotata di un check point all’ingresso per gli operatori sanitari ed il personale delle pulizie (controlli della temperatura corporea all’entrata e all’uscita) ed ha munito tutti i dipendenti – infermieri, Oss e ogni altro impiegato – dei Dpi fondamentali come camici monouso, cuffie, guanti, mascherine e copri scarpe. Non solo: percorsi ad hoc sono stati studiati per i fornitori, mentre ai parenti è stato concesso di lasciare lettere all’esterno, recapitate poi agli anziani dagli operatori. “Proprio perché amiamo i nostri ospiti – specificano le coordinatrici – sappiamo quanto sia necessario tenerli in contatto con le loro famiglie, specie in queste festività. Li facciamo comunicare attraverso videochiamate con smartphone e pc e, inoltre, mostriamo foto e video che ci vengono inviati. Questo li rende molto sereni”.
All’interno della struttura, inoltre, vengono avviati costanti cicli di disinfezione dei locali.
“Ci piace pensare che lungimiranza e professionalità debbano essere sempre i nostri capisaldi, perché le persone più fragili hanno bisogno di essere protette”. Una struttura, la Marianetti, che ha alle spalle dieci anni di ininterrotta attività e che, oggi, assurge a modello certo non solo per il territorio di Capannori. L’Rsa ‘blindata’ all’esterno (sono stati apposti anche cartelli per avvisare a porte e finestre, ndr), la rapida e pedissequa applicazione delle norme e l’amore per il proprio lavoro hanno consentito di ottenere risultati che – alla luce dello scenario nazionale – apparivano davvero difficili da cogliere.