L’approfondimento con il senologo Roberto Baldocchi: “L’innovazione tecnologica è rappresentata dal Mammotest con tecnologia Mammowave”
Nuovo appuntamento per approfondire il Progetto Donna Consapevole, che rappresenta un nuovo modello di educazione sanitaria completa e corretta tale da rendere la donna partecipe del proprio corpo e libera nei comportamenti di prevenzione
Questa settimana analizziamo, con il dottor Roberto Baldocchi, le caratteristiche dei mezzi diagnostici strumentali in senologia.
“È importante sottolineare – dice l’esperto senologo – che la diagnosi (a tal proposito si rimanda al seguente link) viene sempre fatta dal medico che può utilizzare da soli o insieme vari mezzi diagnostici strumentali associandoli alle loro metodologie di utilizzo. L’ecografia rappresenta un elemento indispensabile e complementare alla visita senologica ed è dipendente dall’operatore. Solo poche Breast Unit (Lucca è una di queste) sono dotate di questo strumento che si integra con la visita in quanto il medico senologo può indagare su quanto percepito alla palpazione o suggerito dalla donna stessa. L’ecografia utilizza ultrasuoni (onda meccanica) a bassa frequenza ed energia emessi da una sonda specifica. Queste onde sonore colpiscono i vari tessuti producendo un’onda di ritorno (eco) che captata viene tradotta in immagine. Conoscendo la composizione del tessuto mammario è possibile capire le immagini sospette da quelle che rappresentano la normalità o la patologia benigna. I limiti tecnologici sono determinati dalla profondità e quindi, dalla messa a fuoco, dalle varie densità similari, dalle angolazioni della sonda, ma soprattutto dalla manualità e qualità dell’operatore. L’ecografia, proprio perché non può esprimersi in comparazioni omogenee, non viene utilizzata negli screening, ma solo nella diagnostica del momento”.
“Poi c’è la risonanza magnetica (RM) – spiega Baldocchi – che utilizza onde a radiofrequenza emesse da un campo magnetico. Questa metodica è sostanzialmente innocua, è molto costosa ed ha una durata per esame elevata. Dal momento che necessita di ambienti specifici e protetti è poco presente nei vari territori: ha bisogno di un software specifico per l’acquisizione dei dati e l’esperienza degli operatori di settore, perché la metodica è poco praticata e poco in uso, risulta modesta. In alcune regioni (compresa la Toscana) viene riservata al controllo delle donne portatrici di mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2, ma non alle donne con familiarità. Inoltre la sua specificità non è elevata tanto da generare molti falsi positivi. In conclusione l’accesso a questa tecnologia è, al momento, modesta”.
“La mammografia utilizza, al contrario di tutti gli altri dispositivi diagnostici, radiazioni ionizzanti ad alta energia – prosegue il senologo – Sono raggi corpuscolari che, impattando con la materia ed i tessuti, liberano gli elettroni dagli atomi (ionizzazione) creando di conseguenza reazioni chimiche sulla lastra fotografica; reazioni che quando colpiscono i tessuti mammari possono creare alterazioni biologiche e anche cromosomiche. Il beneficio diagnostico però compensa il rischio clinico: l’importante è non abusarne perché gli effetti si sommano nel tempo. Ora è utilizzata, oltre alla mammografia digitale (usata negli screening), anche la mammografia in tomosintesi che dovrebbe essere riservata solo in casi selezionati con sintomatologia specifica. Si tratta di una vera e propria TAC. Le radiazioni assorbite da ogni seno variano da 5 a 10 volte rispetto ad una mammografia standard: in termini numerici la quantità di RX assorbiti corrisponde quasi alla totalità di uno screening mammografico completo. Per questo motivo è obbligatorio, all’interno del referto, evidenziare la quantità di radiazioni usata nell’esame per essere trasmessa nella cartella sanitaria della paziente. I limiti sono certamente la gravidanza e l’allattamento, la presenza di protesi e soprattutto il seno denso giovanile e delle nullipare (le donne che non hanno avuto figli). La qualità del tecnico e del macchinario per l’acquisizione dati e del radiologo per la refertazione oltre che per l’ambiente protetto sono altri limiti”.
“Il Mammotest – conclude il dottor Roberto Baldocchi – con tecnologia Mammowave rappresenta l’innovazione tecnologica, già in essere a Lucca, per il futuro. L’antenna trasmittente emette delle microonde a bassa frequenza prodotte da una micro carica elettrica e, attraversando i vari tessuti della mammella, queste microonde vengono misurate come differenze dielettriche e tradotte in numeri da un’antenna ricevente. In pratica viene scannerizzata la mammella con 2.500.000 acquisizioni per ogni seno. L’Intelligenza Artificiale riceve questi dati e riesce a compararli velocemente con i parametri senologici di riferimento evidenziando le anomalie sia su base statistica che probabilistica. Questa tecnologia non dipende dall’operatore, è innocua, può essere utilizzata in ogni età, è indipendente dalle mestruazioni, dalla gravidanza o dall’allattamento, dalla densità del seno, dalla presenza delle protesi e si integra perfettamente con tutti gli altri mezzi diagnostici precedentemente illustrati. Le uniche limitazioni sono la presenza di pacemaker, di piercing (a meno che non vengano tolti) e tutti quei motivi fisici e posturali che non permettono di accedere al dispositivo”.
A tal proposito si rimanda all’intervista fatta al Dottor Roberto Baldocchi dove viene illustrata questa nuova tecnologia.
Per ogni ulteriore informazione, approfondimento o per fissare un appuntamento telefonico con il dottor Roberto Baldocchi sono attivi il numero 0583.080338 e la pagina web https://www.miodottore.it/strutture/centro-senologico-del-dott-roberto-baldocchi.