Infermieri in rivolta: “Ospedale, poco personale in reparti”

Poco personale e turni massacranti per gli infermieri. In più una situazione di grande incertezza legata all’apertura del nuovo ospedale di Lucca. A denunciarlo è il sindacato provinciale NurSind che chiede alla direzione generale dell’Asl di fare chiarezza e accogliere le richieste avanzate da tempo, ovvero di inserire nel piano delle assunzioni dell’azienda un adeguato numero di infermieri. “Gli Infermieri non possono più sopportare simili condizioni lavorative, tanto più in questo periodo storico, in cui, a breve, si vedrà realizzato il grande sogno della dirigenza aziendale: il trasferimento al nuovo Ospedale S. Luca in località S. Filippo”, sottolinea il sindacato.
“Da quando si è insediato il nuovo direttore aziendale, Antonio D’Urso e il suo staff dirigenziale, da circa 2 anni, l’obiettivo primario è stato quello di riorganizzare tutti i reparti ospedalieri, accorpando le varie specialistiche internistiche (Pneumologia, Neurologia, Nefrologia, Oncologia ecc.), in un unico dipartimento medico polispecialistico e le varie specialistiche chirurgiche (Otorino, Ortopedia, Chirurgia Plastica, Urologia ecc.), in un unico dipartimento Chirurgico polispecialistico, con l’intento di preparare i vari dipartimenti ad essere alloggiati perfettamente nella nuova struttura dell’ospedale S. Luca. Tale processo riorganizzativo aziendale, determinando una cospicua riduzione di infermieri, ha sottoposto tutto il personale sanitario a grandi sacrifici dettati da cambiamenti sia gestionali operativi, utilizzando nuovi strumenti tecnici ed informatici, nuovi modelli assistenziali, che di ubicazione lavorativa (nuovi settings multi specialistici, nuove equipe multiprofessionali). Tutto il personale sanitario, in particolare quello infermieristico, da professionista esperto, lavorando da svariati anni in settori specialistici, è stato costretto a trasferirsi in nuovi settori ed a svolgere con sacrificio corsi formativi serrati, al fine di garantire, in qualsiasi circostanza lavorativa, spesso facendo rientri per ricoprire le lunghe assenza di colleghi in gravidanza, aspettativa e pensionamenti mai sostituiti, un aggiornamento professionale volto a fornire un adeguato servizio assistenziale alla collettività”.
Una situazione che, secondo il sindacato, è resa ancora più difficile da alcune “incognite”. “Al momento sembrerebbe che tutto stia procedendo come pianificato – sottolinea Nursind -, ma in realtà l’estemporaneità regna sovrana. Nell’ospedale Campo di Marte si respira un’aria di incertezza e di disorientamento. Per la terza volta la dirigenza aziendale ha fissato una nuova data, probabilmente il 18 maggio, per il trasferimento al nuovo presidio S. Luca e tutto grava sulla disponibilità del personale sanitario, in particolar modo degli infermieri ed operatori socio sanitari, a cui si chiedono continuamente sacrifici di prolungamento giornaliero del loro orario di lavoro, di rinunciare alla fruizione di ferie e di riposi per colmare sia la preesistente carenza di personale assistenziale, che per la preparazione di tutte le attrezzature, arredi, per il nuovo ospedale S. Luca. In tutti i settori aziendali il personale assistenziale è insufficiente, risulta essere ai minimi storici; non sono coperti molti turni di operatori che lavorano nelle 24 ore, coloro che garantiscono la continuità assistenziale; infatti nelle medicine mancano nella dotazione organica 6 Infermieri turnisti nelle 24 ore, in Pronto Soccorso 6 infermieri e 3 Oss, in Medicina d’Urgenza mancano tutti gli infermieri a giornata sulle 12 ore che erano previsti al momento dell’attivazione di questo servizio, in Cardiologia 4 infermieri, nel dipartimento Materno Infantile 2 operatori, nel Blocco Operatorio 4 nfermieri e in Ortopedia altri tre. Non ci soffermiamo a descrivere in dettaglio la mancanza di personale infermieristico sul territorio, dove le condizioni sono così critiche che gli operatori oltre che svolgere contemporaneamente le proprie attività fra i vari servizi sono costretti a spostarsi fra un distretto Socio Sanitario e l’altro per garantire la continuità dei servizi territoriali alla collettività. Alla luce di quando descritto, siamo veramente preoccupati, per le condizioni lavorative dei colleghi infermieri ed Oss e per la loro difficoltà, ormai divenuta insostenibile ed ingestibile, ad espletare il loro mandato professionale finalizzato ad erogare un’assistenza qualificata, personalizzata ed appropriata a tutte le persone bisognose, che si affacciano alla nostra azienda socio sanitaria per risolvere i loro problemi di salute. Altra fonte di preoccupazione sono le innumerevoli informazioni, alcune volte contraddittorie, della Dirigenza Aziendale, che si sono susseguite nel tempo. Ad oggi risulta essere stata spostata, per diversi motivi, almeno 3 volte la data del trasferimento; da gennaio è stato richiesto al personale sanitario di non programmare le proprie ferie al fine di rendersi disponibili per il grande ed eccezionale evento storico, sia per la fase di preparazione, di trasferimento che attivazione- consolidamento di tutte le attività sanitarie del nuovo Ospedale S. Luca”.
Poi c’è la questione del trasferimento del direttore generale: “Da una parte – incalza il sindacato -, viene chiesto a tutto il personale assistenziale di rinunciare ad ogni impegno personale per dare un prezioso contributo “materiale” al trasferimento al S. Luca, e dall’altra si apprende la notizia ufficiale che il 18 maggio il direttore generale si trasferisce ad altra Azienda Sanitaria di Roma. La nostra organizzazione sindacale, ha segnalato più volte alla Dirigenza Aziendale queste condizioni lavorative esasperate dei dipendenti, che avrebbero potuto avere anche delle ripercussioni negative sulla qualità assistenziale erogata alla collettività. L’Azienda non ha ancora stabilito come risolvere alcune problematiche, come quella del posto auto dei dipendenti, che con gli attuali circa 400 posti disponibili, non risultano essere sufficienti a coprire il reale fabbisogno di tutto il personale. Inoltre rimane ancora in sospeso la questione sia della sicurezza dei locali adibiti a spogliatoio per i dipendenti, che trovandosi nel semi-interrato, distanti dal complesso ospedaliero, risultano essere isolati e poco sicuri per il lavoratore, che della localizzazione degli orologi marcatempo mancanti all’interno della struttura. Tutte queste criticità organizzative, assieme ad altri disservizi, quali la probabile impossibilità di utilizzo del servizio di elisoccorso all’interno del presidio ospedaliero S. Luca, investono direttamente le condizioni lavorative degli operatori ma gravano soprattutto sulla qualità assistenziale erogata a tutta la collettività. Il vertice aziendale, non può esimersi dal fornire delle risposte immediate ed adeguate alla carenza di personale infermieristico ed Oss, sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo la continuità dei servizi offerti alla popolazione, tutelando contemporaneamente la sicurezza e la qualità lavorativa dei dipendenti”.