



Grande affluenza per la prima giornata di Anteprima Vini della Costa Toscana, iniziata questa mattina con la presentazione del libro di Oliviero Toscani dedicato ai 65 produttori Grandi Cru della Costa. Una sala affollatissima ha dato il via alla due giorni, con il direttore del Tirreno, Roberto Bernabò, che ha intervistato gli autori del libro I sessantacinque grandi dei Cru della Costa Toscana. A parlare Oliviero Toscani, nella duplice veste di fotografo e produttore di quella parte di Toscana che guarda al mare, Francesco Merlo, editorialista di Repubblica e Ginevra Venerosi Pesciolini, presidente dell’Associazione Grandi Cru.
Le foto della “prima”
La scheda del libro
Parlare di vino per parlare d’Italia. È questo il filo conduttore che tiene unite le numerose pagine dell’ultimo impegno lavorativo di Oliviero Toscani. Un libro, né più né meno, che racconta, per immagini, i volti e i gioielli dei 65 produttori di vino Grandi Cru della Costa Toscana. Narrando così la storia dell’Italia di oggi, letta attraverso il vino. Una sorta di lente d’ingrandimento sulle fatiche, sulle difficoltà, sui sacrifici e sui sogni degli artigiani della terra.
Realizzare un libro capace di lasciare un segno, un volume che potesse vivere anche dopo e indipendentemente dalla due giorni al Real Collegio. Questa l’idea di Toscani, sintetizzata nella bella pubblicazione “I sessantacinque dei grandi Cru della Costa Toscana”. Un libro artistico che comprende oltre 80 foto, tra cui 65 primi piani dei Grandi Cru della Costa Toscana mentre maneggiano la propria bottiglia del cuore. Un lavoro collettivo da sfogliare, da guardare, ma anche una trama da leggere e su cui riflettere. Non a caso, infatti, i testi portano la firma di Salvatore Settis e di Francesco Merlo. Il primo si è cimentato in un saggio che affronta le problematiche legate al paesaggio e alla terra, alle difficoltà che devono affrontare gli agricoltori. Merlo ha invece scritto tre racconti che intrecciano vino e attualità, storie, suggestioni e difficoltà nel contesto socio-politico dell’Italia di oggi. “E’ il primo libro fatto dai produttori. Una novità assoluta – spiega Toscani – perché non è una vetrina autoreferenziale, ma un libro vero e proprio che parla dell’Italia dei nostri giorni e della sua condizione. Ho ritratto i volti di persone speciali che sentono la fatica del produrre nel nostro Paese. Il tema del vino è sullo sfondo, utilizzato come veicolo per arrivare a tutti e per toccare tematiche che coinvolgono anche coloro che di vino sanno poco o niente, ma quello che emerge è altro. Da un lato ci sono le eccellenze, dall’altro c’è un sistema nazionale che non funziona e che non ti aiuta».
Leggendo le pagine e guardando le fotografie, Toscani, Settis e Merlo sono riusciti nell’intento di raccontare l’anima composita del viticoltore, agricoltore e artista, lavoratore e sognatore. Il fascino che traspare sta nelle storie che questo libro riesce a far emergere. Perché ogni vigna e ogni vino sono prima di tutto una storia personale. Il vino è cultura, tradizione, rito. Il rischio, quando si parla di vino, è quello di cadere nella moda, nello status symbol, nel riempirsi la bocca di parole fruttate. Dimenticando il più e il meglio: perché il vino è prima di tutto un accordo in mezzo ad altri accordi, come il mangiare, l’educazione, l’ambiente, il paesaggio, l’armonia. «Il vino è di chiesa e di osteria, porta in alto in Paradiso e fa ricadere nelle tenebre dell’Inferno. È l’ingrediente fondamentale della vita di questo Paese, è il prodotto che ha reso l’Italia famosa nel mondo, pur restando, nella sua universalità, accessibile a tutti», incalza il fotografo. Come a dire: un vigneto non è soltanto una distesa di filari ben allineati, non è soltanto lavoro, fatica e la gioia antichissima della vendemmia, è anche sofferenza, è anche un’orchestra e il vignaiolo è il suo direttore, il suo accordatore. E se oggi abbiamo tanti buoni vini, se un grande patrimonio enologico è resistito al tempo lo si deve esclusivamente a una razza di viticoltori, tenaci e intelligenti, che hanno saputo valorizzare e rendere grande il vino. Ciò che racconta Oliviero Toscani, dunque, è un’Italia di bellezza e di contraddizioni. «Difendo i prodotti della nostra terra, non solo perché sono italiani, ma perché sono di qualità – conclude – Difendo i prodotti buoni italiani dalle inefficienze e dalle piaghe negative della sua stessa terra: l’Italia è un paese corrotto, corruttibile e corruttore. Difendo la qualità e questo libro è qualità pura. Sono molto soddisfatto, perché è un volume da leggere, è un viaggio nella storia e nella politica italiana, dove ci sono i produttori, ci sono i protagonisti di questo pezzo di terra, ma in realtà raffigurata in queste immagini, in mezzo a tutte queste parole, c’è l’Italia intera”.