Maggioranza, quanto tempo sprecato in beghe da pollaio

11 maggio 2014 | 08:09
Share0
Maggioranza, quanto tempo sprecato in beghe da pollaio

Una tempesta in un bicchier d’acqua. E nella maggioranza si sfiora lo psicodramma. Il “caso Friedman” è l’ennesimo esempio, purtroppo emblematico, di come in questi ultimi mesi, almeno da dicembre a questa parte, dopo la vicenda delle illuminazioni natalizie, sia facile far andare in fibrillazione una maggioranza, infilandosi fra le sue contraddizioni come una lama nel burro. E su temi non certo di primaria importanza politica.
Senza voler entrare nel merito di una questione che può appassionare certamente, ma solo i diretti interessati, va comunque ricordato che la polemica non riguarda l’urbanistica, il bilancio, la sanità, il nuovo ospedale, la viabilità, l’ambiente. Ma la presentazione di un volume per cui si sarebbe favorita una libreria ai danni di un’altra. Polemica legittima, sia chiaro, e risposte necessarie. Ma che sicuramente non rappresentano un tema in grado di far passare notti insonni ai cittadini-elettori.

Il problema è un altro. E non riguarda neanche i rapporti interni alla maggioranza e al Partito Democratico, anche se è chiaro che tocca al segretario comunale, Francesco Bambini, cercare di evitare che questi dissidi esplodano in tutta la loro (a volte infantile) violenza. Ma riguarda un’ostinata, miope, perseverante volontà di questa amministrazione di chiudersi a riccio intorno ai temi e alle questioni. Che troppo spesso evita di dare risposte certe, chiare e univoche, oltre che vere, sui temi che vengono di volta in volta sollecitati da una categoria, quella dei giornalisti, che per prima cosa vuole sapere e quindi comunicare alla maggior parte dei cittadini. Almeno teoricamente.
E’ del tutto evidente che le forzature e le interpretazioni sono state agevolate proprio da questo atteggiamento, del sindaco e della giunta, di blindare le riunioni, di posticipare le comunicazioni, di rispondere sempre con un “faremo e vedremo” che conferma un attendismo non sempre foriero di risultati. E in queste maglie chi fa questo mestiere, e succederà sempre, si infilerà, cercando di “attaccare” l’anello debole e di superare gli ostacoli del “no comment”.
Ed anche, va detto, di contestare decisioni e scelte ridicole e anche imbarazzanti. L’esempio recente riguarda l’incontro con Soprintendenza e Summer Festival di mercoledì scorso. Tutti sapevano dell’appuntamento e alla richiesta di notizie si sono sentiti rispondere che il comunicato stampa sarebbe arrivato il giorno dopo. Cosa che puntualmente è avvenuta. Peccato che si trattasse ancora di una situazione interlocutoria, che non spiegava né quando né dove le scritte pubblicitarie da rimuovere sarebbero state portate. E che non teneva conto del fatto che, comunque, le posizioni delle diverse parti in qualche modo, e a breve, sarebbero state sviscerate. Quindi: a che pro attendere? Per evitare quali polemiche? E soprattutto: come può essere concepibile di chiedere a parti terze, privati o associazioni di categoria, il silenzio e la “massima discrezione”? Neanche si trattasse di preziosi segreti militari da custodire.
Che dire poi dell’intervento su piazzale Verdi, deciso di venerdì e comunicato al lunedì successivo (è noto, il weekend porta consiglio), per attendere il voto della giunta. E’ giusto, ovviamente, da parte di un ente pubblico, usare tutte le cautele necessarie. Ma a quel punto bisognerebbe stare zitti, anche per evitare brutte figure, allorché si annuncia il piano strutturale entro settembre, il bilancio di previsione entro marzo, il terminal bus alla stazione entro un anno e tutto il corrimi dietro. Altrimenti, poi, è legittimo pensare che il Comune fosse a conoscenza della questione elettrodotto da tempo, delle criticità della viabilità verso il nuovo ospedale San Luca e di tanto altro ancora e che si è tenuto per sé questi temi per evitare brutte figure.
Il silenzio, l’attendismo, la cautela o paga sempre o non paga mai. E la soluzione non è la “caccia all’untore”, a chi spiega e a chi racconta lo scenario in cui ci si muove. La soluzione si chiama strategia, che è l’esatto opposto dell’improvvisazione. Una strategia che, ad esempio, ieri forse avrebbe stoppato l’intervento del vicesindaco che ha “riaperto” il caso Pagliaro, chiedendo pubblicamente un intervento forte dal Pd comunale. E che avrebbe meglio promosso il fatto che qualcosa, forse davvero, sul tema del piano strutturale si sta muovendo.
Ma forse è chiedere troppo a chi, da qualche mese a questa parte, non riesce a uscire dalla logica delle beghe da pollaio. Alimentando così chi di questo, con o senza secondi fini, ama parlare. O forse si preferisce, questo è l’altro dubbio, assecondare la polemica spicciola per non affrontare i temi più importanti. Quelli, ad esempio, elencati nella richiesta di sfiducia alla giunta presentata dalla consigliera Rosellini del Movimento Cinque Stelle che sarà presto integrata da Forza Italia e che sta spaccando anche il fronte di Liberi e Responsabili (Lido Fava sarebbe pronto ad apporre la firma al documento).
Anche questo è un dubbio legittimo. E che attende risposte rapide e concrete. Come la crisi di giunta, che non può essere stiracchiata verso un nuovo rimpasto “balneare”. Il tempo è prezioso e passa, inesorabilmente.
Bisognerebbe riuscire, se possibile, a non sprecarlo.

Enrico Pace