Lavori per altri 35 posti in carcere, i sindacati dicono no

L’ipotesi di ristrutturare l’ottava sezione del carcere San Giorgio di Lucca, per ricavarne, in un solo piano, altri 35 posti per i detenuti, scatena i sindacati che rappresentano la polizia penitenziaria, che in un comunicato congiunto sottoscritto anche da Cisl, Uil, Cgil, Ugl, Sinappe, Osapp, oltre che dal Sappe, sottolineano l’urgenza di altri lavori all’interno della casa circondariale. “Sembra che l’amministrazione sia orientata a ristrutturare parzialmente questo reparto per recuperare un solo piano detentivo per un totale circa di 35 posti. Tutto ciò – sottolineano i sindacati – è inammissibile, in quanto tutti sanno che la struttura del San Giorgio è fatiscente e necessita di lavori urgenti più importanti. La sala colloqui è puntellata da anni – sostengono i sindacati -, è inadeguata e non a norma per effettuare tale servizio alla popolazione detenuta. La sala regia, cuore dell’istituto lucchese necessità di urgenti interventi per la necessaria funzionalità e messa in sicurezza. I detenuti non hanno spazi idonei e sufficienti per effettuare la socialità e le attività trattamentali necessarie a dare uno un po’ svago e dignità ai reclusi”. “Uno spreco di denaro pubblico”, sottolinea invece Fabrizio Ciuffini, segretario generale Fns Cisl Toscana.
Ma i problemi non sono finiti qui, secondo i sindacati che con una lettera si sono rivolti oltre che al direttore del carcere Francesco Ruello, al prefetto Giovanna Cagliostro, al presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, al sindaco Alessandro Tambellini e al provveditore dell’amministrazione penitenziaria, Carmelo Cantone. “La mensa agenti – aggiungono -, dove tutto il personale è costretto a consumare il pasto, è scandalosa. Non ci sono fondi per rimuovere l’amianto sito in una parte dell’istituto. Per non parlare della caserma agenti e dei posti di servizio del personale di polizia penitenziaria. Nell’istituto lucchese è quasi inesistente qualsiasi forma di automazione, il personale di polizia penitenziaria è costretto ad aprire e chiudere a mano, con pesanti chiavi di ottone, tutti i cancelli o porte di sbarramento”.
“Aprire nuove sezioni detentive – aggiungono i sindacati -, alla ricerca di nuovi posti per recludere i detenuti senza prima ricercare nuovi spazi per la socializzazione e per le attività trattamentali, limitiamo ulteriormente la circolazione dei detenuti alla fruizione dei limitati spazi già esistenti, aumentando la tensione tra di loro e inevitabilmente innalzando esponenzialmente i carichi di lavoro del personale di polizia penitenziaria, degli operatori e dei relativi rischi connessi. Il reparto da ristrutturare, ha un piano superiore, che per anni è stata la casa di piccioni e altri volatili che hanno sommerso di escrementi. Attualmente i detenuti sono costretti a fare socialità in spazi limitati, non hanno delle strutture idonee per tutte le attività trattamentali, e il Ministero cosa fa ? Spende quasi un milione di euro di soldi pubblici, per fare un nuovo reparto? Adesso che la popolazione detenuta di Lucca viveva una situazione di relativa calma, adesso che si può parlare di qualche progetto formazione con la Provincia o il Comune, non si comprende il perché di aprire un ulteriore reparto per reperire ulteriori posti detentivi. Tutto questo – aggiungono le sigle – non può essere accettato, per questo si sensibilizzano le istituzioni, a volere intervenire, per quanto di vostra competenza, per far sì che non vengano ricercati nuovi posti detentivi, ma piuttosto strutture per la socialità e le attività trattamentali, proprio su questa problematica che riflette per altro la sentenza Torregiani , la direzione di Lucca e il provveditore di Firenze hanno presentato un progetto per aumentare gli spazi in comune per le attività trattamentali,visto che questi spazi a Lucca sono quasi inesistenti”.
“Non passa giorno – sottolinea Fabrizio Ciuffini di Fns Cisl -che emergono fatti che dimostrano come, al contrario rispetto al rigore economico chiesto in generale ai Cittadini, lo Stato assuma scelte che vanno in direzione diversa e sprecando preziose risorse. E’ il caso del Carcere di Lucca che da anni è oggetto di denuncie da parte delle organizzazioni sindacali del personale di polizia penitenziaria, costretto ad operare in una struttura, quella del S.Giorgio, degradata e con interventi di manutenzione bloccati da anni per assenza di stanziamenti economici.
Adesso scoppia il caso per una nuova contestazione al Ministero. Mentre non si registrano interventi per la messa in sicurezza della struttura, il Ministero ha avviato le procedure, che risultano in fase avanzata di appalti pubblici, per ristrutturare un solo piano detentivo di un padiglione interno al carcere lucchese chiuso da decenni. Un vero spreco di denaro pubblico. Abbiamo sollecitato la nostra segreteria nazionale sul problema Lucca e questa è intervenuta sul Ministero per chiedere anche un intervento straordinario per assegnare in quel carcere anche qualche nuovo agente penitenziario. Infatti ogni estate, sia Lucca che Rimini, per effetto della vicinanza a località balneari di grande richiamo per milioni di Persone in villeggiatura, registrano un sensibile aumento della popolazione detenuta, a causa della più intensa attività di contrasto ai reati da parte dei colleghi della altre forze di polizia. Anche su questo sarà necessario che il Ministero intervenga per alleviare i gravi disagi vissuti da chi nel carcere deve poi operare. Il personale di polizia penitenziaria è pronto a mobilitarsi per una protesta alla situazione ormai insostenibile per quanto descritto”.