
L’assemblea generale annuale dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Lucca si è tenuta oggi (13 giugno) a Pietrasanta al Museo del Musa, in forma strettamente privata per procedere agli ordinari adempimenti statutari. L’assemblea è stata l’occasione, oltre che per far conoscere la sede distaccata dell’Associazione, impreziosita dalla recente apertura del museo virtuale del Musa, teatro di manifestazioni di grande livello culturale e artistico, “anche per ribadire – dicono da Assindustria – la vicinanza di Assindustria Lucca al territorio industriale e, in particolare, ad un settore, quello lapideo, messo sotto assedio da una normativa paesaggistica di difficile comprensione e, in generale, da una politica normativa regionale che mal si concilia con quell’ottica di sviluppo e crescita che l’intera filiera del lapideo rappresenta per l’Alta Versilia”.
Nella sua relazione di apertura la presidente Cristina Galeotti ha fatto il punto sulla situazione economica locale evidenziando che “l’anno si è concluso con una crescita nulla della produzione e un lieve recupero del fatturato, un andamento comunque migliore rispetto ai corrispondenti valori medi regionali. Le esportazioni hanno proseguito la lenta ripresa superando nel 2013 i 3,38 miliardi di euro. Il bilancio, rispetto al 2012, è positivo, contrariamente a quanto avvenuto in Toscana. La provincia di Lucca è la terza a livello regionale per valore delle esportazioni, dopo Firenze e Arezzo, e per saldo attivo della bilancia commerciale. Il cartario rimane il primo settore provinciale per esportazioni”.
In materia di credito, Galeotti ha sottolineato, da una parte la necessità di “nuova finanza per le imprese. Ciò è essenziale oggi che i prestiti sono in calo, ma sarà cruciale anche dopo l’uscita dalla crisi, quando il credito bancario avrà strutturalmente un ruolo minore nel finanziamento dell’economia. Le imprese dovranno reperire le risorse necessarie per lo sviluppo attraverso canali alternativi a quello bancario (minibond, private equity, cambiali finanziarie, ecc.)”; dall’altra, “di un nuovo modello di relazione banca-impresa, alla cui costruzione si dovrà concorrere da entrambi le parti. Le imprese dovranno crescere, aumentare il grado di trasparenza e rafforzare la propria struttura finanziaria mediante una maggiore patrimonializzazione e un più ampio ricorso a fonti di debito alternative a quello bancario. Le banche dovranno approfondire di più la conoscenza delle aziende tenendo conto delle loro reali prospettive di sviluppo”.
L’assemblea, molto partecipata, ha approvato all’unanimità il protocollo di aggregazione con le associazioni territoriali di Pistoia e Prato, un altro tassello verso il processo aggregativo che, da circa un anno a questa parte, le tre associazioni hanno avviato, anticipando lo spirito della riforma Pesenti varata a maggio da Confindustria. Ha concluso i lavori Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria, che ha fatto un intervento su “lo scenario economico industriale fra faticosa risalita e cambiamenti strutturali”.