Si restaura la Natività della Vergine della chiesa dei Servi



Chiesa dei Servi: via al restauro del dipinto Natività della Vergine, di Matteo Rosselli. Questa mattina (16 luglio) il sindaco Alessandro Tambellini, insieme al Segretario generale della Fondazione CittàItalia Ledo Prato, a monsignor Michelangelo Giannotti (delegato arcivescovile per i rapporti con la Soprintendenza), alla dottoressa Antonia D’Aniello, cui è affidata l’alta sorveglianza dei lavori e, naturalmente, al restauratore, il lucchese Massimo Bonino. Il finanziamento proviene direttamente dalla Fondazione CittàItalia e ammonta a 20mila euro. I tempi per eseguire il restauro, che dovrebbe partire ufficialmente la prossima settimana, si aggirano intorno ai 5 mesi: la speranza è quella di concludere il tutto entro dicembre prossimo. “Un’altra opera significativa viene restituita alla città – osserva Tambellini – grazie al contributo di una Fondazione con cui Lucca, per via del suo enorme patrimonio artistico, non può che avere un legame solidissimo”.
Il dipinto è un olio su tela risalente al 1636 e presenta misure considerevoli: 340 centimetri di altezza per 244 di lunghezza. Proprio quello delle dimensioni potrà rivelarsi un fattore problematico: “Sarà un elemento di complessità – spiega Bonino, che è stato selezionato dalla Fondazione CittàItalia – ma siamo abituati a questi standard. Il dipinto è stato fatto con materiali accuratamente selezionati, per cui dovremmo reperire i colori ed i tessuti più simili agli originali. Presenta problemi strutturali: c’è un evidente sfondamento che è stato maldestramente rattoppato ed ora è tornato alla luce. Procederemo a rintelarlo, perché necessita di un nuovo supporto per ripristinare la tela. Utilizzeremo materiali reversibili: chi ci metterà le mani dopo di me non dovrà trovare ostacoli insormontabili. Sono certo che verranno fuori dei colori incredibili, quelli che potevano ammirare i frati che alloggiavano nel convento adiacente (l’attuale Agorà)”.
Particolare storico interessante: Rosselli nacque a Firenze e, con ogni probabilità, è grazie alle credenziali presentate dai Servi di Maria dell’attuale capoluogo toscano che riesce a a farsi commissionare opere anche a Lucca. “Qui ci sono tre suoi dipinti – ricorda la dottoressa D’Aniello – tutti vertenti sul tema mariano. Questo restauro rappresenta l’ennesimo tassello nel progetto di far tornare al suo antico splendore un edificio come questo, in un momento di contingenze economiche tutt’altro che favorevoli”.
E il denaro, infatti, ce lo ha messo CittàItalia: “Perché ci chiamiamo così? Pensiamo che l’Italia sia un Paese di città – chiosa Ledo Prato – unite dall’intento di salvaguardare un patrimonio culturale gigantesco. Lucca è socia della nostra Fondazione da molti anni: vogliamo molte città a braccetto e pochi enti bancari. E’ difficile fare una selezione delle opere da salvare: devono farla in primis le città che le custodiscono: questo asse è fondamentale. Il sostegno del 5 per 1000 (il dipinto è inserito nei progetti finanziati con questa modalità, ndr): è importante e non è il solo, perché adesso c’è pure il decreto Art Bonus. Però lo squilibrio tra i fondi destinati al mondo dello spettacolo e quelli riversati sui beni culturali è evidente: parlo di 400 milioni di euro all’anno contro 80. Qualcuno deve pur porre rimedio. Aggiungo una valutazione che ritengo esiziale: se lo Stato non si occupa di fare la manutenzione ordinaria delle sue opere succede quello che abbiamo visto a Pompei. Milioni di euro necessari per porre in essere un enorme intervento emergenziale che poteva essere evitato. Spero comunque di tornare qui prima di Natale, per festeggiare insieme la rinascita del dipinto”.
“Il gaudio è contagioso – commentano monsignor Michelangelo Giannotti – e non posso che unirmi al coro di approvazione per un intervento di valorizzazione di una chiesa che, negli ultimi anni, è stata già oggetto di importanti lavori di restauro”. Medesimo sentimento viene espresso da Ugo Lanfrancotti, Predisente dell’Ente diocesano per le opere di culto e religione.
Come anticipato, il restauro del dipinto, che rappresenta Sant’Anna con in braccio la vergine Maria, è inserito nell’ambito dei progetti che fruiscono della copertura del 5 per 1000 dell’Irpef, come noto destinata alle attività di tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Paolo Lazzari
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