Franchi (Cgil): “Inchiesta pubblica conferma: occorre potenziare trasporto pubblico, non fare nuove strade”

13 ottobre 2014 | 08:07
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Franchi (Cgil): “Inchiesta pubblica conferma: occorre potenziare trasporto pubblico, non fare nuove strade”

Assi viari, anche il sindacalista Umberto Franchi interviene sul tema. “Se lo scopo della conferenza pubblica sugli assi viari – dice – era quello di dare ai cittadini la massima asscurazione sulla bontà del progetto credo che da ciò che è emerso sia stato evidenziato l’esatto contrario. La realtà evidenziata del nostro territorio è quella che un grande scrittore, poeta e regista, di nomePier Paolo Pasolini, paventava già negli anni Settanta: uno sviluppo senza progresso, anzi una qualità dello sviluppo distorto con un profondo regresso ambientale. Purtroppo a distanza di quasi 40 anni, quello che Pasolini paventava è avvenuto anche a Lucca: sono state costruite zone industriali vicino alle abitazioni; sono stati costruiti centri di servizio sociale sparsi nel territorio senza alcuna regola; sono stati costruiti centri commerciali senza strade adeguate  (come nel caso di San Vito) senza  regole e controlli. Tutto è avvenuto solo ed esclusivamente tenendo conto della centralità del profitto e non della salute ed interessi dei cittadini e non del progresso.
Oggi il territorio lucchese è quello con più strade rispetto a tutta la Toscana, con un traffico caotico aggravato la questione della mobilità delle merci, che avviene al 96% su gomma  e quello privato delle persone, su tutto il reticolo stradale presente nel territorio”.

“Ora quello che è emerso con chiarezza sabato scorso – prosegue Franchi – a conclusione dell’inchiesta pubblica promossa dalla Provincia di Lucca, vede il progetto sugli assi viari, (nord/sud- est/ovest) che è stato illustrato dai tecnici dell’Anas, una superstrada sopraelevata che varia da due a cinque metri, che se venisse attuata, porterebbe ulteriore  sconquassi territoriali ed ambientali, attraverso ponti, sottopassi, cavalcavia, strade vicino alle abitazioni, paesi tagliati in due (come Capannori e Tassignano).  L’arteria sopraelevata, non svincolerebbe il traffico dei privati cittadini costretti a percorrere le strade di sempre per recarsi nei luoghi di lavoro, dei servizi e nei centri commerciali, mentre per quanto riguarda il risparmio dei tempi di percorso per le merci trasportate su gomma, sarebbero ben poca cosa rispetto  all’ulteriore inquinamento ambientale, distruzione di un paesaggio naturalistico come quello dei laghetti di Lammari e dell’acquedotto Nottolini. Allora dove sta la bontà di quel progetto? Non esiste una bontà e credo che abbia fatto molto bene il sindaco di Capannori a dichiarare in modo netto che il progetto assi viari va respinto in toto”.
“Oggi solo le associazioni imprenditoriali e pochi politici, sono i veri sostenitori degli assi viari. Essi ripetono in continuazione che si avrebbero tempi di percorso inferiori, risparmio dei costi per quanto riguarda il trasporto delle merci ed inoltre si creerebbero le condizioni per  sviluppare il lavoro. Ma se gli argomenti sono quelli sopra è possibile ed è doveroso rispondere con un progetto diverso, attraverso: la ripresa con forza la battaglia svolta unitariamente dalle istituzioni e dalle popolazioni locali, nei confronti delle Ferrovie e del governo, a sostegno di un progetto di mobilità adeguato con il raddoppio dei binari, come è stata fatta per il raddoppio della Firenze-Viareggio. Questa battaglia va allargata anche per gli scali merci e il raddoppio dei binari delle ferrovie strategiche Lucca-Aulla e Lucca-Pisa. Se ciò si verificasse, sia i cittadini che le aziende ne avrebbero grandi vantaggi in risparmio di tempo, in risparmio di costi, ma sarebbe anche un grande vantaggio per la salvaguardia dell’ambiente, della salute, della natura. Anche per quanto riguarda lo sviluppo occupazionale, non c’è dubbio che il raddoppio delle linee ferroviarie, il rinnovamento delle carrozze, la definizione di ulteriori scali merci porterebbe altrettanta nuova occupazione. Infine è necessario aggisutare le strade esistenti nel territorio e rafforzare sia le piste ciclabili intorno alla città, sia il trasporto pubblico locale. Cioè fare l’esatto contrario di quello che è avvenuto con il Clap , dove anziché coprire il deficit di bilancio attraverso lo sviluppo della rete e dell’utenza, l’amministrazione comunale ha preferito tagliare le corse”.