





Oltre 80 ragazzi delle scuole superiori Nottolini, Civitali e Pertini, con i loro insegnanti, hanno partecipato oggi (3 dicembre) nell’atrio dell’ospedale San Luca ad un incontro di sensibilizzazione sull’importanza dell’uso dei defibrillatori, nell’ambito del progetto Il cuore batte per Lucca. L’iniziativa, che ha riscosso consensi e suscitato l’interesse di molti altri cittadini, ha anche rappresentato l’occasione per un’apertura del nuovo ospedale al mondo della scuola e quindi alla comunità lucchese. Al centro dell’evento la struttura complessa di cardiologia e il dipartimento di Emergenza Urgenza (in particolare con il coinvolgimento della Centrale Operativa 118) dell’Azienda Usl 2 di Lucca, che ne hanno curato l’organizzazione insieme agli altri Enti coinvolti e all’associazione Mirco Ungaretti.
Il progetto Il cuore batte per Lucca – che si pone l’obiettivo di creare un’ampia rete di “cardio-protezione” della città – è infatti sostenuto da Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Azienda Usl 2 e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Dopo il saluto dell’assessore provinciale alle politiche giovanili e sociale Federica Maineri, che ha ricordato la rilevanza del progetto dell’Associazione Ungaretti, che si propone di far crescere ulteriormente nella popolazione la conoscenza e la consapevolezza dell’utilità di questo strumento, che dovrebbe diventare sempre più di uso comune.
La Provincia di Lucca, insieme con la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ha tra l’altro contribuito all’acquisto delle apparecchiature salvavita, in collaborazione anche con il Comune di Lucca e l’Azienda sanitaria.
Nel corso dell’incontro al San Luca, il direttore della Direzione medica di presidio Sergio Coccioli ha descritto ai ragazzi le caratteristiche dell’ospedale e il nuovo modello per intensità di cura.
Il direttore della Cardiologia di Lucca Francesco Bovenzi è poi entrato nel merito della prevenzione e corretta gestione dell’arresto cardiaco: “Si tratta – ha ricordato Bovenzi – di una delle principali cause di morte. Si stima infatti, in base ai dati nazionali (60mila decessi su base annuale), che in una città come Lucca si possano registrare ogni anno circa 80 morti improvvise di persone sane di tutte le età, 70% delle quali fuori dall’ospedale e di queste almeno la metà senza che la vittima abbia accanto qualcuno. Cresce, comunque, il numero delle persone che riusciamo a soccorrere e a salvare, grazie soprattutto alla rete del 118 che si occupa della defibrillazione sul territorio, ma è fondamentale creare nella società civile, partendo dai più giovani, una vera e propria cultura su questa problematica. Noi come Azienda abbiamo intrapreso, con le nostre strutture, un percorso di apertura dell’ospedale e di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza, parlando non più solo di malattia ma anche e soprattutto di salute”.
Un altro medico della Cardiologia, Davide Giorgi, che spesso parla di queste problematiche nelle scuole, ha evidenziato che imparare alcune semplici tecniche di rianimazione cardiopolmonare rappresenta un patrimonio di conoscenze da conservare con cura e che il defibrillatore è in grado di convertire con una scarica elettrica un’aritmia maligna che miete ogni anno molte vittime.
Il presidente dell’Associazione, Stefano Ungaretti, ha spiegato le finalità del progetto “Il Cuore batte per Lucca”, che coltiva il sogno di far diventare Lucca, oltre che una città a misura d’uomo, uno dei primi centri europei completamente cardioprotetti grazie ad una rete di defibrillatori semiautomatici, installati in luoghi strategici della città.
Questa iniziativa si va ad integrare con il sistema di emergenza territoriale 118, i cui mezzi dispongono tutti di un equipaggio sanitario con defibrillatore, in modo tale da assicurare un’idonea copertura.
I defibrillatori semiautomatici, dotati si sistema Gprs e videocontrollo, sono infatti direttamente collegati alla centrale operativa del 118 per una rapida localizzazione e per un tempestivo intervento.
E’ fondamentale – è stato ricordato da Stefano Ungaretti e dai suoi collaboratori – intervenire in tempo, entro i 5 minuti dall’arresto cardiaco: in attesa dei soccorsi avanzati, un defibrillatore può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.
Attraverso alcuni video ed una dimostrazione pratica (utilizzando alcuni manichini) sul massaggio cardiaco e sul funzionamento dell’apparecchio salva vita, i rappresentanti della onlus Ungaretti hanno quindi coinvolto gli studenti delle scuole lucchesi, che hanno dimostrato grande interesse e partecipazione rispetto ai temi trattati.
La onlus. L’associazione Onlus Mirco Ungaretti nasce nel giugno 2012 in memoria di Mirco, da sempre impegnato in prima persona nel volontariato e amato da tutti, morto ad appena 33 anni, il 22 giugno del 2009, proprio a causa di un’aritmia cardiaca improvvisa. Lo scopo della onlus – di cui è presidente il fratello di Mirco, Stefano – è di far avvicinare le persone “comuni” al mondo del primo soccorso (Bls) e, in particolare, del primo soccorso con l’utilizzo di un defibrillatore semi automatico (Blsd). L’associazione è attiva anche attraverso una campagna di sensibilizzazione sull’uso dei dae e si è mobilitata, fin dalla nascita, alla ricerca di fondi per la realizzazione di progetti – almeno questo è l’auspicio della onlus – che coinvolgano una platea sempre più ampia di persone. Per questo l’associazione è sempre presente nell’ambito della grandi manifestazioni che si svolgono a Lucca.
FOTO – Alcuni momenti della giornata