Chiusura Provincia, Per Lucca i Suoi Paesi: “Tambellini dovrebbe proporre unione dei comuni”

“La chiusura della Provincia scoperchierà un pentolone in cui bolle un futuro nebuloso che promette di produrre un vero e proprio sfacelo per il ruolo storico della città di Lucca quale riferimento del territorio”. Così l’associazione Per Lucca e i Suoi Paesi sulla chiusura delle Province. “Come era prevedibile gli enti locali si sono dimostrati incapaci a reagire alle confuse sollecitazioni del pessimo decreto Delrio – prosegue l’associazione -. In questo contesto le funzioni della provincia saranno assunte dalla Regione e la storia ci insegna che in questo caso per Lucca saranno dolori. Come sfortunati soloni, da un paio di anni, rivolgiamo accorati appelli al sindaco Tambellini, il quale risponde con un silenzio assordante alle sollecitazioni. Interesse di Lucca sarebbe il mantenere la maggior parte delle funzioni provinciali nella sede di Palazzo Ducale”.
“Solo in questo modo – prosegue l’associazione – si potrebbe preservare il ruolo di un centro storico che appare sempre più destinato a svuotarsi. Per ottenere un simile risultato, oltre ad esercitare opportune pressioni sulla regione, ci sarebbe stato da prendere in serio esame la possibilità di costituire una unione dei comuni della Lucchesia. Questa unione avrebbe dovuto raggruppare tutti i comuni della piana e della media valle e avrebbe dovuto aprirsi alla collaborazione con Garfagnana e Valdinievole. Questa unione avrebbe dovuto articolarsi sulle due sedi storiche di Borgo a Mozzano e Lucca e fare alla regione una proposta forte per mantenere in Lucchesia una serie di funzioni ed un minimo di capacità di governo affidata ai sindaci del territorio. Questa unione – prosegue Per Lucca e i Suoi Paesi – avrebbe forse avuto la possibilità di nascere e svilupparsi se il sindaco di Lucca si fosse adoperato per aprire un tavolo di discussione con le altre amministrazioni del territorio. Cosa ha fatto il nostro sindaco? Non lo sappiamo. I dati in nostro possesso ci suggeriscono che non abbia fatto nulla. Al solito attende in silenzio quello che la regione deciderà. Prepariamoci dunque ad un triste epilogo. Si preparino ad un triste epilogo anche gli operatori commerciali del centro che vedranno, al posto di Palazzo Ducale, uno scatolone tristemente vuoto. Intanto in comune si fanno ipotesi inquietanti sul Campo di Marte dimostrando una sensibilità pari allo zero nei confronti della città, che è attaccata alla storica funzione sanitaria dell’ospedale. Leggiamo ipotesi deprimenti che vedrebbero il trasferimento della Prefettura nel Palazzo Pretorio. Questo vuol dire che si dà già per scontato che, con il nuovo assetto delle autorità di bacino, Lucca venga privata di un fondamentale presidio per lo studio del territorio e la prevenzione delle calamità naturali. Sinceramente ci rifiutiamo di credere che non si tenti neanche di lottare per salvare tale presidio. In questo quadro anche la sensata proposta di fare un solo comune per l’area urbana unendo Lucca, Capannori e Porcari resta nel dimenticatoio. Intanto a Pisa stanno ragionando di mettere insieme cinque o sei comuni per dar vita ad un ente che abbia il peso specifico per divenire il riferimento della cosiddetta area vasta della costa. Non sappiamo se ci riusciranno. Certo è che Pisa, sulla cenere delle province, vorrebbe porre le basi per divenire unico centro di servizi di area vasta per la sub regione della costa. Da articoli di stampa pare addirittura che il sindaco pisano Marco Filippeschi abbia contattato i presidenti delle province confinanti per convincerli ad includere negli statuti un articolo che riguarda l’area vasta e un collegamento istituzionale che possa rilanciarla. Questa ipotesi Lucca non la può accettare e il presidente della provincia ed candidati alle prossime elezioni regionali faranno bene a prepararsi a chiarire alla cittadinanza se sono animati da una vera voglia di lottare contro la logica regionale delle tre aree vaste, una logica che danneggia fortemente Lucca”.