Mercatone Uno, senza investitori i posti sono a rischio

17 febbraio 2015 | 14:39
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Mercatone Uno, senza investitori i posti sono a rischio

Sono in ansia i circa 80 lavoratori del punti vendita Mercatone Uno di Lucca e Altopascio. Ieri un incontro alla presenza dei sindacati e dei rappresentanti dell’azienda non è stato per nulla risolutivo. Il destino della forza lavoro è infatti appeso ad un filo e tutto dipenderà se eventuali investitori busseranno o meno alla porta di Mercatone Business. Il tempo per formalizzare le manifestazioni di interesse dopo la pubblicazione del bando sul Sole 24 Ore sta per scadere e il termine ultimo è fissato al 28 febbraio.

La società, a quanto è stato spiegato ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori, ha bisogno di una immediata iniezione di liquidità. Anche per questo il piano industriale al momento è in stand by: dovrà essere presentato entro i primi 20 giorni del mese di marzo, come stabilisce la procedura concorsuale attivata dalla stessa azienda in tribunale. Anche se ci sono possibilità di eventuali proroghe a 120 giorni appare ormai chiaro che la situazione di crisi è conclamata e che non porterà nulla di buono se non andrà in porto l’operazione per attrarre investitori.
E a Lucca viene appresa con ansia anche la notizia che tre società del gruppo hanno presentato istanza di fallimento. Tra queste c’è quella che gestiva i negozi a marchio Tre Stelle. Società decotte e tecnicamente già fallite, che avevano già avviato procedure di mobilità o ammortizzatori sociali per i dipendenti. Anche se Lucca non è direttamente interessata, lo scenario che si delinea a livello nazionale non fa che preoccupare ancora di più i dipendenti.
Di buono c’è che l’azienda ha presentato per loro istanza per richiedere l’anticipazione dello stipendio di gennaio che fino al 18 era stato “congelato” per la presentazione del concordato in bianco. Un altro incontro con i rappresentanti dell’azienda è stato fissato al prossimo 24 febbraio ma la sensazione è che se ne uscirà ancora con un nulla di fatto.
“La crisi dell’azienda ormai è conclamata e lo dimostrano le notizie che arrivano dal nazionale – commenta Massimo Dinelli, della Filcams Cgil -: ad oggi fra l’altro, secondo quanto confermato nell’incontro di ieri, non sono state ancora formalizzate eventuali manifestazioni d’interesse, quindi le rassicurazioni che pure sono arrivate non sono supportate da nulla di concreto. Quella del 28 febbraio è sicuramente una data importante che farà da spartiacque soprattutto per la definizione del piano industriale dell’azienda. E’ chiaro comunque che ci sarà altro tempo per accogliere eventuali investitori. Resta il fatto che con la procedura concorsuale in corso, l’azienda è costretta a ristrutturare. In che modo non è ancora possibile saperlo, se con la vendita di rami di azienda o la cessione di singoli punti vendita ad imprenditori locali”.
E’ ancora presto per dirlo. Intanto i lavoratori stanno portando avanti la battaglia anche per ottenere l’anticipazione della solidarietà dopo l’attivazione dello strumento.
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