Provincia, un odg per tutelare dal Pit il marmo apuano

20 febbraio 2015 | 12:25
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Provincia, un odg per tutelare dal Pit il marmo apuano

Il Consiglio provinciale di Lucca ha approvato ieri (19 febbraio) un ordine del giorno riguardo al Piano di indirizzo territoriale, mediante il quale i capigruppo chiedono congiuntamente al presidente Stefano Baccelli e alla giunta di impegnarsi in tutte le sedi opportune per garantire il proseguimento delle attività estrattive del marmo. Il documento è stato licenziato ieri con venti voti a favore e un astenuto e, stamani, è stato presentato a Palazzo Ducale da alcuni capigruppo e consiglieri rappresentativi dell’emiciclo provinciale, prossimo alla scadenza. Al tavolo erano presenti, in particolare, i consiglieri Daniele Lazzareschi, Eugenio Tersitti, David Marcucci e Isaliana Lazzerini. “Il piano paesaggistico – spiega Tersitti – è senza dubbio un documento complesso, ambizioso e condivisibile negli obiettivi. Però non tiene conto della necessità di salvaguardare le istanze dei lavoratori impegnati nell’attività estrattiva nelle cave Apuane: non effettua alcun bilanciamento. Ecco perché proponiamo tutti insieme, andando oltre il colore politico, una ridiscussione del documento che porti a degli emendamenti”. 

Il timore principale è legato alla possibilità che il piano paesaggistico, sul quale la Regione toscana procede con barra dritta, così come è stato concepito inizialmente rischi di incenerire posti di lavoro, spegnendo una tradizione secolare e spopolando le montagne della zona. “La difesa della bellezza del territorio – ricordano i consiglieri – è una risorsa importante, ma non può essere l’unica risposta possibile, specie in tempi di crisi”. I consiglieri parlano anche di “ambientalismo imposto”, pur evidenziando il fatto che nessuno disconosce le problematiche esistenti: “Serve una mediazione – dice Marcucci – perché questa è un’attività che fornisce lavoro a centinaia di famiglie e che rappresenta un biglietto da visita unico nel mondo. Il provvedimento, così come è concepito, si mostra scellerato: speriamo che il presidente Enrico Rossi accolga le nostre istanze”. Di intervento tardivo, ma necessario, parla invece Lazzerini: “Ci siamo mossi con troppa calma – fa mea culpa – ma siamo ancora in tempo per evitare i drammatici problemi che potrebbero sorgere. Il piano così com’è si preoccupa solo dei vincoli paesaggistici, senza curarsi delle dinamiche territoriali ed occupazionali: con gli emendamenti lo riequilibreremo”. La principale proposta avanzata dal Consiglio è quella di lasciare ai Comuni le competenze necessarie a gestire la parte deliberatoria, quella che riguarda le concessioni, perché se tutto fosse spostato a Firenze, in mano ad uffici che plausibilmente conoscono molto poco il territorio, succederebbe un disastro annunciato: “Rappresentiamo una comunità di 400mila persone – tuona Marcucci – e siamo tutti uniti, a prescindere dalle nostre idee politiche. Per cui dovranno ascoltarci”. Con l’ordine del giorno l’assemblea consiliare chiede al presidente Baccelli e alla giunta di impegnarsi “affinché nelle commissioni competenti e nel dibattito consiliare, si proceda a una revisione del testo proposto dalla delibera Grt 1121/2014, delle schede di ambito, degli Abachi, della disciplina del piano, della disciplina dei beni paesaggistici e degli allegati, al fine di consentire la prosecuzione delle attività estrattive nelle aree contigue al Parco delle Alpi Apuane, secondo i criteri di sostenibilità, rispetto del paesaggio e dell’ambiente, nonché nell’ambito di un sistema produttivo orientato alla filiera locale e alla creazione di valore aggiunto mediante trasformazione di marmi di alta qualità in prodotti del manifatturiero di pregio italiano”.