Una canzone da Lucca per celebrare la festa nazionale ungherese

13 marzo 2015 | 11:37
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Una canzone da Lucca per celebrare la festa nazionale ungherese

In occasione della Festa Nazionale Ungherese del 15 marzo AssoArma Lucca, associazione Toscana-Ungheria e Historica Lucense pubblicano la canzone scritta con l’amico Joe Natta, leader del gruppo Joe Natta e le leggende lucchesi. Il 15 marzo infatti si celebra il Forráldom del 1848, la guerra di indipendenza ungherese, cui prese parte anche Sándor Teleki. L’idea di una canzone su Teleki Sándor riprende un analogo progetto fatto sul garibaldino lucchese Tito Strocchi. In entrambi i casi si tratta di personaggi per lo piú sconosciuti alla maggioranza della popolazione, e questo richiedeva un intervento divulgativo che stimolasse di nuovo l’attenzione del pubblico e la ricerca degli Storici.
Nel caso di Tito Strocchi abbiamo avuto modo di compiere anche il piccolo miracolo di salvare dall’oblio e l’anonimato la sua sciabola, assieme a tanti reperti del Museo del Risorgimento di Lucca.

La collaborazione con Joe Natta nasce quasi per caso e in un ambito umoristico, essendo lo stesso nato come parodista e cantautore comico. Joe Natta non ha peró mai abbandonato la ricerca artistica e musicale in ambiti diversi, compreso l’impegno civile, le tradizioni popolari e la vera e propria canzone d’autore.
Il recente progetto Joe Natta e le Leggende Lucchesi lo ha visto impegnato a scavare nella memoria collettiva e popolare della cittá, riprendendo e descrivendo in musica una serie di storie e leggende del territorio. A queste si aggiungono, per nostra iniziativa, i personaggi storici come Teleki e Strocchi, con l’ambizione di incuriosire i giovani con un mezzo per loro piú appetibile, la musica.
Se per Tito Strocchi, garibaldino e mazziniano purosangue, genio ribelle e indisciplinato, abbiamo usato un canone stilistico molto “italiano” , usando anche una ritmica piú “da marcia” (un po’come il nostro Inno di Mameli), per Teleki non abbiamo dimenticato le sue origini aristocratiche. Testo e musica vogliono accennare a quella vena un po’ malinconica di tante arie ungheresi, dove si immaginano le pianure, il grande Danubio, che lo stesso Inno Ungherese ricorda con la sua delicata armonia. Se Tito Strocchi era un laico, anzi un ateo decisamente anticlericale, il personaggio di Teleki ci sembrava dovesse essere raccontato con i toni di quella spiritualitá tutta magiara, la stessa che sceglie una preghiera come Inno Nazionale.
“Deve essere chiaro – sottolinea una nota diffusa da Assorma Lucca – che Teleki lo abbiamo immaginato, e che la canzone non ha pretese di assoluta correttezza storica e filologica. Abbiamo voluto pensarlo in partenza per il ritorno in Patria, nella sua Transilvania. Alla gioia del ritorno si mescola un po’ di malinconia per dover lasciare il luogo che l’ha accolto, quel Paese riconoscente per il suo impegno patriottico. Lascia la Bagni di Lucca dove ha vissuto giorni felici, in un ambiente culturalmente vivo grazie alle frequentazioni della cittadina termale. Le terme stesse sono un tratto comune di molte localitá ungheresi ed italiane. Il momento della partenza é l’occasione per ricordare i fratelli d’armi caduti per un altra nazione, per un altro tricolore. Allo stesso modo, la possibilitá di tornare e godere di un’amnistia, si presenta come una medaglia a due faccie: da una parte la riabilitazione nella nuova Ungheria nata dal compromesso del 1867, dall’altra un filo di amarezza, un presagio, l’idea che forse si poteva ottenere di piú, il peso del sacrificio che tutti i compromessi impongono. Viene poi il ricordo del Grande Petőfi e l’aspirazione per un domani di gioia per la Nazione Magiara, che purtroppo dovrá affrontare ancora decenni di dure prove”.

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