Il “mistero buffo” del senso unico nella traversa di via Bandettini, Colucci ironizza sul suo blog

Il senso unico nella traversa quinta di via Bandettini scatena l’ilarità di Francesco Colucci sul suo blog satirico L’Asinone. “E’ una breve strada secondaria, circa 350 metri – scrive Colucci -, grande all’inizio e per quasi tutto il percorso a lato della ferrovia, affiancata da villette o piccoli palazzotti, che negli ultimi 50 metri si restringe alquanto, fino al primo piccolo passaggio a livello di San Donato. E’ così da molti anni ma ultimamente qualcosa è cambiato: nel tratto finale di circa 50 metri e solo in quello, è stato messo un senso unico, già cosa curiosa trattandosi di una traversa interna scarsamente utilizzata dai non residenti, se non per andare al piccolo passaggio a livello”.
“In quel piccolo tratto si trovano solo due villette e un palazzotto, ma tutti gli altri residenti che sono molti, devono tornare indietro. In quei 50 metri la strada è stretta – aggiunge Colucci – ma come tante altre, basta vedere le strade intorno a San Michele in Escheto per esempio. Il mistero buffo è che per tutelare quel breve tratto di senso unico, dritto e con ampia visibilità, sono stati posti ben 7 cartelli stradali e una transenna comunale”. C’è il cartello all’imbocco della traversa – spiega Colucci – “per segnalare che fra 300 metri c’è un divieto e poi 3 dico 3 cartelli e una transenna a presidio del tratto incriminato a cui aggiungere i due cartelli di senso unico dall’altro imbocco della traversa. 7 cartelli e una transenna a difendere un senso unico di 50 metri, di una traversa secondaria. L’Asinone suggerisce al Comune altri possibili interventi: telecamere a raggi infrarossi, per riprese notturne, pattuglie di vigili ogni ora, droni con telecamere per seguire i trasgressori, un paio di dossi per rallentare la velocità di transito e così via. Conclusioni dell’Asinone: un Comune ricco e generoso? Dei residenti con pedigree? O solo uno mistero buffo, uno dei tanti di questa amena giunta comunale?? Ai posteri l’ardua sentenza”.