Avanti lo sciopero degli scrutini al Vallisneri

9 giugno 2015 | 07:56
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Avanti lo sciopero degli scrutini al Vallisneri

Va avanti lo sciopero degli scrutini al liceo scientifico Vallisneri. Lo hanno deciso i docenti che proseguiranno la protesta contro il ddl Buona scuola anche domani e giovedì. “Non siamo la scuola del no”, intendono sottolineare i docenti che aderiscono allo sciopero, sottolineando invece quali sono le proposte per il futuro della scuola. “Già a novembre 2014, in occasione della consultazione avviata dal Governo, avevamo inviato al Ministero un documento articolato in cinque punti, proponendo una riflessione da cui ripartire dopo la selvaggia e demolitrice opera Tremonti-Gelmini del 2008”.

“Non è arrivato alcun riscontro – commentano amareggiati i docenti -. Nessuna risposta. Poi ci siamo sentiti dire che avevamo partecipato alla più ampia consultazione democratica che si sia mai verificata all’interno della scuola. Ciò è spudoratamente falso e alla prima occasione, il 5 maggio, il mondo scolastico ha svelato, con un’adesione senza precedenti, il bluff mediatico della coppia Renzi – Giannini. Si è così reso pubblico il massiccio dissenso nei confronti di un progetto per cui la scuola perde centralità e autonomia nel processo formativo della persona e del cittadino a favore di un modello aziendalistico subordinato, sia culturalmente sia economicamente, ad agenzie esterne e interessi privati”.
“Per questo – proseguono gli insegnanti – lanciamo, ancora una volta, un segnale di dissenso che non vuol dire solo no ma che vuole richiamare l’attenzione sui sì”. “Sì – spiegano anzitutto i docenti del Vallisneri – all’autonomia: ad una scuola che recuperi le proprie capacità e competenze sperimentali: le sperimentazioni realizzate dal basso al Vallisneri così come in tante altre scuole sono state rottamate senza valutarle”. “Sì – aggiungono – agli investimenti nella scuola pubblica: ci vuole un vero imponente piano di investimenti in formazione che sia ispirato ad un modello educativo efficace e condiviso. Di questo nella proposta del governo non c’è nulla”.
“Sì – continuano ad elencare i professori – ad una scuola che si faccia valutare: la valutazione non può però coincidere con un processo arbitrario improntato ad una visione distorta del merito aziendale. Dovrà invece essere capace di produrre miglioramenti all’interno di tutta la comunità scolastica. Per questo – proseguono i docenti – la maggior parte degli insegnanti del Vallisneri sostiene lo sciopero degli scrutini, operando una scelta che non va a danneggiare né studenti né famiglie, ma che viene pagata in termini di tempo, denaro e fatica soltanto dal personale della scuola. È importante per noi testimoniare in questo modo il proseguimento del nostro impegno. Siamo noi scioperanti, non il governo, a dire a buon diritto: basta con l’immobilismo. La scuola non può star ferma e deve tornare a correre davvero”.