Per Lucca: “Le antenne spuntano come funghi, tutta colpa del Comune”

9 giugno 2015 | 23:02
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Per Lucca: “Le antenne spuntano come funghi, tutta colpa del Comune”

“Il passato ci insegna che un’amministrazione comunale può gestire con successo la presenza di antenne telefoniche sul proprio territorio”. Sono parole con le quali Per Lucca e i suoi paesi critica invece l’amministrazione Tambellini. “Le precedenti amministrazioni – si legge in una nota del movimento -, costruendo un piano regolatore ed un regolamento, ci erano riuscite: poche le istallazioni, quasi sempre in cositing, più compagnie sullo stesso palo, e soprattutto sempre in aree scelte dall’amministrazione e su terreni o immobili comunali, mai in luoghi sensibili, ospedali, scuole, ecc. Purtroppo anche su questo settore l’amministrazione Tambellini è riuscita a disfare il lavoro precedente e a lasciare i cittadini in balia degli esclusivi interessi immediati dei gestori telefonici. Le antenne spuntano come funghi (S. Alessio, Ponte S.Pietro, San Concordio), in qualche caso addirittura le compagnie stesse non riescono a fare in tempo a costruire per decadenza dei termini nonostante il “silenzio-assenzo” comunale come a Pontetetto”.

“Purtroppo ad innestare questo caos, dalle gravi ricadute, è stata l’amministrazione che – attacca Per Lucca -, oltre a non aggiornare i piani, si è insipientemente impegnata a distruggere la logica del vecchio regolamento; ha infatti fatto deliberare al Consiglio Comunale l’istallazione di un’ antenna sullo stesso ospedale San Luca, uno dei siti sensibili per eccellenza. Ovviamente se l’ospedale non era servito si poteva istallare un’antenna a debita distanza, non sull’ospedale. E’ chiaro che accumulando contraddizioni Il Comune difficilmente potrà oggi far valere il regolamento comunale di fronte a qualsiasi ricorso al tribunale amministrativo. Di fronte alle compagnie telefoniche così come per molti altri settori, è essenziale far sentire la mano ferma e, guidare e facilitare le scelte sull’ubicazione di antenne in luoghi che possano certamente servire per l’espletamento di un servizio di interesse pubblico, ma salvaguardando la salute e gli interessi dei cittadini. Purtroppo questo è quello che ad oggi non si è verificato”.