S. Michele, contro il banco un altro ricorso al Tar

Non c’è alcuna tregua nella guerra del suolo pubblico in piazza San Michele. L’ultimo capitolo lo ha scritto l’amministrazione comunale che con una determina firmata ieri (9 giugno) dal dirigente del settore commercio, Graziano Angeli, ha disposto che il banco ambulante della società Ciccisbanco sas di Luciana Banchieri sia collocato a partire da 11 metri dal muro della chiesa di San Michele, con un ingombro possibile fino a 17 metri dallo stesso punto. Il provvedimento ha subito scatenato Francesca Valle, titolare del locale La Tana del Boia, che nei giorni scorsi aveva tentato di usufruire del suolo pubblico concesso, sistemando i tavoli davanti al locale. E scatenando ovviamente la reazione della Banchieri e poi l’intervento del Comune. Ora però si profilano da parte dell’attività un altro ricorso al Tar per sospendere l’ultimo provvedimento dell’amministrazione e un esposto alla procura.
Nella determina, pur in presenza di un’ordinanza di sospensiva del Tar, si ricorda comunque che la collocazione originaria del banco era stata indicata dietro al coro di San Michele. Ma il trasloco è stato bloccato dal tribunale amministrativo e, in attesa del pronunciamento di merito, il banco dovrà restare dov’è.
La collocazione del banco ambulante di piazza San Michele “a partire da 11 metri dal campanile della chiesa” sarà quindi “esattamente davanti La Tana del Boia – spiega la titolare -, andando ad avallare di fatto un illecito che si compie da ben 14 anni sotto gli occhi di tutti. Nella determina – sottolinea Francesca Valle – non compare la citazione di alcun atto amministrativo che autorizzi, fino a ieri, l’attuale posizionamento del banco, né sul regolamento al commercio su aree pubbliche del Comune di Lucca in vigore dal 2001 risulta essere disposto davanti La Tana del Boia un posteggio: semplicemente ha scelto di posizionarsi lì in occasione dei lavori dietro il coro e in seguito, finiti i lavori nel ’98, redatto il piano al commercio nel 2001 che evidenziava come il posizionamento a tutta piazza del Banco non fosse congruo vista l’importanza storico/monumentale della stessa, approvato il definitivo regolamento che ne prevedeva la spostamento dietro il coro, all’atto pratico il banco è restato dove si trovava in barba a tutti e tutto, e a quanto pare questa situazione, che si protrae ai danni di un esercizio pubblico da ormai due anni, da oggi ha il benestare del dirigente perché, in sostanza, dalla determina si evince che ‘è lì da 25 anni e tanto a novembre lo spostiamo’”.
“Pare superfluo ricordare – prosegue Francesca Valle – che il diritto pubblico non ammette né usucapione né tanto meno consuetudini o diritti acquisiti in materia di suolo pubblico, e che l’Amministrazione Pubblica nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbe garantire l’imparzialità: ma alla titolare del Banco sono state proposte alternative che, seppur molto convenienti (vedi la possibilità di andare ad occupare fino alla scadenza della sua autorizzazione uno dei posteggi rimasti vacanti in fondo a via San Paolino/angolo piazzale Verdi) non sono risultate gradite, e la possibilità di posizionare il banco fino a novembre di fronte Palazzo Pretorio avanzata dalla Commissione Centro Storico di Confcommercio per lasciar la possibilità ad entrambi di lavorare a pieno regime durante la stagione estiva evidentemente non è stata recepita. In buona sostanza: non è mai stato autorizzato a stare lì ma ci sta da 25 anni, da 14 anni è abusivo (perché non basta pagare il canone, bisogna attenersi alle prescrizioni), danneggia la storicità e monumentalità della piazza nonché gli interessi di un altro esercizio, ma per il dirigente va bene così. Ci piacerebbe in realtà sapere come mai nessuno si sia mai accertato che il regolamento venisse applicato, e invece all’atto pratico avremo un’altra stagione rovinata dall’amministrazione pubblica, un altro esposto presentato alla Procura della Repubblica, un altro ricorso al Tar Toscana: e intanto aumentano i controlli per il decoro urbano a carico degli esercizi commerciali, quando forse sarebbe il caso di garantire una condotta più decorosa dei funzionari”.