Disabilità e non autosufficienza, verso l’integrazione delle funzioni sociosanitarie fra i Comuni della Piana

23 giugno 2015 | 20:51
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Disabilità e non autosufficienza, verso l’integrazione delle funzioni sociosanitarie fra i Comuni della Piana

L’integrazione delle funzioni sociosanitarie fra diversi comuni della piana è stata al centro del consiglio comunale di questa sera (23 giugno). All’ordine del giorno, infatti, era prevista la comunicazione obbligatoria, da parte del sindaco che è anche presidente della conferenza zonale dei sindaci, dell’avvio del procedimento verso la firma della convenzione con Villa Basilica, Porcari, Altopascio e Pescaglia.

“La stipula della convenzione per l’esercizio integrato delle funzioni sociosanitarie – ha spiegato il sindaco Alessandro Tambellini – riguarda l’asse anziani e l’area disabilità, individuati in accordo tra Asl 2, Zona Distretto Piana di Lucca e Comuni di Villa Basilica, Porcari, Altopascio, Lucca e Pescaglia. La convenzione è ai sensi della legge regionale toscana 40/2005 e successive modificazioni del 2014 e questo atto è fondamentale per gli ambiti in cui non è stata costituita la società della salute, come nel nostro caso. E’ necessario evitare duplicazioni che si sovrappongono nelle funzioni degli enti associati. Si cerca così di assicurare il governo dei servizi sociosanitari nella maniera più adeguata per la presa in carico del bisogno sanitario e sociale e la continuità del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale. Il tutto in maniera coerente con i bisogni di salute del territorio. Bisogni che sono diversi nei diversi settori e nelle diverse realtà. Ci prefiggiamo con questo percorso equità di trattamenti e il raggiungimento di una unicità di percorsi per le prestazioni. La garanzia della quantità e dell’appropriatezza delle prestazioni è fondamentale, come il controllo dei costi. In questo caso si coinvolgono le varie realtà territoriali per il processo di programmazione. La convenzione, dopo la comunicazione al Consiglio, verrà stipulata fra il presidente della conferenza zonale, in questo caso il sindaco di Lucca, e il direttore generale dell’Asl”.
Tanti i dubbi nel dibattito da parte dei consiglieri, nonostante la comunicazione non prevedesse un voto finale. Fazzi (Liberi e Responsabili) si chiede “se questa comunicazione sia sufficiente per rendere il Consiglio edotto di quello che sta succedendo. E soprattutto mi chiedo se il Consiglio debba essere interpellato, invece, perchè vengono impegnate risorse. In tal caso occorrerebbe una delibera oppure un atto di indirizzo vero e proprio”. 
La questione politica viene affrontata dalla presidente della commissione sociale, Diana Curione: “Siamo consapevoli – dice – dei passaggi, su cui si va a innestare anche la questione della riforma delle Asl verso l’area vasta. Abbiamo allo stesso tempo ben presente la questione dell’assistenza territoriale, auspicando il supporto al lavoro della conferenza zonale e della conferenza dei sindaci. Da parte nostra il dovere e la responsabiltà è quella di compiere delle scelte strategiche, di modo che tutti i processi decisionali non siano delegati a enti troppo distanti dal territorio”.
Duro l’intervento della consigliera di Rifondazione Comunista Roberta Bianchi: “Senza adeguati e cospicui finanziamenti – dice – si rischia di firmare accordi che non portano benefici, ma che possono anzi creare delle criticità. Tanti i problemi che possono essere legati alla convenzione. Innanzitutto, nonostante la di tutela dei omuni più piccoli, la Asl ci deve essere sempre e occorre sempre trovare un accordo con la Asl per approvare le deliberazioni e questo comporterà non sempre scelte a vantaggio dei cittadini. Le criticità del territorio, in questo settore, sono tante e sono aumentate, così come le convenzioni con le cliniche private: il rischio è che tutto cada sulle famiglie e in particolare sulle donne, che si fanno ancora principalmente carico della cura parentale. E poi ci sono le criticità rispetto all’ospedale per acuti: l’ospedale è luogo critico, manca il personale, che è sottoposto a stress, chiudono i posti letto, chiudono la rianimazione, per non parlare delle liste d’attesa. La situazione è critica e si andrà ad aggravare con la creazione delle tre aree vaste dove i Comuni più piccoli avranno poco ruolo al loro interno”.
E se Martinelli (Forza Italia) chiede come si inserirà il tema della riforma delle Asl sulla stipula della convenzione per Luca Leone (Impegno Comune) i dubbi sono di metodo: “Voglio capire – dice – se è un passaggio obbligatorio o meno. Prima c’erano passaggi stabiliti dalla legge chiari per la costituzione delle società della salute, ora il passaggio rischia di essere poco chiaro e condiviso”.
Il consigliere di Insieme per Favilla, ed ex assessore al sociale, Angelo Monticelli sottolinea “il limite – dice – che sta nel non prevedere di inglobare tutte le attività sociali nella convenzione”. Diventa, invece, una requisitoria alla riforma della sanità del governatore Rossi l’intervento della consigliera del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi: “L’ospedale per acuti è un modello – dice – che sta portando alla cronicizzazione delle malattie e a un aggravamento dei non autosufficienti. I sanitari, i medici e infermieri sono costretti a una diagnosi precoce, rischiando dimissioni anticipate e cronicizzazione delle malattie. Unico obiettivo di questo modello di sanità non è il malato ma tagliare, tagliare, tagliare. Si creerà così un grandissimo aumento della spesa sanitaria. Si è perso il concetto di base, cioè la salute di una persona”.
“Il non aver creato la società della salute – sottolinea la consigliera Pd, Valentina Mercanti – è quello che non ha permesso di inaugurare un ospedale ad intensità di cure avendo già a disposizione adeguati servizi territoriali. Non confoondiamo però il sociale con il sanitario, che sono settori e competenze diverse, che comunque devono dialogare fra loro”.
Antonio Lenzi, consigliere dell’Idv, chiede lumi sul peso ponderato delle risorse stanziate: “Vorrei sapere – dice – fatto 100 il costo del servizio quanto ricadrà pro quota sul Comune di Lucca, visto che sono previsti tre criteri diversi per stabilire la contribuzione dei vari partecipanti alla convenzione, alcuni dei quali contraddittori fra loro”. Chiude Petrone (Lucca Civica): “Occorre omogeneizzare i servizi, renderli più razionali, nella speranza di avere un domani maggiori risorse. Politicamente la convenzione è un atto intelligente”.
La replica di Tambellini cerca di rispondere a tutti i dubbi. “Se si fosse costruita la società della salute – dice riprendendo quanto già detto dalla consigliera Mercanti – avremmo oggi un sistema integrato che non avrebbe bisogno della convenzione sulla disabilità e la non autosufficienza. Il resto degli interventi, invece, al di fuori di questi due argomenti, ci tengo a ribadirlo, rientra nel tema del sociale ed è fuori dalla convenzione. Alla consigliera Bianchi dico che la governance è la stessa della conferenza aziendale dei sindaci: anche attualmente dalla Asl provengono importanti risorsem come la quota sanitaria della società della salute. E il sistema di governo è a garanzia dei piccoli Comuni, altrimenti il Comune di Lucca governerebbe da solo. Al consigliere Martinelli rispondo invece che si farà sempre riferimento alla zona distretto della Asl 2 mentre a Luca Leone dico che è prevista dalla legge che sia necessaria una previa comunicazione a tutti i consigli comunali. Ringrazio il consigliere Monticelli, che ha riportato la discussione all’ambito proprio, come ringrazio la consigliera Curione, il consigliere Petrone e la consigliera Mercanti, che hanno centrato il tema discusso e quello che hanno detto i consiglieri. Giorgi, invece, quanto lei ha detto non c’entra nulla. Mi fa piacere ascoltare i suoi interventi, ma stasera non ha colto nel segno, ha sbagliato argomento. Se all’interno del consiglio si vuole parlare dell’assistenza sanitaria si faccia pure, ma non era questa la serata. Infine una nota per Lenzi: quanto all’intervento finanziario ci si basa sulla spesa storica. Si spende di più come Comune di Lucca perché abbiamo speso di più finora. Sarà compito poi dei vari enti integrare la spesa nel tempo”. Prima della chiusura del dibattito il consigliere Lenzi ribatte e conferma l’incogruenza rilevata: “O si segue lo storico o quello indicato dalla norma è il criterio di distribuzione del costo. Con questi criteri non si capisce come viene distribuito il costo fra demografia, necessità ed effettivi consumi”.