Regione, la ‘prima volta’ degli eletti lucchesi in Consiglio






C’è aria di primo giorno di scuola, ma non solo, alla seduta d’esordio del consiglio regionale del Rossi-bis. Fra volti vecchi e nuovi e, soprattutto, un pubblico raro a vedersi nell’assise di via Cavour, è iniziata la decima legislatura per l”organo elettivo della Regione Toscana. Una seduta già vivace, che ha già fatto vedere come per un quinquennio c’è da attendersi l’opposizione intransigente del Movimento Cinque Stelle e di Sì Toscana a Sinistra ed un dialogo più aperto con le altre opposizioni.
Era la “prima” anche per i consiglieri regionali provenienti da Lucca e dalla sua provincia: Stefano Baccelli, già presidente della Provincia e Ilaria Giovannetti, la più giovane dell’intero consesso, per il Pd; Elisa Montemagni della Lega Nord e Gabriele Bianchi del Movimento Cinque Stelle.
Stefano Baccelli è uno dei primi ad arrivare, in largo anticipo rispetto alla convocazione delle 15,30. Ed è anche uno dei primi ad accomodarsi in assise dopo la registrazione. Parla a lungo con il presidente Rossi, prima dell’inizio della seduta, si intrattiene con i colleghi neoconsiglieri, quindi si siede esattamente al centro degli scranni dedicati alla maggioranza. Con sé, in tasca, scherza Baccelli, anche la comunicazione della Corte d’Appello che ne conferma l’elezione. Come dire, non si sa mai…
Emozionata, ma la più “festeggiata” di tutti è Ilaria Giovannetti, che poi, come più giovane dell’assise, assieme all’altra consigliera Pd, Alessandra Nardini, farà le veci di segretaria accanto al presidente Roberto Salvini della Lega Nord, il più anziano del Consiglio. “Prova superata – dice alla prima interruzione di Consiglio la giovane consigliera – E’ stato bello poter partecipare subito ai lavori del Consiglio accanto al presidente. Adesso torniamo nei banchi del Consiglio, siamo un gruppo coeso e giovane e sono convinto che potremo fare bene”.
Elisa Montemagni, altra esordiente, non è per niente emozionata: “Qualcuno – dice, con accanto l’ex candidato sindaco di Viareggio, Massimiliano Baldini – mi ha chiesto se ho dormito stanotte. Mi sono stupita: la trepidazione c’è quando c’è lo scrutinio non quando ci si deve insediare”.
La prima seduta ha subito proceduto alla nomina del presidente del Consiglio, dei vicepresidente e dei segretari questori dell’ufficio di presidenza. Scelta non neutra, perché tutti questi possono contare su uno staff personale.
Il presidente del Consiglio è Eugenio Giani
È Eugenio Giani (Pd), già presidente del Consiglio comunale di Firenze. il nuovo presidente del Consiglio regionale della Toscana. L’assemblea, che si è riunita questo pomeriggio per la prima seduta della decima legislatura, lo ha eletto alla prima delle tre votazioni disponibili. Ben 32 (ne servivano 30) dei 40 neoconsiglieri regionali hanno infatti indicato il nome di Giani sulla scheda durante la votazione a scrutinio segreto: un numero sufficiente a raggiungere quella maggioranza dei tre quarti dei votanti necessaria, secondo lo Statuto, per l’elezione al primo turno. Oltre a Giani dalle urne sono usciti i nomi di Giacomo Giannarelli (Movimento Cinque Stelle) che ha ottenuto cinque voti, e di Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) che ne ha ottenuti due; c’è stata inoltre una scheda bianca.
Prima del suo discorso di insediamento, Giani ha tenuto a ringraziare e salutare il precedente presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci e il vicepresidente del Consiglio Giuliano Fedeli, presenti tra il pubblico.
“È un’emozione essere stato eletto alla prima votazione e aver ricevuto giudizi tanto positivi – ha esordito il nuovo presidente –. Tutto questo mi riempie di soddisfazione e mi carica di grande responsabilità”. “Il ruolo di garanzia che devo svolgere in questo Consiglio – ha proseguito – è un concetto assai alto in democrazia. Ci sono momenti in cui la dialettica si deve svolgere, in specchiata trasparenza, ma ci sono anche momenti in cui tutta l’aula si deve porre in maniera compatta, quando si tratta di rappresentare ivalori che ispirano la vita democratica e di impegnarsi per ilbene della comunità”. Secondo Giani “è necessario anteporre a tutto lo spirito di servizio. Leggendo lo Statuto, risulta evidente che il nostro ruolo in primis è quello di rappresentare la comunità toscana, ancora prima di essere organo legislativo”. Quella comunità toscana che, caso unico in Italia, ha ormai la stessa configurazione territoriale da ben 460 anni.
“Sono d’accordo con il presidente Rossi quando sostiene che c’è una necessità di rilancio delle Regioni, dobbiamo essere noi ad autoriformarci. In questa decima legislatura – ha detto ancora Giani – dobbiamo guardare lontano e dimostrare che qui si lavora molto”. Per questo la prima legge di iniziativa dell’Ufficio di presidenza che il neopresidente proporrà sarà quella di far indossare ai consiglieri regionali, così come succede con i sindaci e con i rappresentanti della Provincia, una fascia distintiva, “per far vedere ai cittadini che siamo e stiamo in mezzo alla gente”. Gli uffici del Consiglio saranno inoltre d’ora in avanti aperti anche al sabato, e rinunceranno alle due settimane di chiusura nel mese di agosto; si penserà inoltre al modo di rendere accessibile l’istituzione al pubblico, rendendo permanenti iniziative come quella, già in vigore, di Palazzo aperto. “Rivolgo un accorato appello a ciascuno di voi – ha concluso Eugenio Giani–. Ciascuno deve rappresentare l’intera comunità, senza vincolo di mandato. Solo così sono sicuro che faremo fare un salto in avanti a questa istituzione”.
I vicepresidenti e i segretari questori
L’aula, presieduta da Eugenio Giani, ha completato l’elezione dell’Ufficio di presidenza (due vicepresidenti e due consiglieri segretari). Leonardo Marras, Pd, ha presentato la candidatura come vicepresidente di Lucia De Robertis (Pd); il nome di Marco Stella (FI), sempre per la vicepresidenza, è stato avanzato da Stefano Mugnai (capogruppo di Forza). De Robertis è risultata eletta con 24 voti; Stella con 9. Cinque voti sono andati a Giacomo Giannarelli, Movimento 5 Stelle; 2 a Paolo Sarti (Sì – Toscana a Sinistra).
Eletti anche i due consiglieri segretari: Antonio Mazzeo (Pd), presentato da Marras, ha ricevuto 24 voti; Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia, 9. Cinque voti sono andati a Irene Galletti (Movimento 5 Stelle) e 2 a Paolo Sarti (Sì – Toscana a Sinistra).
Claudio Borghi (Lega Nord – Salvini) ha argomentato l’indicazione di Donzelli – come pure il voto precedentemente dato a Stella – nel quadro delle ragioni per cui la Lega Nord non ha presentato propri candidati né chiesto “alcuna poltrona per sé nonostante indubbi vantaggi” connessi. Ciò deriva “dal preciso mandato ricevuto dagli elettori”, tale da marcare “anche fisicamente l’opposizione rispetto alla maggioranza”. Un’opposizione che sarà “molto dura”. Borghi ha quindi indicato nel portavoce dell’opposizione il ruolo più preciso per “rimarcare il progetto alternativo” e far “da contraltare” rispetto alla maggioranza.
Polemica forte da Movimento Cinque Stelle, il primo ad intervenire in assise (con tanto di “gaffe” della regia video del Consiglio, che lo ha indicato come Gabriele Bianchi, probabilmente per uno scambio di postazione). A fine votazione l’intero gruppo del M5S ha ribadito la necessità che fosse rappresentata anche nell’ufficio di presidenza, al di là degli accordi presi fra maggioranza e opposizione “azzurra” la componente a cinque stelle.
Rossi: “Il lavoro sarà la nostra stella polare”
“Il lavoro sia al centro della nostra legislatura. E se sarà davvero la nostra stella polare sono certo che i cittadini saranno con noi”. E’ con queste parole che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi conclude l’intervento in Consiglio regionale per presentare il documento programmatico e la sua giunta. In tutto una ventina di minuti per parlare di investimenti, di rilancio dell’economia, di interventi per le realtà della Toscana maggiormente in difficoltà, con il lavoro che è stato il primo concetto richiamato anche all’inizio: “perchè il lavoro è la chiave per risolvere le questioni del welfare, dell’inclusione e persino dell’integrazione”.
“Gli anni che ci lasciamo alle spalle – ha cominciato Rossi – sono stati i più duri per la Toscana. Siamo stati colpiti da una crisi profonda ma abbiamo reagito e siamo in piedi”.
E tuttavia questo non basta, perchè le ferite della crisi sono ancora aperte, perché il dramma della disoccupazione ha numeri che sono equivalenti agli abitanti di una città come Prato o Livorno. La Toscana ha ben lavorato, ma c’è bisogno di un’ulteriore svolta. Ed è questa svolta che il presidente ha tratteggiato.
Non illudersi sulle possibilità di una “guarigione” che, se non governata, sarà senza lavoro (“jobless recovery”) e produrrà altri danni all’economia e all’ambiente, così come su ipotesi di “decrescita felice”, perché non si può pensare di fermare la macchina dello sviluppo, ma piuttosto di indirizzarla nel senso della qualità e della sostenibilità; richiamare l’Europa a un altro impegno, nel senso indicato da un documento presentato dal governo italiano, che prevede tra le altre cose l’istituzione di un fondo comune per il contrasto della disoccupazione; riservare un’attenzione particolare alla costa, “perchè se la costa potrà avere lo stesso dinamismo delle aree interne la Toscana sarà tra le prime regioni in Europa”.
E tra i concetti sottolineati da Rossi anche quello dell'”austerità”. “Non l’austerità deteriore che pare egemone in Europa e che alimenta i populismi, gli egoismi, la ripresa delle contese nazionali e di un provincialismo malato che sta facendo saltare capisaldi della nostra civiltà come il dovere dell’accoglienza – ha richiamato Rossi, riallacciandosi anche alla lettura che di questa parola ha fatto Enrico Berlinguer – ma un’austerità democratica e progressiva, necessaria per esplorare vie nuove e nuovi modelli di società, per conciliare economia e ambiente”.
Concetto su cui Rossi si è soffermato prima di rivolgere il suo ultimo pensiero ai lavoratori della Sol di Piombino, in sciopero della fame (vedi comunicato correlato) contro cavilli burocratici che rischiano di far perdere loro il diritto alla cassa integrazione e il posto di lavoro.
FOTO – La prima seduta del nuovo consiglio regionale