Giorgi (M5S) insiste: “No alla vendita delle quote Salt”

Con la scusa della legge Cottarelli, che invita le amministrazioni a razionalizzare ed eventualmente dismettere quote di società che non siano strettamente necessarie per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali, il Comune di Lucca, a guida Tambellini, ha approvato la dismissione delle quote in suo possesso cioè delle 3.690.000 azioni, di cui consiste la partecipazione azionaria di Palazzo Orsetti in Salt”. La consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, torna all’attacco e all’indomani della gara per l’alienazione andata deserta (Leggi), torna a chiedere di fermare la vendita. Con l’obiettivo di confrontarsi sulla pratica è stata fissata una riunione della commissione controllo e garanzia per il prossimo 3 luglio, alla quale è stato invitato l’assessore al bilancio Enrico Cecchetti.
“Difficile – aggiunge la Giorgi – sostenere la non importanza istituzionale della Salt, che era ed è la maggior arteria di collegamento tra la città di Lucca e la Versilia e diventa, il collegamento naturale con il territorio extra provinciale, cioè con le principali città di Pisa, Livorno, Massa Carrara. Basta pensare quante aziende lucchesi da decenni attraversano questa autostrada, quanti lavoratori o semplici cittadini, quanti trasporti del sociale, del pronto soccorso tra ospedali,quanti turisti. E quando le società autostrade arriveranno, compresa la Salt, a richiedere di poter progettare la terza corsia, quale enorme impatto urbanistico e ambientale dovremmo prevedere e trattare?”.
“Il M5S lucchese non ha potuto votare il suo no in consiglio comunale a questo “errore politico” che avrà grosse ricadute economiche negative perché la sua unica rappresentante, per cause sanitarie, non era presente. Ma da sempre ha dichiarato e dichiara il suo no politico a tale alienazione, perché si tratta di perdere un patrimonio molto redditizio, che, ogni anno, sforna dividendi importanti. Basti pensare che all’anno, per il Comune, sono sempre garantite svariate centinaia di migliaia di Euro che entrano nelle proprie casse grazie a Salt. Il sindaco motiva la vendita con l’esigenza di fare manutenzioni. Certo,le buche per le strade sono strategiche, anche lo sfalcio dell’erba è strategico,ma il capitale non si vende per questo. Il capitale va ricapitalizzato, non si vende per fare cassa e iniziare così la campagna elettorale”.
La Giorgi chiede che ci sia una “ampia discussione” nel merito anzitutto sugli aspetti formali. “La determinazione del prezzo posto a base d’asta per la cessione della partecipazione (fissato in € 4,52 per azione) come è stata fatta? Tale importo, anche se in linea con il valore della proposta d’acquisto avanzata dalla stessa Salt, non risulta essere supportato da nessuna analisi e, conseguentemente, potrebbe non essere idoneo a garantire, al meglio, il perseguimento delle finalità di ‘buon andamento dell’azione amministrativa’ previste dal comma 611, articolo 1 della Legge 190/2014”. Poi ci sono gli aspetti economici. “La Lucca Holding detiene 3.690.000 azioni ordinarie della Salt, pari al 2,3063% del capitale sociale di quest’ultima. Il prezzo unitario a base d’asta è di 4,52 euro. Una vendita dell’intera partecipazione a tale prezzo comporterebbe un introito pari a 16.678.800 euro. Nel 2014 l’utile per azione è stato di 0,279 euro. Nel 2013 l’utile per azione era stato pari a 0,342. euro Calcolando un utile medio di € 0,30, la partecipazione detenuta da Lucca Holding genera, annualmente, un ricavo di circa un milione e centomila euro”.
“Posto che le cessione delle partecipazioni previste dal comma 611, articolo 1 della legge 190/2014 hanno come finalità, tra le altre cose, il contenimento della spesa – aggiunge la Giorgi -, non si comprende come ciò possa essere raggiunto, almeno nel medio lungo periodo (che però rappresenta l’orizzonte temporale naturale per questo genere d’investimento) dato che l’investimento in parola, a fronte di “spese” praticamente nulle, assicura, costantemente, un cospicuo flusso di cassa per la cessazione del quale non è stata indicata alcuna futura copertura. La decisione assunta dal consiglio comunale non sembra essere stata maturata al termine di un’autonoma riflessione (coadiuvata, al più, da esperti esterni come è avvenuto per le dismissioni deliberate anche in base ai pareri rilasciati da Ernest&Young e Sepi) ma su proposta (d’acquisto) avanzata dall’azionista di maggioranza della Salt. La decisione di dismissione della partecipazione detenuta in Salt, assunta con la delibera 60/2015, pare in contrasto con la precedente decisione con la quale il Consiglio Comunale aveva autorizzato il mantenimento della partecipazione detenuta dal Comune di Lucca in Lucca Holding e di tutte le partecipazioni detenute dalla Lucca Holding ‘in quanto in possesso dei presupposti per il loro legittimo mantenimento previsti dalla normativa’.Risulta evidente che, nel 2008, il Consiglio Comunale avesse deciso che tutte le partecipazioni detenute dalla Lucca Holding fossero ‘strettamente indispensabili al perseguimento dei propri fini istituzionali’.La delibera 60/2015, pare carente sotto il profilo motivazionale in quanto non argomenta le ragioni del ripensamento. Nella proposta di acquisto della Salt le azioni sono valutate 4,51 euro l’una. Calcolando il patrimonio rettificato secondo il metodo patrimoniale, e dividendolo per il numero di azioni che costituiscono il capitale sociale (160.000.000), il valore per azione che se ne ricava è di circa 8,7 euro. In ogni caso, la determinazione del prezzo posto a base d’asta – come già anticipato – non è in alcun modo supportata da analisi. Conseguentemente, tale aspetto della delibera consiliare potrebbe essere afflitto da un vizio di carenza motivazionale. Portiamo anche in evidenza pubblica la delibera di giunta 162 del 3 giugno 2015, dalla quale si evince che la nuova normativa prevedendo più trasparenza, ha inserito nuove regole che hanno costretto il Comune a fare pulizia nel bilancio. Il comune di Lucca passa così da un avanzo di amministrazione di 7.369.713,95 euro, a un passivo reale di -19.665.212,08 euro ed è costretto a rinegoziare i mutui. Noi chiediamo la documentazione relativa alle singole voci che hanno composto i residui attivi fino a qua considerati e chiediamo anche la documentazione esplicativa della rinegoziazione del mutuo, ovvero la specifica della rinegoziazione, sia nella durata del mutuo che nel costo dell’operazione”.