Giorgi (M5S): “Assi, su ritardi amministratori mentono”

Non è la Corte dei Conti ad aver provocato ritardi nel progetto degli assi viari. Lo sostiene la consigliera del Movimento Cinque Stelle di Lucca, Laura Giorgi, in un intervento in cui sostiene che alla base di tutto ci sarebbe stato un ritardo nella pubblicazione del decreto ministeriale sulla gazzetta ufficiale. Una questione un po’ intricata, che la consigliera spiega in un suo intervento a pochi giorni dal summit con i sindaci voluto dal presidente della commissione ambiente e infrastrutture della Regione, Stefano Baccelli. “Il fatto è che coloro che ce li hanno promessi (gli assi viari, ndr, non hanno fatto le cose bene – sostiene la Giorgi -, non hanno compiuto il loro dovere di amministratori, che è quello di programmare gli interventi realizzabili per risolvere il problema e non realizzare strade a prescindere, ma è meglio negare.Iniziare gli assi viari senza certezze della legalità degli atti è una follia, il rischio è che le opere possano essere fermate a cantieri già iniziati, o che aumentino i costi a dismisura, e rimanga solo ‘distruzione’ e scempio”.
“Infatti – prosegue la Giorgi – il viceministro Nencini ha dichiarato ripetutamente che il ritardo nella realizzazione degli assi viari era da attribuirsi al fatto che la Corte dei Conti avesse richiesto che il progetto fosse visionato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubbici. Le giustificazioni di Nencini sono state coralmente riprese dal presidente Rossi, da Baccelli e Tambellini e, più recentemente, dal senatore Marcucci che, scusandosi per il ritardo, aveva dichiarato che ‘l’incontro che c’è stato a Roma fra il consigliere regionale Stefano Baccelli e il viceministro Riccardo Nencini ha fatto finalmente chiarezza sulla procedura. Si è chiarito che il ritardo – che c’è e del quale mi dispiace – è dovuto alla nuova normativa che rende obbligatorio la richiesta, da parte della Corte dei conti, del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici'”.
Una ricostruzione che la Giorgi smentisce. “La Corte dei conti – spiega la consigliera – con propria deliberazione del 24 merzo 2015, aveva censurato l’operato del Ministro, denunciando l’illegittimità del decreto ministeriale 622 del 21/07/2009, peraltro mai sottoposto al controllo preventivo della medesima Corte dei Conti, come prescritto dalla legge. Il 19 giugno 2015 è stato emanato il decreto ministeriale 203, recante misure di controllo sulla spesa di Anas e delle concessionarie autostradali, che intenderebbe abrogare il precedente decreto in merito alla sottoposizione dei progetti alla valutazione tecnico-economica del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; la Corte dei Conti ha registrato l’atto in data 21 luglio 2015. Tale decreto ministeriale non viene pubblicato, come scritto nell’atto e prescritto dalla legge stessa, nella gazzetta ufficiale, facendo permanere in vigore il decreto che era stato dichiarato illegittimo dalla Corte dei Conti. Questo fino a quando, su interessamento di Legambiente, la nostra parlamentare Arianna Spessotto, pubblica una interrogazione parlamentare che, per incanto, sblocca la situazione e porta immediatamente alla miracolosa “apparizione” nella Gazzetta del decreto, conferendogli quindi validità. Chiaramente la tardiva pubblicazione del decreto in Gazzetta ha determinato il seguire le illegittime regole del precedente decreto ministeriale, che rendeva facoltativo il parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici. E ora come si sana la cosa? Cosa succederà alle opere già approvate e realizzate? La deliberazione della Corte dei Conti è stata da tutti utilizzata per giustificare un ritardo che ha ben altre origini. Questa deliberazione avrebbe dovuto determinare una modifica, da parte del ministro di una norma illegittima, che sarebbe dovuta valere per le infrastrutture di rilevante costo economico in tutta Italia.Ci sia almeno la dignità di raccontare le cose come stanno e di prendersi ognuno le proprie conseguenze, invece di giustificare i ritardi con delle bugie. Con la mancanza di trasparenza non si potrà costruire mai nulla di buono”.