Romani nuovo presidente Fnaarc: “Più tutele per gli agenti di commercio”

“Siamo una delle categorie più numerose del paese e dobbiamo impegnarci per far sentire di più la nostra voce”. Affronta con determinazione la realtà dei suoi colleghi Riccardo Romani, nuovo presidente di Fnaarc Confcommercio, il sindacato che riunisce gli agenti e rappresentanti di commercio delle province di Lucca e Massa Carrara.
“La legge non definisce nemmeno la nostra figura, visto che il codice civile parla di contratto di agenzia e non di agente di commercio. Ci arrangiamo con gli accordi collettivi, grazie alle battaglie che nel corso degli anni sono state combattute dal sindacato, ma ormai non basta più”.
Gli agenti di commercio sono quasi 250mila sul territorio nazionale ma, come tutte le imprese, sono costretti a fare i conti con la difficile situazione economica e con un contenzioso sempre crescente con le case mandanti, ed inoltre pur essendo il motore dell’economia, di qualsiasi settore si parli, sono realtà isolate e non compatte, anche se con necessità ed obbiettivi comuni.
“La crisi poi ha reso più scaltre le realtà preponenti – continua il presidente Fnaarc – che spesso si approfittano della nostra posizione di debolezza contrattuale, inserendo nei contratti clausole che rendono più difficoltoso, più impegnativo (si pensi anche al solo impegno di recupero crediti) e meno remunerativo il nostro lavoro. Riduzioni di zona e passaggio di clienti importanti – quindi remunerativi – alla gestione diretta della mandante, ovvero la definizione di clienti sirezionali”; abbassamento delle provvigioni dovute all’aumento artificioso dei listini – leggi scala sconti/provvigioni – che serve esclusivamente a fare marginalità alle aziende preponenti; difficoltà nel pagamento delle provvigioni. Sono solo alcune delle problematiche più frequenti cui dobbiamo far fronte e sono convinto che molti colleghi si riconoscono in queste situazioni”.
“L’impegno quotidiano più importante del sindacato è quindi quello di riequilibrare questa differenza tra le parti. Un ruolo altrettanto importante però è quello di informazione rivolto agli agenti di commercio. Per fare un esempio: l’Enasarco è l’ente di previdenza integrativa degli agenti di commercio ma la maggior parte dei rappresentanti lo vede solo come un esattore. Molti non sanno però che la Fondazione Enasarco eroga annualmente anche prestazioni particolari, come contributi per maternità e asili nido o i soggiorni termali, solo per citarne un paio, cui è possibile accedere facendo semplice domanda. Pensiamo sia giusto informare e rendere partecipi gli aventi diritto di queste possibilità, che poi sono già pagate nelle quote direttamente versate”.
“Chi decide di intraprendere questo mestiere deve sapere a cosa va incontro. Può bastare una semplice lettera di disdetta, anche non motivata, per trovarsi senza lavoro. Quello che non è accettabile è passare come capri espiatori ogni volta che un’azienda vede ridurre il suo fatturato in una zona. Sarebbe opportuno invece che si analizzassero in profondità la cause di debolezza di un territorio, che possono dipendere proprio da politiche errate o inadatte delle aziende più che da una colpa dell’agente. Anzi dirò di più, se un territorio è debole dovrebbe essere interesse dell’azienda investire ancora di più in immagine e/o formazione, invece di dare il benservito al rappresentante”.
“Il nostro ruolo si sta evolvendo – termina Romani -, oltre che venditori oggi dobbiamo anche essere consulenti specialistici e siamo il primo riferimento per i nostri clienti. Pensiamo a quanto è cambiato il sistema di vendita in questi 20-30 anni: prima bastava avere il prodotto per vendere, oggi che il mercato è indubbiamente calato dobbiamo invece capire le esigenze del cliente e trovare una soluzione che gli risolva il problema, diventando così consulenti di fiducia, il prodotto quindi viene dopo. Quindi è certamente un lavoro impegnativo sia di testa che di fisico, e che ci vede tantissimo in macchina sulle strade, in tutte le condizioni di traffico. Proprio per questo una delle nostre prossime battaglie dovrebbe essere quella di portare a 30 i punti della patente : a differenza degli autotrasportatori, che hanno la patente professionale, noi ne abbiamo una unica a cui attingere i punti e riteniamo che, con i giusti controlli da parte degli enti preposti, sarebbe un provvedimento fattibile che ci potrebbe equiparare, a totale diritto, ad altre categorie di lavoratori”.