



Scissione Gesam, in commissione al vaglio tutte le possibili alternative. La commissione partecipate di Palazzo Santini ha discusso oggi, alla presenza dell’amministratore di Lucca Holding, Andrea Bortoli e dell’assessore competente Giovanni Lemucchi di quanto emerso in coda al consiglio comunale dello scorso 1 marzo quando i consiglieri Luca Leone, Andrea Pini e Angelo Monticelli avevano presentato un ordine del giorno, poi “congelato” in cui si chiedevano all’amministrazione maggiori informazioni sull’operazione proposta dall’ad di Lucca Holding e sulle possibili alternative. Ne è venuto fuori un incontro che, anche se a volte acceso sui toni, ha fatto ulteriore luce su un meccanismo delicato quanto complesso che ha due direzioni: quella di riportare le partecipate della galassia Gesam all’interno dei dettami di legge, mettere in condizioni di partecipare alla gara unica provinciale del gas la società Gesam senza possibili gravami che ne mettano in dubbio l’eventuale successo.
Ad aprire la seduta è stato proprio il consigliere Luca Leone che ha ribatito la necessità di avere più specifiche indicazioni sulla proposta di Lucca Holding: “Ci sono più piani – dice Leone – da quella che io ho definito opzione zero, quella che prevede di stare fermi in attesa del vincitore della gara provinciale del gas ad altre ipotesi intermedie, come quelle di valutare di pagare in denaro da parte di Lucca Holding al momento della scissione la quota parte di partecipazione di Toscana Energia nelle altre società partecipate del gruppo per mantenere la maggioranza in Gesam Reti. Quello che mi chiedo, però, è se ha senso pensare ad una opzione zero o ad altre strategie se vogliamo portare avanti il rapporto con Toscana Energia. Se cioè è ancora possibile in questa fase pensare ad aderire in futuro ad un aumento di capitale con tot milioni di euro per avere un assetto diverso della società come governance e patti parasociali. Penso ad esempio alla possibilità di avere un componente in più nel cda o a cose del genere”.
Giovanni Lemucchi risponde innanzitutto parlando di trasparenza: “Qui – dice – di cose da nascondere non ce ne sono. Non penso che ci siano casi paragonabili a questo in passato per quantità di commissioni e consigli comunali sul tema. Il tema è complesso e le ecisoni possono essere tante, ma alla fine bisogna prendere una decisione”. Martinelli, capogruppo di Forza Italia, sollecita l’assessore chiedendo i motivi di tanta fretta nel voler prendere questa strada: “Non c’è alcuna fretta – dice – e non c’è mai stata. Tant’è che dopo due anni dalla delibera di consiglio comunale sulla riorganizzazione delle partecipate stiamo ancora parlando di una proposta di preaccordo. Ovvero stiamo ragionando sul nulla”.
Conferma i suoi dubbi sull’operazione anche il consigliere Pd, Lucio Pagliaro: “Io penso che ora – spiega – non dobbiamo tanto concentrarci su quello che risponderà l’Anac, che sono convinto che giudicherà legittima la procedura, ma sull’opportunità o meno che l’accordo sia modificabile e su eventuali modifiche per avere ulteriori vantaggi”. Una delle ipotesi di Pagliaro, ad esempio, è quella di non far rientrare nel concambio la partecipazione di Toscana Energia in Gesam Luce e Gas, permettendo di mantenere una quota più alta di partecipazione in Gesam Reti”. L’altro aspetto è quello della partecipazione alla gara del gas: “Ci sono altre possibilità – si chiede Pagliaro – Gesam ha la capacità di partecipare da sola? Oppure non sarebbe meglio restare fermi e non partecipare alla gara e utilizzare il pagamento delle reti da parte della società aggiudicataria per consolidare altre partecipate ed eventualmente riassorbire il personale di Gesam in esubero?”.
Martinelli (Forza Italia) rinfocola invece la polemica sul tema: “Prendo per buono – dice – l’annuncio sul fatto che non c’è più la fretta per chiudere la partita Gesam. Quanto all’ordine del giorno presentato da Leone invito gli estensori a specificare meglio quello che si chiede all’amministrazione, visto che manca del tutto il deliberato”.
Bortoli non si esime dal rispondere a tutte le sollecitazioni, non prima di essersi tolto qualche sassolino dopo il consiglio comunale dell’1 marzo: “In quella occasione – ricorda – mi sono state fatte oltre 20 domande, ma ho avuto solo 17 minuti per rispondere. Io sono uno strumento a vostra disposizione – dice ai consiglieri – ma non mi sembra che lo stiate usando molto bene”. Quanto alla “fretta di concludere” poi chiarisce: “La mia prospettazione che è in delibera – dice – decade dopo 90 giorni. Ovvero questo testo ha validità se viene deciso di firmare la lettera di intenti entro il 10 di maggio, tempo che noi riteniamo giusto per poi chiudere le restanti operazioni in tempo per la gara del gas”.
Poi Bortoli “dà in numeri”, spiegando i valori del concambio e le ipotesi sul possibile valore delle reti del gas che saranno messe a gara. “Innanzitutto – dice – per l’acquisizione delle altre partecipate a Toscana Energia senza effettuare il concambio azionario servirebbero poco meno di 5 milioni di euro e sono convinto che se portassimo un assegno alla società non ci sarebbero problemi, anzi questo faciliterebbe le cose”. Poi Bortoli entra nello specifico delle ipotesi alternative proposte per la partecipazione alla gara: “Quanto alla associazione temporanea di imprese – ribadisce – contrasterebbe con la legge istitutiva dell’antitrust che prevede il divieto di intese e vieta i cosiddetti raggruppamenti sovrabbondanti, ovvero quelli composti da società che avrebbero le caratteristiche per partecipare autonomamente alla gara. A questo si aggiunge che a dover giudicare sull’eventuale violazione della normativa antitrust sarebbe lo stesso Comune, che è stazione appaltante che si troverebbe nello stesso tempo ad essere giudice e giudicato”.
Sul valore delle reti, invece, si entra nel campo delle ipotesi: “Faccio un valore esemplificativo – dice Bortoli – perché se doveste chiedermi quanto valgono le reti del gas dovrei rispondervi che non lo so. La rete della provincia di Lucca è composta da 1800 chilometri lineari. Se si fa l’ipotesi di un valore di 100 euro ogni metro lineare, la rete varrebbe qualcosa come 180 milioni di euro. Di questi 75 milioni sono in mano a Gesam ed 80 a Toscana Energia, da cui occorre scorporare i debiti. Se Toscana Energia conferisse in Gesam Reti, al momento dell’aumento di capitale i suoi 60 milioni di euro di reti, scorporati dai debiti per gli investimenti, la partecipazione della holding calerebbe al 23 per cento. Questo significa, per Lucca Holding, che se volesse mantenere il 50,1 per cento dovrebbe sborsare circa 30 milioni di euro cash”. Se si parla, invece di dati reali, potrebbe cambiare tutto: “Qualora – dice Bortoli – al momento della valutazione dei dati reali il valore della rete di Toscana Energia conferito fosse superiore ci sarebbe il rischio per la Holding di andare sotto al 20 per cento, ma è già prevista nello statuto la possibilità di integrazione affinché non si vada sotto il 20 per cento che permette di partecipare alle deliberazioni con maggioranza qualificata. Stesso meccanismo valido al momento della scissione asimmetrica per non rimanere sotto il 50,1 per cento”.
Ricostruzione, quest’ultima, contestata da Martinelli di Forza Italia che così commenta: “Se non si fa l’accordo con Toscana Energia – dice – salta anche la scissione asimmetrica. Questo è quanto è scritto nella delibera di Lucca Holding”.
Bortoli risponde infine anche all’ipotesi di mancato concambio delle azioni di Gesam Luce & Gas: “Il decreto Letta – ricorda – stabilisce il divieto di unbundling che vieta qualsiasi contatto fra chi distribuisce il gas e chi lo vende. Per partecipare alla gara, dunque, Toscana Energia chiede di liberarsi della partecipazione indiretta in Gesam Gas & Luce. Ed è per questo che abbiamo ipotizzato che la società passi direttamente sotto il controllo del Comune di Lucca”.
“Impossibile poi – prosegue ancora – ipotizzare un nuovo soggetto in cui si dividano gli ambiti di competenza fra Gesam e Toscana Energia. Ci sono cose, infatti, che andrebbero apertamente in violazione delle norme esistenti. Non riesco, cioè, a immaginare, un accordo in cui si conservano organizzazioni interne separate”.
Pagliaro insiste sul tema della diluizione della partecipazione del Comune in quella che sarebbe Gesam Reti: “Il dato preoccupante – dice l’esponente Pd – è che Gesam Spa per partecipare alla gara verrebbe diluita in una società in cui non conteremo nulla. Il rischio è di immettere il nostro piccolo lago, che pure ha un importante valore nel nostro territorio, nell’oceano. E il timore è che, avendo una governance tutta in mano a Toscana Energia possano derivarne utili minori per il Comune”.
Anche su questo Bortoli replica a norma di legge: “I ricavi – dice – nel settore del gas sono vincolati. Paradossalmente con le economie di scala, invece, acquisendo le altre reti a livello provinciale, andrebbe ad aumentare il profitto. Parte del profitto può essere in parte rilasciato in sede di gara, visto che la norma prevede una ipotesi di contribuzione al Comune come stazione appaltante al massimo del 10 per cento. Poi ci sono gli investimenti, visto che andrà previsto l’ampliamento della rete e il cambiamento di tutti i contatori con il sistema di telelettura. Ovviamente andranno anche valutati i competitor che si affacceranno sull’ambito in vista della gara”.
L’ultima sollecitazione arriva sempre da Pagliaro, che chiede un coinvolgimento nei tavoli di lavoro e anche nelle commissioni dei lavoratori della Gesam: “Anche i lavoratori – dice – potrebbero avere in mente eventuali proposte che, così come è successo qui in commissione, potrebbero andarsi a scontrare con le previsioni di legge. Un confronto, da questo punto di vista, potrebbe essere importante”. Lemucchi ricorda, comunque, i tanti incontri già avuti con i sindacati mentre il capogruppo del Pd, Francesco Battistini sottolinea come dopo la partecipazione all’ultimo Consiglio i dipendenti ne siano usciti “pacificati”.
La commissione si scioglie con un nuovo appuntamento alla prossima settimana, quando saranno messi sotto la lente nuovi dubbi e questioni sempre legati all’ipotesi di scissione asimmetrica. Ma, nonostante non ci sia “fretta”, il tempo stringe. Entro il 10 maggio, infatti, andrebbe firmata la lettera di intenti. Altrimenti, chiosa Bortoli, “dopo non sarà più responsabilità mia”.