
Bullismo e cyberbullismo. Sono questi i temi su cui si sono confrontate alcune scolaresche del territorio (Lucca, Garfagnana e Versilia) nell’ambito del concorso biennale ideato da Lions Club Lucca Host e Leo Club Lucca la cui premiazione è in programma giovedì (19 maggio) alle 10 a Palazzo Ducale (sala Rappresentanza) alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.
Il concorso, curato e coordinato da Maria Gloria Montinari, fa parte del più ampio progetto No trap – Non cadiamo in trappola realizzato grazie a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e organizzato dall’Università di Firenze, in collaborazione con la Provincia di Lucca, il Lions Club Lucca Host ed il Leo Club Lucca.
Il concorso ha impegnato alcune classi delle scuole medie e superiori della provincia di Lucca attraverso le lezioni tenute dai docenti dell’università di Firenze. Più nello specifico “la gara” è consistita nella pubblicazione su una specifica pagina Facebook (Concorso bullismo Lions Club Lucca Host e Leo Club Lucca) di elaborati vari: video, fumetti, disegni e cartelloni realizzati dai ragazzi. Il numero dei “mi piace” sui vari elaborati ha decretato la classifica finale.
Le scuole coinvolte in questa edizione del concorso sono – per le superiori – il polo tecnico-scientifico Fermi-Giorgi, il professionale Pertini, l’Isi Machiavelli, l’Itg Nottolini di Lucca, l’Iti Vecchiacchi di Castelnuovo Garfagnana e lsi Marconi di Viareggio. Per le scuole secondarie di primo grado: le medie Jenco di Viareggio e Chelini di Lucca.
Alla premiazione a Palazzo Ducale saranno presenti il consigliere delegato Renato Bonturi della Provincia, insieme con la dirigente Rossana Sebastiani, i rappresentanti della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Ersilia Menesini e Valentina Zambuto dell’Università di Firenze, e i curatori del concorso Maria Gloria Montinari (Lions club Lucca Host) e Iacopo Politi (Leo club Lucca).
Il progetto Non cadiamo in trappola è stato avviato dall’anno scolastico 2008-2009, poi perfezionato e migliorato nel tempo, sulla base delle valutazioni di efficacia. I benefici ottenuti nelle diverse sperimentazioni, relativi alla diminuzione dei comportamenti problematici, al miglioramento del clima della classe e del benessere degli alunni, certificano la qualità di questo progetto. Il percorso si basa su un modello di Peer education/Peer support, ossia un modello di intervento che mette i ragazzi stessi (peer educators) al centro del processo di cambiamento. Considerando la natura sociale del bullismo, l’adozione di un simile approccio risulta vincente e capace di innescare cambiamenti nelle classi partecipanti.
Due sono le linee di intervento attivate: i ragazzi coinvolti come peer educators, diventano gli agenti di cambiamento sia all’interno della classe, sia on line, fornendo informazioni sul sito del programma. Allo stesso tempo, gli insegnanti e gli adulti hanno un ruolo importante di regia e di supporto dell’azione dei peer educators.