Uil: “S. Luca, serve verifica su livelli assistenza”

1 giugno 2016 | 15:37
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Uil:  “S. Luca, serve verifica su livelli assistenza”

Un coinvolgimento a tutti i livelli di medici, infermieri e professioni sanitarie sui livelli assistenziali del San Luca. A sostenerne la necessità dopo i rilievi fatti ieri dall’Ordine dei Medici, anche Pietro Casciani della Uil Fpl e Antonio Malacarne della Uil Pensionati. “Il sindacato – si legge in una nota -, ritiene che si debbano adottare protocolli e procedure di interventi che abbraccino sia gli aspetti contrattuali come le dotazioni organiche e gli strumenti organizzativi di lavoro che le vicende di stretto collegamento alla professione e che riguardano in questo caso l’Ordine dei Medici, il collegio degli infermieri e quello delle professioni tecnico sanitarie”.

“Condividiamo su questo aspetto – aggiungono i sindacalisti – la necessita di un coinvolgimento attivo, ognuno per le proprie competenze. L’attuale organizzazione va messa sotto osservazione e verificata sotto tutti i punti di vista. Quando si parla per esempio di ospedale per acuti si parla di degenze brevi nell’ordine di pochi giorni e ci preoccupiamo delle conseguenze che possono riguardare soprattutto gli anziani. Ci riferiamo alle strutture territoriali come ospedali di comunità e assistenza domiciliare non ancora a pieno regime e quindi non sufficienti in termini di dotazioni organiche e numero di posti letto. Dall’altra parte – continua la nota della Uil Fpl e Uil Pensionati – c’è la qualità del servizio quindi la qualità della prestazione che riguarda il cittadino. In una situazione di emergenza come lo è quella attuale occorre adottare sistemi straordinari che coinvolgono tutti gli aspetti della professione, ben venga quindi un tavolo che riguardi da una parte le problematiche dei lavoratori e dall’altra i servizi e la qualità della prestazione coinvolgendo gli ordini professionali. La posta in gioco è alta ci sono infatti in ballo, continua la nota, tutti percorsi diagnostici nonchè quelli terapeutico- assistenziali e quindi la qualità dei servizi. Quello che ci sentiamo di rivendicare da subito sono il numero dei posti letto che abbiamo perso in questi anni al san Luca, con le rispettive dotazioni organiche di personale. Nello stesso tempo diventano indispensabili la copertura dei posti di primario ad oggi vacanti come urologia, pronto soccorso, nefrologia, pneumologia, che significherebbe ripotenziare la nostra area territoriale”.