





“Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell’odio, io che non ho voluto vivere che per amore”. Ha citato le parole di don Aldo Mei, durante le celebrazioni per l’anniversario della sua uccisione, 73 anni fa, per mano nazista. Il sindaco Alessandro Tambellini ha presieduto stamani (4 agosto) la cerimonia per ricordare il parroco di Fiano, che si è svolta come da tradizione al cippo commemorativo sugli spalti delle Mura.
“73 anni fa moriva don Aldo Mei. Aveva solo 32 anni – ha detto il sindaco -. Fu ucciso da un plotone della Wehrmacht sugli spalti delle Mura, davanti Porta Elisa e sepolto nella fossa che egli stesso era stato costretto a scavarsi. L’accusa per il giovane prete di Fiano di Pescaglia fu di aver dato rifugio a un ebreo e di avere avuto contatti con i partigiani. Prima di morire, raggiunto da 28 fucilate, volle perdonare e benedire le persone che lo stavano ammazzando. Stamani abbiamo reso omaggio al luogo dove accadde questo obbrobrio. Con questo gesto semplice e insieme solenne Lucca ha voluto ricordare anche quest’anno un pezzo di storia che è alla base della nostra comunità e del nostro vivere civile. Il ricordo di ciò che è stato è il patrimonio più prezioso della collettività e anche per questo ho voluto istituire per la prima volta un assessorato alla continuità della memoria storica”. “In tempi in cui più che a un revisionismo storico – ha aggiunto Tambellini – si assiste al tentativo di liquidare con superficialità e scarsa conoscenza storica eventi che hanno pesato e ancora pesano sulla vita di molti, dobbiamo ricordare in modo definitivo che proprio per combattere quegli eventi migliaia di persone dettero vita alla Resistenza, che resta il primo mattone sul quale si è costruita la nostra Repubblica”.