Confesercenti: “Su mercati strategia da cambiare”

16 marzo 2018 | 10:21
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Confesercenti: “Su mercati strategia da cambiare”

Aree mercatali e futuro del mercato ambulante, a più di un anno dallo spostamento in piazzale Don Baroni, la Confesercenti interviene sul tema e propone un cambio di passo.
“Noi crediamo – ad intervenire è Esmeralda Giampaoli, presidente di Confesercenti Lucca e Versilia – che i mercati possano essere fortemente attrattivi ancora oggi per la promozione della nostra città e delle periferie. Sicuramente la pianificazione di una fiera e di un mercato devono andare di pari passo con la programmazione urbanistica, culturale e turistica di un territorio. Lo spostamento o la riqualificazione di un mercato devono passare necessariamente da un’analisi attenta del contesto entro cui va a collocarsi l’area commerciale, pena il fallimento del mercato stesso. Se vive il piccolo commercio, vive anche la città, diceva un nostro vecchio slogan valido ancora oggi”.

“Il mercato mantiene tuttora – prosegue Giampaoli – una valenza sociale e aggregativa molto forte. Chi va al mercato lo fa per godersi una parte della città, per incontrare persone e quindi socializzare, per ritrovare un contatto diretto con il commerciante, oggi ormai perduto, con l’espandersi dei grandi centri commerciali. La nuova area mercatale di Lucca è sicuramente penalizzata dal fatto che non si svolge più nel cuore della città, centro tradizionale del commercio e degli affari, per cui deve sicuramente recuperare una originalità ed una peculiarità, legata ad altri fattori attrattivi, tutti da costruire. Tra questi passa sicuramente il pieno recupero della vocazione commerciale dell’intera zona, senza promiscuità con altre funzioni, per quanto importanti esse siano. Ovviamente anche la professione dell’ambulante deve cambiare veste, fornendo dei servizi e delle attrattive non convenzionali”.
La parola passa a Leonetto Pierotti, presidente del sindacato degli ambulanti della Confesercenti Toscana Nord: “Come ambulanti nel prossimo futuro dovremmo investire molto nelle nuove forme di comunicazione e nella formazione professionale. Da tempo manca, infatti, una qualificazione importanti degli operatori, in particolar modo nell’ambito del marketing e delle tecniche di vendita, ma anche delle lingue straniere. Inoltre dobbiamo riportare ad una riqualificazione merceologica del mercato. La liberalizzazione delle licenze non ha giovato al commercio ambulante, portando ad un appiattimento e ad una omologazione delle merci vendute. E’ importante, invece, puntare ad una differenziazione merceologica delle merci, che devono essere più originali e di qualità. Se pensiamo a Lucca, Pisa e la Versilia, i nostri mercati, infine, potrebbero essere molto attrattivi anche da un punto di vista turistico, se così concepiti”.
La conclusione di Pierotti: “Ulteriori strumenti da mettere in campo potrebbero essere orari differenziati per mercato. L’orario del mercato è una piccola frazione giornaliera oramai probabilmente incapace di intercettare molti i clienti per cui bisogna pensare ad orari diversi di svolgimento introducendo sperimentazioni. Potremmo pensare ad edizioni con un orario lungo al sabato o ad un orario invernale che ritardi di qualche ora l’apertura mattutina e sfori nel pomeriggio intercettando i clienti nella pausa pranzo degli uffici o ad edizioni serali in estate organizzando manifestazioni collaterali sull’area. Come Confesercenti, infine, dobbiamo continuare a combattere tutte le forme di abusivismo più o meno velate, con il contributo delle amministrazioni, limitando anche il proliferare di manifestazioni che si spiacciano per commerciali, ma non lo sono, come i mercati di hobbisti, scambisti e affini”.