Futuro del centro, Confcommercio alza la posta

9 maggio 2018 | 10:53
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Futuro del centro, Confcommercio alza la posta
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Futuro del centro, Confcommercio alza la posta
Futuro del centro, Confcommercio alza la posta

“Riportare i lucchesi, le funzioni ed i parcheggi nel centro storico, perché Lucca smetta di essere una città meramente turistica e si riappropri di vitalità e prestigio”: è la richiesta accorata che viene formulata, ancora una volta, da Confcommercio Lucca. L’occasione è la commissione consiliare politiche di bilancio e sviluppo economico convocata ad hoc oggi (9 maggio) a palazzo Santini, su precisa richiesta del capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Marco Martinelli.

Un appello che proviene direttamente dal presidente dell’ente, Ademaro Cordoni, e dal suo direttore Rodolfo Pasquini, insieme anche a Vittorio Bini. Un confronto, quello di stamani, che si instaura anche grazie alla presenza degli assessori Stefano Ragghianti e Valentina Mercanti, oltre a Giovanni Martini (presidente della Commissione commercio centro storico). Una città, Lucca, che viene dipinta come avvizzita – da decenni – nella sua parte migliore: quella porzione di qualità e prestigio inevitabilmente apportata da chi dentro le mura dovrebbe vivere e lavorare.
“Questa richiesta di incontro – afferma Martinelli in apertura – l’abbiamo formulata alcuni mesi fa per conoscere le istanze che provengono dal mondo delle imprese e delle categorie economiche e sviluppare un lavoro in sinergia. Come consiglio comunale, infatti, non vogliamo soltanto ricevere passivamente gli indirizzi che provengono dall’amministrazione: vogliamo conoscere progetti, problemi e prospettive”.
E, riguardo a questo, Cordoni e Pasquini non si fanno certo pregare: “Lucca deve tornare ad essere capitale di un territorio molto sviluppato – spiega il presidente – in modo armonioso. Oggi ci sono i turisti, ma mancano i cittadini che frequentano la città. Per tornare a questo la città deve dotarsi di un sistema di parcheggi all’interno delle mura e, in questo senso, continuiamo ad indicare la Manifattura. Tornare alle funzioni che la città ha perso, sia pubbliche che private, è essenziale: non ci sono più professionisti che operino in città ed è un’anomalia propria solo di Lucca. Questo, peraltro, favorirebbe la residenza: se un professionista lavora in città, forse ci vive anche”.
Cordoni, inoltre, torna a chiedere che si imbrigli – in qualche modo – l’effetto cartolina che seguita ad invadere il centro: “Abbiamo chiesto uno stop all’afflusso di una ristorazione a 360gradi – afferma – per recuperare l’immagine che aveva la città: oggi siamo al limite, rischiamo di perderla. Continuando così ci assimileranno alle cittadine turistiche, mentre noi abbiamo un altro tono, non quello della cialtroneria turistica. Stiamo seguendo da vicino l’attività dell’assessore Ragghianti per la Fondazione unica della cultura e del turismo: deve esserci un sistema, mi sembra la strada giusta, anche perché la concorrenza, specialmente nel turismo, è tanta. Lasciateci essere anche un po’ orgogliosi e campanilisti: la nostra associazione ha un peso di sei a uno rispetto alle altre con cui dovremmo fare blocco e opera da 73 anni a Lucca. E una delle prime d’Italia e sentiamo questa responsabilità. Portiamo avanti la bandiera della Confcommercio e lo stemma di Lucca: le nostre mani sono impegnate così”.
Non meno pressante l’intervento di Pasquini: “Il sistema Confcommercio funziona perché gli associati credono in noi e trovano una struttura che gli mette in sicurezza rispetto alla burocrazia, a livello nazionale e locale. Le aziende – ricorda – hanno bisogno di una rappresentanza forte sul territorio. Qua, però, continuano ad esserci diverse questioni. C’è anzitutto un problema parcheggio in città: andava risolto già tanto tempo fa. Se ne è sempre parlato, senza però fare nulla di concreto, da decenni. Lucca, poi, ha una conformazione particolare: non ha mai attuato il piano delle funzioni della città per dotarsi degli accorgimenti necessari a non svuotare il centro storico, assistendo allo spostamento delle attività in periferia. La città è stata chiusa e gli imprenditori sono andati fuori dalle mura, dove sono più facilmente raggiungibili. Lucca, dunque, si è impoverita già tanti anni fa ed i residenti hanno dovuto abbandonare il centro”.
C’è, in tutto questo, anche il rovescio della medaglia: “Dall’altra parte – prosegue Pasquini – è venuta fuori l’attrazione per i turisti, grazie ad un lavoro fatto bene a partire da 20 anni fa. I turisti fanno ripartire un po’ il sistema alberghiero, in questo senso. La città è gettonata, ma per attività che nulla hanno a che vedere con il sistema commerciale residente. Oggi Lucca è diventata una meta turistica, dove basta mettere una tovaglia a quadretti per ‘fare italiano’ e dove la qualità sparisce. Finisce il nostro prestigio: Lucca è simile alla galleria di un aeroporto dove trovi prodotti tutti uguali, in attesa dell’aereo. Se vogliamo salvaguardare la nostra identità, dobbiamo tornare indietro, anche perché poi i turisti si stancheranno di questo flusso tutto uguale”.
Prima di tutto, dunque, secondo Confcommercio è necessario riportare i lucchesi e le funzioni nel centro storico: “Oggi viviamo nel ciclico – conclude Pasquini – perché siamo legati al clima e agli eventi che si sviluppano solo per qualche mese l’anno. Noi, però, nel frattempo continuiamo a crescere: dalla presidenza Cordoni in poi (2008, ndr) Lucca sale in numero di associati (ad oggi sono 6630, ndr). Noi facciamo la nostra parte, ma abbiamo bisogno che la faccia anche l’amministrazione”.
Poi il discorso si sposta, inevitabilmente, sui singoli temi: “Mercato dei Bacchettoni? Non eravamo contrari allo spostamento perché l’area era sbagliata – evidenzia il direttore dell’ente – ma perché era una funzione del centro storico che spariva e che portava flusso anche agli altri operatori. Prima bisogna pensare a delle funzioni, poi a tutto il resto”.
Una visione complessiva, quella tracciata, in buona parte condivisa dall’assessore Mercanti: “Quello che Confcommercio pensa della città è vero, i problemi ci sono, basta osservare. Ci dobbiamo impegnare – spiega – per cercare di migliorare la situazione. Come farlo? Penso ad intercettare certi flussi di cultura e turismo, al blocco delle licenze ed alla rivendicazione di quella identità e quel garbo che ci ha reso famosi nel mondo. La moratoria per gli esercenti? Ero stata ottimista sui tempi, ma c’è un sistema di regole che allunga tutto. In tutto questo, lasciatemi esprimere il mio massimo apprezzamento per l’attività di Confcommercio per la città”.
Ci sono questioni, viene osservato dall’assessore Ragghianti, che possono e devono essere governate e messe a regime: “La visione della città – afferma – è quella di un luogo dove si vive, si lavora, si acquista, si partecipa ad eventi. Lucca non può essere un Luna Park che quando spegne le luci vede scappare tutti. La questione della Manifattura, in questo senso, diventa centrale: ci sono circa 2mila metri quadrati destinati alla cultura, ma tutto il resto prevede funzioni comunali, amministrative, didattiche e formative, oltre ad essere destinata ad ospitare attività d’impresa. Dobbiamo – prosegue – unire i flussi turistici a quelli culturali: dal 2016 in poi c’è stato un incremento significativo per gli arrivi, mentre un po’ meno per le presenze. Tradotto: la gente arriva a Lucca, ma resta poco. La programmazione del calendario degli eventi 2019, in questo senso, può e deve aiutare. Parliamo, ad oggi, di circa 240 eventi annuali: è una gestione complessa, ma che porta anche grandi soddisfazioni. Cresce, in tutto questo, anche il numero di posti letto riservati ai turisti. Un panorama che ci impone di lavorare e stringere accordi per salvaguardare un clima di legalità”.
Chiude il giro di interventi Giovanni Martini: “A Lucca non mancano eventi e manifestazioni – ricorda – ma nel corso degli anni abbiamo assistito ad una metamorfosi del centro storico. Qualche anno fa mancavano gli appuntamenti, ma vivevi con l’ordinario; oggi non è più così: sopravviviamo soltanto grazie agli eventi. Abbiamo perso la possibilità di lavorare tutti i giorni e questo è cominciato portando fuori dal centro le funzioni. La parola chiave, in tutto questo, è ‘accessibilità al centro storico’: mancano i parcheggi ed il rischio multe è sempre altissimo”. I turisti, evidenzia Martini, sono stati la salvezza delle attività in questo contesto: “I lucchesi non hanno più necessità di venire dentro le mura – osserva – perché trovano tutto fuori. Questa è una politica commerciale, non parlo di un’amministrazione in particolare. Abbiamo perso l’opportunità di fare parcheggi sotterranei, da tempo: non diamo colpa – afferma suscitando l’ilarità collettiva – a tre ossa e due vasi, che in Italia si trovano ovunque. In inverno qui non c’è nessuno: lavoriamo solo nei weekend e bastano due gocce di pioggia che nessuno esce. Oggi paghiamo una serie di scelte scellerate senza fine: quelli che le amministrazioni chiamano ‘furbetti’, noi li chiamiamo clienti. Non sono state date alternative e questo ha portato alla chiusura di negozi storici”.